GLI IMPATTI SUL MERCATO ASSICURATIVO
Si è tenuto mercoledì scorso il convegno organizzato da GBSAPRI con il patrocinio di ACB, Associazione di Categoria Brokers, sul tema della guerra in corso in Ucraina e dei suoi effetti sul mondo delle Assicurazioni.
A generare la necessità di questo “inedito” convegno è stata soprattutto la consapevolezza che nella nostra epoca le “sorgenti di danno” connesse e conseguenti una guerra sono ben diverse e più pesanti rispetto al passato. e queste considerazioni valgono nonostante il conflitto bellico in oggetto sia ancora per così dire “tradizionale” per strategie, armi utilizzate e manifestazioni.
La globalizzazione economica – fino a ieri ritenuta uno scudo difensivo e un elemento di dissuasione rispetto a guerre tra paesi evoluti e dialoganti quanto meno commercialmente – si sta invece rilevando un’insidia che riguarda ogni paese, a prescindere dalla sua diretta o indiretta partecipazione al conflitto. A onor del vero già la pandemia aveva mostrato parecchi punti deboli della globalizzazione, ma la guerra, con pandemia ancora in corso, rende tutto ancora più precario, instabile e bisognoso di chiarezza.
PREVISIONI E PROSPETTIVE
In termini macroeconomici è stato stimato che la previsione di PIL della nostra nazione – effettuata soltanto pochi mesi fa – debba essere drasticamente ridotta, almeno del 20%. I programmi del PNRR appena varati appaiono già desueti in quanto non coerenti con le priorità emerse a seguito della guerra. Il bilancio economico nazionale, quello delle aziende e delle famiglie, sta segnando un deciso deterioramento per l’effetto combinato e moltiplicatore dell’aumento dei costi e della riduzione dei ricavi. Il costo del carrello della spesa si è fatto più pesante e questo inciderà nel breve sulla propensione agli acquisti e, quindi, sulla produzione di beni. Abbiamo già visto, ad esempio, come il mercato dell’auto stia attraversando un periodo di forte stallo nelle vendite.
Da un’altra prospettiva le sanzioni comminate alla Russia comporteranno un ulteriore danno anche per l’economia dei paesi sanzionanti, soprattutto di quelli, come l’Italia, importatori di materie prime. Le dichiarazioni del nostro Capo di Governo, non prive di significatività per coloro che le vogliono recepire, circa la “scelta che ognuno di noi dovrebbe assumere tra garantirsi per la prossima estate l’aria condizionata ovvero contribuire a mettere in atto ogni misura atta a fermare la guerra”, non ci fanno pronosticare un miglioramento della situazione nel breve periodo.
Importanti contratti stipulati da nostre aziende a capitale pubblico rischiano di essere cancellati. Si stima che 11.000 aziende italiane abbiano rapporti commerciali con la Russia con un fatturato di oltre 7 miliardi di euro.
LA TAVOLA ROTONDA
Su questa base si sono confrontati, nel convegno, esperti specialisti in vari settori del mondo assicurativo, del diritto ed anche in rappresentanza del mondo delle aziende, nella figura del presidente di ANRA (Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurati Aziendali).
I lavori hanno preso l’avvio con le relazioni di Luigi Viganotti, presidente di ACB, Associazione di Categoria Brokers, e di Carlo Cosimi, presidente di ANRA, Associazione Nazionale dei Risk Manager e Responsabili Assicurazioni Aziendali, i quali hanno esposto il loro pensiero nella prospettiva del broker e dell’utenza.
LUIGI VIGANOTTI
Viganotti ha attirato l’attenzione sul fatto che gli accadimenti di questi anni hanno messo in evidenza la necessità di un’evoluzione del ruolo del broker, da mero intermediario a consulente professionale del cliente.
CARLO COSIMI
Cosimi ha evidenziato il fatto che l’esposizione delle aziende ai Danni Sistemici è diventata ormai una realtà immanente della quale l’industria e le Istituzioni governative devono tener conto; dopo le ripetute calamità naturali e la pandemia Covid, ora arriva l’evento bellico. Di fronte a queste nuove evenienze purtroppo appare che le protezioni tradizionali risultano non adeguate. D’altra parte, ha aggiunto il presidente dell’ANRA, risulta tardivo discutere del Rischio Guerra quando la stessa è già esplosa; bisogna ripensare all’intero impianto assicurativo a cominciare dalla definizione del termine “Guerra”.
ENRICO FERORELLI
Particolarmente interessante è stato poi l’intervento di Enrico Ferorelli, avvocato dello studio THMR, il quale ha presentato un’interessante panoramica del sistema sanzionatorio messo in atto dagli Stati occidentali verso il paese belligerante a conferma di come e quanto possano essere intricate ed interconnesse le esposizioni alle sanzioni nell’attuale filiera produttiva e distributiva globalizzata della quale gli Assicuratori sono partecipi.
UN TUFFO NEL MERCATO ASSICURATIVO
È stato, quindi, il momento delle relazioni degli Assicuratori, tutte caratterizzate dalla loro comune esperienza internazionale che consente loro una visione globale della attuale contingenza.
JEAN LUC ANSELMI E MARCO POLISENO
Jean Luc Anselmi, senior underwriter di Garex, e Marco Poliseno, amministratore delegato di Poliass, hanno esposto ciascuno il loro punto di vista relativamente al rischio Marine, nella loro rispettiva posizione di sottoscrittore e broker soprattutto riguardo i rischi armatoriali. Essi hanno sottolineato come gli Assicuratori in realtà non si sottraggano – in caso di guerra – alla copertura dei rischi in corso, mentre sono comunque disponibili a prendere in considerazione e quotare rischi in fase di guerra conclamata. É emerso, quindi, che le difficoltà per gli Assicuratori riguardano soprattutto la loro “capacità di sottoscrizione” di rischi non soltanto catastrofali – in quanto concentrati su territori circoscritti – ma anche ad alta frequenza potenziale.
DARIO MULAS DEBOIS
È stata, quindi, la volta di Dario Mulas Debois, senior partner della PIIQ – società di intermediazione assicurativa internazionale attiva soprattutto nell’area Aviation – che ha confermato quanto e come il mondo aereonautico possa e sia coinvolto dalle conseguenze dirette ed indirette della guerra. Un esempio molto impressivo è quello della confisca da parte del governo russo degli aeromobili concessi in leasing al vettore russo AEROFLOT. La questione ha riguardato circa 500 aerei per un valore aggirantisi tra i 10 ed i 20 miliardi di dollari; una cifra che incide notevolmente sul bilancio economico relativo alle sanzioni comminate.
MARCO RAMADORO
Marco Ramadoro – portatore di una esperienza consolidata nei rischi Aviation – confermando i contenuti della relazione di Mulas – ha voluto spingersi oltre accennando agli effetti della guerra sulla industria areo-spaziale. Egli ha ricordato che, se pur il mercato russo assicurativo nei rischi areo-spaziali evidenzia una cifra relativamente modesta (circa 80 milioni di dollari per un numero di 15/20 lanci) gli effetti negativi della guerra visti nella prospettiva dello Spazio vanno ben oltre, riguardando gli accordi internazionali nella gestione dei sistemi satellitari, dai quali dipende il funzionamento dei sistemi di rilevamento, di geo localizzazione e comunicazione. Su questo punto Ramadoro ha ricordato che, ad esempio, il sistema GPS e l’omologo russo non sono operativi attualmente sul territorio ucraino.
SIMON MOROSETTI
Infine, Simon Morosetti – giovane assicuratore che ha comunque maturato una significativa esperienza internazionale – ha trattato il tema del rischio guerra correlato alla Cyber. Egli ha sottolineato che la guerra in Ucraina ha fatto emergere un elemento di novità, rispetto ai classici strumenti bellici, nel massiccio uso della rete e nell’elevato numero di attacchi informatici, tale da dar luogo ad un’inedita frontiera di guerra, la “Cyber War“. Sembrerebbe infatti che il cyber spazio sia stato utilizzato dalla Russia già nella prima fase dell’attacco, con l’hackeraggio di tutte le principali istituzioni Ucraine, pubbliche e private. Morosetti si è soffermato quindi sulla necessità di rendere chiari e trasparenti alcuni aspetti e definizioni contenute nei contratti assicurativi, elementi che rendono incerti i confini della esclusione dalla copertura del rischio guerra (con particolare riferimento con l’interazione al Cyber Terrorismo che rimane invece incluso).
LE CONCLUSIONI
Viganotti ha quindi concluso i lavori del convegno invitando ad una riflessione circa il fatto che il sistema non può chiedere alla industria assicurativa di sostenere economicamente in solitudine il rischio guerra, come anche gli effetti degli altri rischi sistemici; è necessario che si crei una vera alleanza tra Stato e Assicuratori tramite la creazione di Fondi per i rischi catastrofali ai quali accedere in eccesso alle coperture assicurative.
Questa soluzione, per il presidente di ACB, non soltanto risulterà coerente ai principi fondatori della industria assicurativa ma risponderà a principi di equità in una tipologia di rischi dei quali le persone e le aziende non risultano affatto responsabili.
Vi lasciamo il link del video dell’evento e ci rivediamo domani sugli stessi temi, con la pubblicazione di alcune domande e risposte dei relatori.