Ad oggi è definitivo il recente divieto a coltivare, importare e commercializzare la carne sintetica. Al momento, infatti, le uniche nazioni che hanno acconsentito al consumo di questo prodotto sono Usa e Singapore.
LA NUOVA CARNE
Molti sottolineano che il nome “carne sintetica” non è adeguato poiché di “sintetico” non ha fondamentalmente nulla. Infatti, poiché il punto di partenza di tutto il processo sono delle cellule di origine animale si preferisce parlare di carne coltivata in laboratorio. Questa carne “artificiale” è ottenuta mediante un processo produttivo in vitro ossia attraverso la coltura di cellule staminali animali su terreni colturali che consentono lo sviluppo e la crescita cellulare.
Questo processo è controllato e monitorato in ogni sua fase ed è molto simile a quanto accade in chirurgia ricostruttiva quando vengono impiantati nei soggetti dei tessuti creati in laboratorio. La carne artificiale prodotta a partire dalle cellule animali raggiunge in poche settimane gli stessi obiettivi di crescita che “in natura” vengono raggiunti da un bovino in un anno e mezzo.
IL NO ITALIANO
Il divieto arrivato dall’Italia si basa sul principio di precauzione perché ad oggi non esistono ancora degli studi scientifici in grado di elencarci i reali effetti prodotti dalla carne sintetica. A livello di patogeni e sostanze tossiche come antibiotici, pesticidi e inquinanti la carne sintetica ha le stesse identiche possibilità di essere inquinata di un qualsiasi altro prodotto dell’industria alimentare. Inoltre, le aziende che stanno producendo carne in vitro sono delle realtà che già lavorano regolarmente con gli enti europei.
ALCUNI PRO
Ma quali sono i possibili vantaggi della carne sintetica?
È difficile fare un’analisi reale e completa dei vantaggi che la commercializzazione di questo prodotto potrebbe rendere possibile ma possiamo ipotizzare una serie di scenari. Tra i primi risvolti positivi possiamo pensare al minor impatto ambientale che questa carne alternativa potrebbe generare. Infatti, la carne bovina tradizionale ha un enorme impatto a livello di emissioni di gas serra che dobbiamo riuscire a ridurre per il bene del Pianeta. La carne sintetica potrebbe sfruttare il 7-45% in meno di energia, il 99% in meno di suolo, l’82-96% in meno di acqua, emettendo tra il 78-96% in meno di emissioni.
In secondo luogo, la coltivazione della carne in laboratorio avviene all’interno di bioreattori asettici che da un lato potrebbero lasciarci dubbiosi perché simili a film di fantascienza ma dall’altro rende il processo tanto controllato da far diminuire il numero di malattie trasmissibili a livello alimentare.
Non meno importante è l’aspetto etico perché la carne sintetica ci permetterebbe di risparmiare la vita di tanti animali.
QUESTIONE DI GUSTO
E il sapore della carne sintetica come sarà? Secondo Andrea Antonelli, ordinario di Chimica e tecnologia degli aromi all’Università di Modena e Reggio Emilia:
“L’acquisizione del gusto che apprezziamo dipende da una buona cottura. Quello che mi aspetto dalla carne alternativa è che abbia, piuttosto, una tessitura differente dalla corrispettiva tradizionale: ciò potrebbe tradursi in una mutata consistenza, forse a vantaggio della tenerezza”.
Insomma, sembrerebbe nulla di troppo diverso per il nostro palato. La carne sintetica è considerata un novel food, esattamente come quei prodotti che contengono insetti (di cui abbiamo parlato anche in questo articolo).
Questi cibi nuovi devono essere opportunamente valutati in quanto se da un lato ci preoccupano perché ci fanno immaginare scenari futuristici negativi dall’altro potrebbero essere la risposta necessaria per poter far fronte alle attuali esigenze del nostro ambiente e al benessere degli animali.
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Molto interessante, difficile dire se si è d accordo o meno.
Tanti aspetti positivi e purtoppo anche negativi