Le barriere coralline sono ecosistemi delicati che sostengono circa il 25% di tutta la vita marina tanto da essere considerate le “foreste tropicali degli oceani”. Oltre a ospitare una vasta gamma di specie marine, agiscono anche da barriera naturale contro onde e tempeste, proteggendo le coste e le comunità costiere dall’erosione e dai danni causati dalle mareggiate.
Inoltre, i coralli filtrano e riciclano i nutrienti nell’ecosistema marino, svolgendo un ruolo chiave nel mantenimento dell’equilibrio ecologico. Purtroppo, però, le barriere coralline sono minacciate da diversi fattori come i cambiamenti climatici e gli effetti delle attività umane.
RESTAURARE LE BARRIERE CORALLINE
Per restaurare le barriere coralline vengono effettuati dei trapianti delle nuove colonie di corallo, create in ambienti protetti, di solito vivai sommersi chiamati “nurseries”, nelle porzioni di barriera danneggiate.
Per effettuare questa operazione, vengono utilizzate solitamente resine cementizie o epossidiche commerciali che destano diverse preoccupazioni in merito alle loro prestazioni meccaniche e di indurimento e al loro impatto e destino una volta rilasciate nell’ambiente.
UNA SOLUZIONE SOSTENIBILE
Per ovviare a questi problemi, un gruppo di ricerca italiano ha sviluppato un nuovo materiale sostenibile per le operazioni sottomarine di recupero delle barriere.
Il nuovo stucco per coralli – realizzato dall’Istituto Italiano di Tecnologia e l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, in collaborazione con l’Acquario di Genova – è biodegradabile (a base di acrilato di olio di soia epossidato (ESOA)/zeina) ed è in grado di indurire rapidamente sott’acqua. I componenti di origine vegetale da cui è composto, infatti, induriscono in soli 20-25 minuti. Questa caratteristica permette di accelerare notevolmente il processo di trapianto e il restauro delle barriere coralline rispetto alle soluzioni attualmente utilizzate.
I TEST ALL’ACQUARIO DI GENOVA E ALLE MALDIVE
Gli esperimenti condotti all’Acquario di Genova e alle Maldive presso il MaRHE Center (Marine Research and Higher Education Center) – diretto dal prof. Paolo Galli – per verificare le capacità del nuovo materiale hanno dimostrato che i coralli sono cresciuti senza che fosse rilevato alcun segnale di stress.
Questo importante passo avanti nella ricerca sulla coral restoration potrebbe contribuire a preservare le barriere coralline e la biodiversità marina.
Il materiale, oggetto di una domanda di brevetto depositata e sviluppato anche grazie a finanziamenti del progetto “Futuro Centro Nazionale per la Biodiversità” del PNRR, è descritto sulla rivista scientifica Advanced Sustainable Systems.
Fonte dati e immagini: Università degli Studi di Milano-Bicocca
Nell’immagine in copertina il ricercatore Jacopo Gobbato (Milano-Bicocca) posiziona il nuovo materiale
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