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Ambiente, Futuro

DON’T CALL ME: BATTERIA

Crisi climatica e crisi energetica diventano temi ogni giorno più pressanti, e si sa che le crisi sono uno dei pochi momenti in cui la creatività e il coraggio di tentare strade “alternative” si incontrano e realizzano cose impensabili. Oggi per esempio parliamo di BATTERIE.
Attenzione, dimenticate parzialmente il concetto di batteria che avete, che sia quella della macchina o della bici o del telecomando della tv, conservate solo l’idea che la batteria sia un qualcosa che ha energia accumulata e la rilasci per vari scopi.
Così possiamo iniziare a capire le batterie di cui parliamo, alcune già operative, altre in fase di sviluppo con promettenti obiettivi.

LA BATTERIA AD ACQUA

La prima di cui parliamo è una batteria ad acqua. È stata costruita sotto le Alpi svizzere. Il principio di funzionamento è tanto semplice quanto geniale: sulla montagna ci sono 2 grandi bacini idrici posti a differenti altezze. Quando serve elettricità, dal bacino più alto l’acqua passa a quello inferiore attraverso 6 turbine che, appunto, generano energia elettrica, esattamente come succede nelle centrali idroelettriche tradizionali. Quando invece c’è un avanzo di energia, alcune pompe idrauliche riportano l’acqua dal bacino inferiore verso il superiore.

La capacità di produzione di elettricità è pari a 900 MW, sufficienti per fornire energia a 900mila case, e la capacità di immagazzinamento dell’energia in avanzo è pari a 20 milioni di kWh.
La batteria ad acqua – progettata e realizzata dalla società Nant de Drance (svizzera), si trova a 600 metri sotto terra nel cantone Vallese. Ci sono voluti 14 anni per terminare la sua costruzione, soprattutto a causa dei problemi logistico-ingegneristici da affrontare – tra cui la realizzazione di un totale di circa 18 km di tunnel sotto le Alpi.

La previsione è che grazie a questa batteria, sarà possibile produrre parte delle necessità della rete elettrica elvetica ed europea nei momenti di maggior fabbisogno, immagazzinando elettricità quando – e se – la richiesta dovesse essere inferiore.

LA BATERIA A SABBIA

A Kankaanpää, cittadina della Finlandia occidentale, il teleriscaldamento urbano va a “batterie”. il sitema adoperato è stato presentato come la prima “batteria di sabbia” per il power-to-heat messa in funzione a livello commerciale ed è stata realizzata all’interno di un grande serbatoio d’acciaio isolato, largo circa 4 metri e alto 7.

Il produttore di accumulatori termici Polar Night Energy e l’utility elettrica Vatajankoski hanno collegato all’infrastruttura sotterranea uno speciale sistema di stoccaggio in grado di accumulare sotto forma di calore i picchi di energia verde della rete elettrica, utilizzando come componente principale proprio la sabbia.

“La costruzione dell’impianto è andata bene, soprattutto considerando che si trattava di una soluzione completamente nuova”

“Siamo riusciti a mettere tutto a posto nonostante alcune difficoltà e un breve ritardo. Ora la sabbia è già calda. Abbiamo anche appreso che il nostro sistema mostra un potenziale maggiore rispetto a quanto inizialmente calcolato. È stata una sorpresa positiva”

Markku Ylönen, co-fondatore e CTO di Polar Night Energy.

Attualmente Vatajankowski utilizza questa energia accumulata, insieme al calore in eccesso dei propri server dati, per alimentare tenere al caldo edifici, piscine e alcune realtà industriali.

COME FUNZIONA?

L’impianto porta la sabbia fino a 500°C con un riscaldamento alimentato dall’elettricità “rinnovabile”: il sistema, quindi, genera aria calda che viene messa in circolo nella sabbia attraverso uno scambiatore di calore. Quando la rete di teleriscaldamento necessita di energia, la batteria “scarica” l’aria calda riscaldando l’acqua della rete.

Secondo gli sviluppatori il loro dispositivo potrebbe mantenere la sabbia a 500°C anche per diversi mesi con perdite minime riuscendo ad immagazzinare fino a 8 MWh di energia, con una potenza nominale di 100 kW.

il progetto – a parte l’eliminazione di possibile sporcizia e umidità dal materiale – non richiede nulla di particolare rendendo il tutto abbastanza semplice ed economico. I costi stimati per l’installazione della batteria di sabbia sarebbero inferiori a 10 euro per kWh.

SPERIAMO CHE…

Speriamo che queste notizie diventino sempre più “normali” e quotidiane e che proprio nel quotidiano entrino davvero, non tramite articoli o racconti, ma vere, fisiche e reali. Speriamo che i progetti finanziati allo scopo di creare e riutilizzare energie possano davvero stravolgere i consumi delle vecchie energie, in modo da riscattare l’intero pianeta che ormai vive nella consapevolezza di avere bisogno di una rivoluzione energetica come si deve.

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