Dal 28 al 30 ottobre 2024, Roma ha ospitato il Congresso Nazionale dell’Associazione Donne Giuriste Italia (ADGI), un evento che ha riunito oltre 180 socie provenienti da tutta Italia e figure di spicco dell’avvocatura e della magistratura, tra cui la prima presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano.
IL RUOLO DELL’ADGI
Tema principale del congresso è stato l’incidenza del ruolo delle professioni legali sull’economia, sulla società e sullo stato di diritto, con un focus sulle politiche di genere.
L’ADGI è un’organizzazione che, dal 2008, si occupa della tutela dei diritti delle donne nelle professioni legali. Fondata con l’obiettivo di contribuire all’eliminazione delle barriere normative, amministrative e sociali, l’ADGI lavora per garantire pari opportunità di accesso e crescita nelle professioni giuridiche.
La missione dell’Associazione è chiara: promuovere la parità di genere e l’empowerment femminile attraverso la diffusione dei principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione e dalla Carta delle Nazioni Unite.
L’Associazione Donne Giuriste Italia affronta temi di rilevante importanza giuridica e attualità, tra cui la riforma carceraria, l’introduzione di nuove disposizioni legislative contro la violenza sulle donne, la tutela dei minori, la protezione dell’ambiente e lo studio delle norme sulla mediazione.
“L’impegno che l’associazione Donne Giuriste Italia profonde nell’intraprendere percorsi di politiche di genere volti a realizzare le pari opportunità tra professioniste e professionisti nel mondo del lavoro e nella società è encomiabile.
Un impegno che abbraccio convintamente, consapevole di quanto incidano fasi di vita, condizioni ambientali ed anche culturali, nel percorso professionale delle donne, sovente lasciate sole a farsi carico di famiglie, magari con bambini piccoli e genitori anziani cui prestare cura e assistenza”.
Carlo Nordio, Ministro della Giustizia
DAI PREOCCUPANTI IN TEMA DI GENDER PAY GAP
Il congresso ha messo in luce dati preoccupanti: le avvocate guadagnano in media il 51,7% in meno rispetto ai colleghi uomini, con un reddito medio di 28.592 euro contro i 59.172 euro degli uomini. Una disparità che non diminuisce neanche dopo aver maturato esperienza professionale.
Infatti, dall’ultimo rapporto sull’avvocatura, è emerso che, se nella fascia 35-39 il divario è del 39%, quando si arriva a quella tra i 55 e i 59, la disparità supera persino il 50%. Questo è uno dei motivi, per Irma Conti, presidente di ADGI, che spinge le avvocate ad abbandonare la professione in numero maggiore e a cancellarsi dall’albo in quanto non è possibile riuscire a sostenere a lungo un’attività in perdita.
Questo accade perché, ha spiegato la Presidente di ADG, “nel nostro settore, come d’altronde in molti altri, c’è ancora lo stereotipo del professionista solo maschile. Il cliente – soprattutto se uomo – è naturalmente portato a conferire l’incarico a un uomo perché lo ritiene più professionale e competente. Gli uomini tra di loro hanno inoltre un network forte e si segnalano a vicenda, si sostengono”.
POLITICHE DI GENERE ED EFFICIENZA ECONOMICA
Sebbene uomini e donne siano ugualmente rappresentati tra i professionisti, persistono discriminazioni salariali e di potere. Le politiche di genere non riguardano solo l’equità, ma anche l’efficienza economica. Investire nelle donne significa investire nel futuro del Paese.
Una maggiore partecipazione delle donne alle professioni legali, infatti, potrebbe avere un impatto positivo sull’economia, considerando che queste professioni rappresentano l’1,7% del PIL.
PROPOSTE CONCRETE PER LE PROFESSIONISTE LEGALI
Per migliorare questa situazione, durante l’evento sono state presentate due proposte concrete.
La prima proposta riguarda l’obbligo per tutti gli uffici pubblici di rispettare le pari opportunità nei processi di selezione per il conferimento degli incarichi.
“È giusto – precisa Irma Conti – che la scelta finale ricada sul candidato o sulla candidata migliore per quel ruolo. Tuttavia, è altrettanto importante che, in fase di selezione, vengano date pari opportunità a tutti i candidati, senza escludere a priori uno dei due generi. Sappiamo infatti che alle donne quello che manca è spesso l’opportunità, non certo le capacità”.
La seconda proposta, invece, mira a facilitare la conciliazione tra vita lavorativa e familiare per le giuriste, introducendo la deducibilità totale delle spese sostenute per la cura dei figli.
“Siamo consapevoli che tante donne lasciano la professione o la svolgono al di sotto delle loro capacità per la difficoltà a conciliare famiglia e lavoro. Quelle che ci provano devono spesso ricorrere a babysitter o ad altri aiuti per riuscire a lavorare con il risultato che tutto ciò che guadagnano finisce in queste spese. Per questo abbiamo proposto di introdurre la deducibilità totale delle spese che le professioniste sostengono per la cura dei figli. Riconoscere questa agevolazione avrà un effetto duplice: un aiuto per le professioniste e la creazione di nuovi posti di lavoro che sosterranno la ripresa economica”
Queste proposte sono di fondamentale importanza poiché affrontano direttamente le barriere che ancora ostacolano le donne nel settore legale.
RIFLESSIONI E OBIETTIVI FUTURI
Il Congresso Nazionale dell’ADGI ha rappresentato un momento di riflessione e proposta, con l’obiettivo di promuovere l’uguaglianza di genere e migliorare le condizioni lavorative delle donne giuriste in Italia.
Oltre alle due proposte presentate, infatti, l’associazione intende aggiungerne una terza: “Vogliamo proporre – ha dichiarato Conti – che la certificazione di parità per le aziende valga anche nella valutazione degli incarichi professionali così da equiparare davvero le opportunità per uomini e donne”.
Con queste iniziative, l’ADGI spera di costruire un futuro più equo e inclusivo per tutte le professioniste legali.
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