Negli ultimi anni, la transizione dalla scuola al lavoro è diventata una sfida, soprattutto a causa del divario tra le competenze acquisite a scuola e quelle richieste dalle imprese, il cosiddetto mismatch.
Per ridurre questo squilibrio è necessario allineare alle esigenze del mondo del lavoro al sistema educativo in modo da dare ai giovani la possibilità di acquisire le competenze necessarie alle richieste imprenditoriali.
Entro il 2030, secondo una stima EY, ad incontrare difficoltà nel passaggio scuola-lavoro sarà ben il 30% degli studenti specialmente per quelli provenienti da istituti professionali. Lo squilibrio di competenze rispetto a tutti i tipi di scuola, sarà altissimo: +94%.
Per ovviare a questo problema e creare un “ponte” tra scuola e lavoro, è nato il Programma UPSHIFT for Youth sviluppato dall’UNICEF e Junior Achievement Italia, con la collaborazione di EY ed EY Foundation.
“Il programma UPSHIFT si distingue per il suo impegno nell’ascoltare e valorizzare le opinioni degli studenti riguardo le sfide che li toccano più da vicino, e nell’offrire loro una piattaforma per proporre soluzioni innovative e concrete. Queste idee contribuiscono a guidare le decisioni su temi fondamentali come le competenze necessarie a crescere come individui e professionisti.
La collaborazione, avviata sei anni fa con JA Italia, si arricchisce ora della partnership strategica con EY e con la Fondazione EY. Finora, il programma ha coinvolto circa 6.000 giovani, ottenendo risultati concreti nello sviluppo delle loro competenze e nell’affrontare con successo le sfide legate all’orientamento professionale, alla partecipazione attiva e all’inclusione sociale.
Da oggi apriamo un nuovo capitolo che ci permetterà di rafforzare e valorizzare le collaborazioni con enti locali essenziali per facilitare il passaggio degli adolescenti dal mondo della scuola a quello del lavoro“.
Nicola Dell’Arciprete, Coordinatore risposta in Italia, Ufficio UNICEF per l’Europa e l’Asia Centrale
UPSHIFT, IL PROGRAMMA
Per tre anni, a partire da quest’anno, UPSHIFT punterà a sviluppare le competenze necessarie al giorno d’oggi e a promuovere l’educazione imprenditoriale. L’obiettivo sarà proprio quello di favorire l’orientamento scolastico, la cittadinanza attiva e l’occupabilità futura dei giovani e degli adolescenti, specialmente in contesti svantaggiati.
In particolare, per le scuole secondarie di II grado, attraverso l’implementazione di moduli di educazione imprenditoriale, conosciuto come fase “Impresa in Azione“, si vogliono dare agli studenti di 15-18 anni conoscenze specifiche su come sviluppare una mentalità imprenditoriale, analizzare sfide sociali concrete e trasformare idee astratte in soluzioni concrete per prodotti o servizi con impatto sociale.
Per poter colpare il mismatch è fondamentale che istituzioni educative e aziende collaborino tra loro in modo per questo nella fare successiva del progetto, conosciuta come “Transizione Scuola Lavoro“, verranno attivate diverse iniziative per preparare i giovani, anche attraverso l’organizzazione di apprendistato e programmi di tirocinio, ad entrare nella realtà lavorativa. Inoltre, tutti gli studenti che avranno completato il programma, potranno ottenere la certificazione europea delle competenze imprenditoriali Entrepreneurial Skills Pass (ESP).
Il completamento del programma UPSHIFT darà anche l’accesso ad un contest online su piattaforma di Junior Achievement in cui gli studenti potranno presentare i progetti sviluppati durante il percorso che saranno poi votati dai dipendenti di EY.
I vincitori potranno visitare le sedi EY a Milano, Roma e Bari e incontrare il management in un percorso personalizzato. Durante la giornata, i volontari di EY terranno un workshop sugli “EY Future Skills” incentrato sulla “preparazione alla forza lavoro”, discutendo le strategie per affrontare il futuro mondo del lavoro.
“Siamo orgogliosi di far parte di questo progetto e di mettere la nostra esperienza pluriennale nel campo dell’imprenditorialità al servizio delle generazioni più giovani.
Il mercato del lavoro in Italia oggi è soggetto a una profonda trasformazione, che sarà accelerata nei prossimi anni dalla diffusione di soluzioni tecnologiche basate sull’IA e sulla robotica avanzata nei processi aziendali.
Le aziende cercano profili sempre più complessi, già formati o da formare, ma i giovani fanno sempre più fatica ad inserirsi in modo stabile e qualificato nel mercato del lavoro. La risposta sta nel consentire ai nostri ragazzi di uscire dalla scuola con un bagaglio di competenze articolato, che combini una buona preparazione tecnica a competenze sociali ed emotive: solo così potranno affrontare con successo la transizione tra scuola e lavoro, che è uno dei momenti più delicati della vita. E bisogna dare questa opportunità a tutti.Anche EY vuole fare la sua parte, offrendo il tempo delle proprie persone e facilitando la creazione di reti tra scuole e aziende: per questo abbiamo deciso di sostenere il progetto UPSHIFT in collaborazione con UNICEF e JA Italia.
Vogliamo essere al fianco delle nuove generazioni per supportarle, sin dagli ultimi anni della scuola, nel consolidare le proprie competenze e orientare il proprio percorso di vita e di crescita“.
Massimo Antonelli, CEO EY Italy e Chief Operating Officer EY Europe West
LE NOVITÀ
La nuova edizione di UPSHIFT offre una importante novità: EY Foundation offrirà la possibilità a 270 professionisti della rete EY che si offriranno volontari attraverso il programma EY Ripples, di prendere parte al progetto e fare da guida a oltre 1.500 studenti del programma condividendo con loro le proprie conoscenze.
La vasta esperienza di EY e EY Foundation, aiuterà a potenziare la formazione professionale e a sostenere la creazione di ecosistemi imprenditoriali locali incoraggiando i giovani a esplorare opportunità nel loro territorio, continuare gli studi, credere in sé stessi e conoscere le prospettive lavorative locali.
Per l’intera durata del progetto, il partner Human Foundation condurrà un’analisi d’impatto, sia qualitativa che quantitativa, per confrontare le competenze trasversali acquisite e le tecniche sviluppate dai partecipanti con un campione di coetanei non coinvolti nel progetto. L’analisi si focalizzerà sui risultati del programma in relazione al contesto socio-economico dei partecipanti, al fine di valutare l’impatto sulle dinamiche di inclusione sociale degli studenti.
Fonte: https://www.ey.com/it_it