L’inquinamento causato dalle microplastiche è un problema globale e la Commissione UE propone misure importanti che dovrebbero impedire il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di queste sostanze. Con queste nuove norme, sarà vietata la vendita di microplastiche in quanto tali e di prodotti che le contengono perché aggiunte intenzionalmente o elementi che liberano queste sostanze quando vengono utilizzati. In alcuni casi specifici e giustificati si applicheranno deroghe e periodi transitori così da consentire agli interessati di adeguarsi alle nuove norme.
Questa restrizione si fonda su una definizione di microplastiche molto ampia, tale da far rientrate tutte le particelle di polimeri sintetici inferiori a cinque millimetri che siano organiche, insolubili e resistenti alla degradazione.
UN PROBLEMA MONDIALE
Le microplastiche possono essere considerate una piaga per tutti noi. Infatti, sono persistenti, mobili e risulta molto complicato riuscire a rimuoverle. Dagli studi è emerso che sono presenti in tutto il mondo, anche nelle aree più remote e selvagge del nostro Pianeta. Circolano abbondantemente anche nel nostro corpo e le ricerche hanno dimostrato le drammatiche conseguenze che possono innescarsi quando i livelli di queste sostanze diventano alti. Inoltre, l’ambiente risulta fortemente segnato dalle microplastiche che riescono ad agire a livello profondo compromettendo gravemente gli ecosistemi e gli habitat.
LA COMMISSIONE UE
La gravità globale del problema non è sfuggita alla Comunità Europea che ha emanato diverse normative e piani d’azione nel corso del tempo. La Commissione è impegnata a combattere questo tipo di inquinamento come anche ribadito nel Green Deal europeo e nel nuovo piano d’azione per l’economia circolare. Nel piano d’azione per l’inquinamento zero, la Commissione ha fissato come obiettivo la riduzione del 30% dell’inquinamento da microplastiche entro il 2030. Fondamentalmente, si seguono tre diverse tipologie di intervento:
- Ridurre: l’inquinamento da microplastiche deriva dalla degradazione di oggetti in plastica, quindi, riducendo l’impiego di plastica per la produzione si riducono conseguentemente le microplastiche.
- Limitare: le microplastiche sono spesso dei componenti secondari usati per la realizzazione di prodotti che sono costituiti principalmente da altri materiali. Trovare un’alternativa a questa sostanza per produrre anche altri oggetti limiterebbe la quantità totale di microplastiche.
- Educare: un riciclo corretto dei rifiuti è indispensabile per l’ambiente e per il futuro del nostro Pianeta.
LA NUOVA PROPOSTA
Alla luce di quanto sopra, risulta molto interessante questa nuova azione della Commissione UE. Fra i prodotti comuni interessati da questa restrizione vi sono:
- il materiale granulare da intaso utilizzato per le superfici sportive artificiali, che costituisce la principale fonte di microplastiche utilizzate intenzionalmente nell’ambiente;
- i cosmetici, nel cui ambito le microplastiche sono utilizzate per molteplici scopi, quali l’esfoliazione (micrograni) o l’ottenimento di una specifica consistenza, fragranza o colore;
- detergenti, ammorbidenti per tessuti, glitter, fertilizzanti, prodotti fitosanitari, giocattoli, medicinali e dispositivi medici eccetera.
Inoltre, tutti quei prodotti utilizzati nei siti industriali o che non rilasciano microplastiche durante il loro impiego sono esentati dal divieto di vendita, ma i relativi fabbricanti dovranno fornire istruzioni su come utilizzarli e smaltirli per evitare emissioni di microplastiche.
Questa nuova restrizione europea contribuirà alla transizione verde delle industrie della UE e potrà promuovere prodotti innovativi e privi di microplastiche. In questo modo, tutti noi potremo beneficiare di prodotti più sicuri e sostenibili in grado di impattare positivamente sul nostro Pianeta.
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