L’Intelligenza Artificiale (IA) sta rivoluzionando la medicina personalizzata e le terapie digitali (DTx) sono uno dei suoi ambiti di innovazione più promettenti. Già oggi, esistono strumenti digitali per il monitoraggio a domicilio dei pazienti, come sensori e app per la salute. Entro breve, l’IA verrà applicata alla medicina personalizzata, consentendo soluzioni digitali clinicamente validate per integrare o sostituire le terapie tradizionali. Ad evidenziarlo è il recente studio dell’Osservatorio Life Science Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, presentato durante il convegno “Life Science: il digitale per accelerare la trasformazione”.
“L’ecosistema Life Science sta affrontando una trasformazione profonda e in accelerazione, dettata dall’innovazione digitale che offre nuove opportunità, ma pone anche nuove sfide.
Emanuele Lettieri, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Life Science Innovation
La trasformazione digitale in atto impone a tutti gli attori dell’ecosistema Life Science di monitorare e comprendere i trend emergenti così come i segnali deboli. Le imprese Pharma, Biotech e Medtech devono investire in nuove competenze e nuovi modelli organizzativi per migliorare la loro capacità di catturare il valore generato dall’innovazione digitale, sia potenziando il proprio portafoglio prodotti e servizi sia migliorando l’efficienza nei processi aziendali e nella catena del valore”.
LE PROSPETTIVE DELLE TERAPIE DIGITALI
Le terapie digitali sono già una realtà a livello internazionale, con un modello di business che prevede il rimborso da parte delle assicurazioni. Queste terapie coprono diverse aree, tra cui psichiatria, endocrinologia, reumatologia e oncologia. Tuttavia, in Italia, la mancanza di una normativa specifica rappresenta una barriera allo sviluppo di queste terapie sebbene ci sia un forte interesse da parte dei pazienti che, per il 65%, sarebbe disposto a utilizzarle se proposte dal medico curante.
“Per favorire la diffusione delle terapie digitali in Italia, una volta che sarà possibile utilizzarle nel nostro Paese, bisognerebbe coinvolgere già ora pazienti e professionisti sanitari. È importante avviare sperimentazioni che consentano di comprendere e misurare i benefici e gli impatti sulla salute dei pazienti, sull’attività del medico e sull’intero sistema sanitario, completando le informazioni offerte dagli studi di health technology assessment (HTA) sulle terapie digitali che continuano a trascurare la valutazione dell’impatto organizzativo, che è effettuata in circa uno studio su dieci”.
Chiara Sgarbossa, Direttrice dell’Osservatorio Life Science Innovation
LA MEDICINA PERSONALIZZATA
L’adozione della medicina personalizzata è, ancora oggi “poco osservabile” in tutti gli ambiti. Le startup che se ne occupano si concentrano prevalentemente sulla cura e sulla ricerca clinica mentre quasi nessuna si occupa di prevenzione.
“Analizzando le startup che si occupano di medicina personalizzata, emerge che il 58% si concentra sulla cura e, in particolare, allo sviluppo di farmaci innovativi e terapie avanzate, soprattutto per il trattamento di patologie specifiche come oncologia e malattie rare, con investimenti medi a 60 milioni di dollari”.
Gabriele Dubini, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Life Science Innovation
Un supporto viene dall’intelligenza artificiale grazie alla capacità di analizzare grandi quantità di dati e verificare possibili correlazioni.
“In particolare, l’AI viene sfruttata dal 55% delle startup attive in questo campo, ad esempio accelerando la scoperta di nuovi farmaci e molecole oppure affiancando il professionista sanitario nella presa di decisioni nel processo di cura”.
Alberto Redaelli, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Life Science Innovation
Anche il quantum computing è un’area promettente per la medicina di precisione, abbinato all’AI. Una delle applicazioni più interessanti riguarda la scoperta di nuovi farmaci, specialmente nell’ambito Biotech.
Infatti, viene considerata dal 34% delle aziende una tecnologia promettente tanto da volerla applicare mentre il 9% afferma di averla già sperimentata, a livello internazionale.
IL DIGITALE NELLA RICERCA CLINICA
Le tecnologie digitali svolgono un ruolo chiave negli studi clinici, permettendo la raccolta dati anche a casa del paziente. Questo consente di avere non solo un numero maggiore di dati ma di averli anche diversificati tra loro. In particolare, i dati real-world (RWD) permettono di arricchire i risultati delle sperimentazioni e sono utilizzati dall’85% delle aziende per ottimizzare i prodotti esistenti.
Tuttavia, si incontrano sfide nell’uso dei RWD, in particolare per le restrizioni sul riutilizzo dei dati e la mancanza di standardizzazione a causa della diversità delle fonti.
LE BARRIERE AL DIGITALE
Per le aziende farmaceutiche, biotecnologiche e medtech, una buona gestione dell’innovazione digitale è essenziale per arricchire il proprio portafoglio di prodotti e ottimizzare i processi. Tuttavia, il 41% segnala problemi nel misurare i benefici degli investimenti digitali e carenze nelle competenze digitali, mentre il 38% cita la scarsità di risorse economiche come ostacoli principali. Queste difficoltà possono limitare l’introduzione di nuove soluzioni tecnologiche in Italia, impedendo di massimizzarne le potenzialità.
Per rispondere a queste sfide, le imprese si stanno dotando di strutture organizzative specifiche: il 23% ha creato un dipartimento dedicato all’innovazione digitale e il 21% ha designato personale specializzato, ma solo un terzo ha un budget assegnato e piena autonomia decisionale per promuovere tale innovazione.
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