Così si chiamava un film del 2000, oggi riprendiamo questa provocazione a 23 anni di distanza. Il concetto di “essere felice”, come tanti altri, è estremamente mutevole, segue negli anni le tendenze e le spinte sociali. La felicità contemporanea, per esempio, è sempre più legata al concetto di welfare e benessere. Gli ultimi anni, segnati indelebilmente da eventi straordinari come la pandemia o la più recente guerra, hanno sicuramente contribuito ad accentuare il focus su obiettivi ben precisi tra cui la riduzione delle disuguaglianze culturali ed economiche e la salvaguardia del nostro Pianeta.
Nel 2012, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha istituito la Giornata internazionale della felicità, che da allora ricorre il 20 marzo. La ricorrenza si inserisce all’interno degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile lanciati nel 2015 che contengono gli aspetti chiave per raggiungere il benessere e per essere felice.
L’OBIETTIVO
Questa ricorrenza sottolinea come la felicità ed il benessere debbano essere aspirazioni universali nelle vite di tutti gli esseri umani e come tali debbano essere riconosciute anche dalla politica pubblica.
Nel mondo attuale, la felicità viene sempre più identificata come un diritto che va riconosciuto, promosso e tutelato in ogni ambito con un approccio inclusivo, equo e bilanciato alla crescita economica.
GLOBAL HAPPINESS 2023
Secondo il report Global Happiness 2023, redatto dalla Ipsos – Specialista in ricerche di mercato e sondaggi politici -, la felicità globale è aumentata di 6 punti rispetto allo scorso anno. Quasi tre adulti su quattro (73%) in 32 paesi si definiscono felici. I Paesi con le più alte percentuali di cittadini felici sono: Cina (91%), Arabia Saudita (86%) e Paesi Bassi (85%).
Dalle analisi emerge che la felicità nei paesi a medio reddito ha registrato un aumento rispetto a quanto avvenuto nei paesi ad alto reddito. Il livello medio di felicità dei paesi a medio reddito ha superato per la prima volta quello dei paesi ad alto reddito.
In media, le persone sono soddisfatte delle relazioni che interessano la propria vita (con figli, coniuge, parenti, amici, colleghi, ecc..) e del livello di istruzione e informazione. Sono meno soddisfatte della situazione economica, politica o sociale del proprio paese, delle proprie finanze, della propria vita sentimentale e della propria attività fisica.
In ogni caso, a livello mondiale, il sondaggio sottolinea i parametri necessari affinché chiunque possa essere felice:
- una vita “dotata di significato”;
- il controllo della propria esistenza;
- la salute mentale e fisica;
- la vita sociale;
- le proprie condizioni di vita.
Ci piacerebbe, a questo punto che il nostro editore GBSAPRI, esperto di risk management e assicurazioni, potesse proporre una polizza “PROTEZIONE FELICITÀ” che possa intervenire in caso di mancato raggiungimento della stessa. Purtroppo, la variabilità dei contenuti, i rischi di potenziale fallimento – di difficile quantificazione – nonché gli ostacoli al suo raggiungimento, non lo rendono un prodotto realizzabile. Il metodo dell’analisi e della gestione dei rischi sembra comunque utile per limitare molte delle situazioni che potrebbero allontanarci dall’agognata felicità.
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