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MOBILITÀ SOSTENIBILE

Ambiente

MOBILITÀ SOSTENIBILE PER IL BENESSERE DI PERSONE E AMBIENTE

A Geco Expo si torna, anche quest’anno, a parlare di mobilità. Una mobilità green, una mobilità dolce, sostenibile, che può essere anche strumento per valorizzare territori e città. Ma si parla anche più nello specifico di mobilità elettrica, cercando di analizzare il quadro della situazione italiana.

SOSTENIBILITÀ A 360°

Molto spesso quando si parla di sostenibilità, per i “non addetti ai lavori”, si pensa solo al fattore ambientale, complice – probabilmente – anche il modello comunicativo che ha caratterizzato gli ultimi anni.

In realtà il quadro è molto più ampio. Quando si parla di sostenibilità – definita del 1987 nel Rapporto Brundtland come quello sviluppo in grado di “assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri” – , infatti, si va a prendere in considerazione considerare il suo aspetto globale che oltre quello ambientale, ingloba quello economico e sociale.

Tutti questi “aspetti” non possono essere scissi tra loro e devono essere guardati a 360° per arrivare ad un benessere delle persone che sia però in armonia con l’ecosistema. In quest’ottica di insieme va affrontata anche la mobilità che difatti rappresenta una delle sfide principali alla transizione ecologica. Sfida che può e deve essere affrontata da tutti: istituzioni, aziende ma anche cittadini.

MOBILITÀ E AZIENDE

Il ruolo delle aziende nell’abbattimento delle emissioni è fondamentale. Basti pensare che il 15% delle emissioni sono generate per gli spostamenti casa-lavoro. Per le aziende la mobilità sostenibile, oltre ad essere elemento di “impegno sociale”, si sta trasformando nel tempo in una vera e propria responsabilità con gli stakeholder.

Proprio per il suo forte impatto è stata istituita con il Decreto Rilancio una nuova figura professionale, quella del Mobility Manager (obbligatorio per le imprese che hanno 100 dipendenti in ogni singola unità locale) che ha il compito di stilare il PSCL – Piano degli Spostamenti Casa Lavoro – con cui si studiano le abitudini inerenti la mobilità dei dipendenti e si identificano possibili soluzioni per rendere questi spostamenti maggiormente sostenibili.

COSA PUÒ FARE QUINDI UN’AZIENDA PER LA SOSTENIBILITÀ?

Le imprese possono adottare molte soluzioni per rendere la mobilità sostenibile rispetto al suo contesto: dal predisporre alternative collettive alla macchina privata per collegare il trasporto pubblico con la sede, sostituzione della flotta con una a minor impatto ambientale, creare parcheggi per le biciclette, predisporre postazioni di ricarica per le auto elettriche, oppure creare delle convenzioni per car-sharing e bike-sharing, laddove presenti sul territorio.

LA MOBILITÀ ELETTRICA

Un ruolo importante verso la transizione ecologica lo svolge anche la mobilità elettrica. Come per le altre tipologie di scelte sostenibili per quanto riguarda la mobilità, anche per l’elettrico serve un piano che coinvolga tutti gli attori.

Tutta l’Europa è impegnata a diventare entro il 2050 una comunità a impatto climatico zero e, per ridurre le emissioni, prima del 55% entro il 2030 per poi azzerarle al 2050, dobbiamo rispettare prima di tutto la “scadenza” del 2035 che vedrà lo stop della produzione di auto con motore a combustione interna. Una sfida non solo industriale, andrà infatti ripensata tutta la filiera produttiva, ma anche culturale.

Per l’elettrificazione della mobilità sarà fondamentale accrescere le attività di ricerca e sviluppo. Questo porterà ad una maggiore cooperazione tra quelle imprese che prima erano “estranee” all’industria mobilità. Inoltre, per facilitare la transizione, occorre formare il personale per non perdere tutta quella parte di operatori che, con il passaggio all’elettrico, non saranno più occupabili.

LA SITUAZIONE IN ITALIA

L’Italia, per una transizione all’elettrico entro il 2030, ha davanti a sé ancora molti ostacoli da affrontare. Uno di questi è il costo stesso dei veicoli. La pandemia ed il rincaro delle bollette stanno pesando sul portafoglio di molte famiglie italiane facendo diminuire notevolmente il quantitativo di denaro da destinare all’acquisto di una nuova auto. Per ovviare a questo problema si potrebbero aumentare gli incentivi per l’acquisto di veicoli elettriche.

Un altro ostacolo alla eMobility è rappresentato dalle colonnine di ricarica, attualmente non sufficienti a favorire la trasformazione della mobilità in mobilità sostenibile. Più precisamente, nonostante le postazioni di ricarica presentano un trend in crescita (35% per punti di ricarica e 36% per le infrastrutture di ricarica al 31 dicembre 2021), il 13% di esse risulta inutilizzabile sdagli utenti a causa in parte dell’impossibilità di finalizzare il collegamento alla rete elettrica o della mancanza delle autorizzazioni necessarie per renderle operative. Inoltre, le infrastrutture di ricarica non sono distribuite uniformemente su tutto il territorio lasciando scoperte le zone meno “centrali”.

Con queste premesse appare ovvio che senza le giuste politiche industriali, un reskilling delle competenze degli operatori della filiera ed un’attenta progettazione della città, non riusciremo a stare al passo con gli altri paesi europei.

RIQUALIFICARE IL TERRITORIO ATTRAVERSO LA MOBILITÀ DOLCE

Abbiamo visto che già riducendo l’uso dell’auto privata si possono ottenere risultati positivi in termini di sostenibilità e, tra le alternative, quella sicuramente più alla portata di tutti è la bicicletta. Pedalare porta innumerevoli benefici, non solo a livello fisico e ambientale, ma anche per quanto riguarda l’aspetto sociale e del territorio. Infatti, il ciclista vive diversamente la città, interagisce in maniera più attiva e consapevole il territorio e alimenta l’economia locale.

Ma per rendere davvero possibile sportarsi in città prediligendo altre forme di trasporto all’automobile, la città deve trasformarsi, deve essere riprogettata con una mentalità diversa. E un esempio concreto è l’Olanda.

L’Olanda, infatti, non è sempre stato il “paradiso delle biciclette”. Anzi, negli anni Cinquanta l’uso della bici è drasticamente diminuito causando l’aumento di inquinamento, congestione delle strade ma soprattutto l’incremento di incidenti stradali. E proprio le vittime della strada (oltre tremila di cui 400 erano bambini sotto i 12 anni) hanno portato l’Olanda a cambiare, trasformarsi e ridisegnare completamente la sua configurazione. Da allora si è creata una vera e propria rete ciclabile che ha permesso all’Olanda di essere, ad oggi, il paese in cui si fa ampio uso della bicicletta.

IL CICLOTURISMO COME LEVA DI RIGENERAZIONE DEL TERRITORIO

La bicicletta, oltre ad essere il modo più veloce per spostarsi nelle città, rappresenta anche un’opportunità per scoprire il patrimonio che ci circonda. Ed in questo l’Italia ha un grandissimo potenziale. Oltre ai suoi 58.000 Km di rete cicloturistica possiamo vantare un patrimonio paesaggistico e culturale unico al mondo.

Inoltre, questo tipo di turismo genera una cultura volta al rispetto e alla tutela del territorio stesso gettando le basi per un cambiamento non solo strutturale ma anche culturale che guarda alla sostenibilità come modello di vita e che permetterà di accelerare la transizione verso una mobilità sempre più sostenibile.

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