Lo scorso week-end (14 – 15 novembre 2020) si è tenuta la Prima edizione delle Giornate del Mare di Limes: l’Italia è il mare.
L’appuntamento, rigorosamente on line, ha sottolineato come il mare potrebbe essere la risorsa giusta per rilanciare il nostro Paese dal punto di vista geopolitico, culturale ed economico.
Nonostante il Mediterraneo sia uno strumento strategico nei traffici transoceanici e nei rapporti con le altre nazioni, l’Italia non sembra riuscire a sfruttare adeguatamente “questo moltiplicatore di influenza e di ricchezza”.
All’evento sono intervenuti molti attori e analisti italiani ma anche diverse controparti estere per analizzare al meglio l’attuale situazione e ipotizzare un possibile piano di interventi per il futuro.
L’IMPORTANZA DEL MARE
Il Presidente di Confitarma, Mario Mattioli, ha sottolineato che è importante “prendere coscienza del fatto che il mare per noi è fondamentale”.
Occorre recuperare terreno rispetto dell’estero. “L’allarme lanciato dalla logistica nazionale – che sconta un gap di competitività che ha raggiunto i 70 mld di euro – sembra aver dato una scossa al sistema. Ma ancora una volta, l’attenzione agli interessi nazionali sembra essere riservata principalmente agli attori logistici di terra, attenuandosi nei confronti degli operatori marittimi. Eppure, come tutti sappiamo, il Mare è il primo e determinante anello della filiera logistica nazionale”.
Mario Mattioli, Presidente di Confitarma
Mattioli ha sottolineato con piacere il riconoscimento da parte di Confindustria dell’importanza del mare nominando “un vice presidente con specifica delega all’economia del mare”.
“Ci deve essere sinergia tra tutti gli attori – istituzioni e industria – dell’economia blu perché siamo tutti connessi. Ora dobbiamo allearci, e far sì ci sia una cabina di regia che parli con una voce sola, altrimenti si complica invece di semplificare”.
Mario Mattioli, Presidente di Confitarma
La sfida fondamentale da superare è “l’estensione dell’impianto normativo del Registro Internazionale e della Tonnage Tax alle bandiere comunitarie, come richiesto dalla Commissione, che dovrà essere necessariamente perimetrato limitando i beneficiari alle sole compagnie armatoriali ubicate in Italia, così tutelando la rotta dell’interesse nazionale, della sua industria e del suo indotto” ha concluso Mattioli.
LA STRAORDINARIA NORMALITÀ
Un altro incontro che evidenziamo è quello di Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma, che è intervenuto nel panel “Il Mediterraneo nell’Oceano Mondo”.
Questi ha ribadito come il trasporto marittimo sia fondamentale per la vita quotidiana e per l’intera economia in quanto coinvolge settori come il cibo, l’energia e perfino l’abbigliamento.
Nonostante questa trasversalità del settore siamo “affetti” da sea-blindness in quanto non riusciamo realmente a cogliere l’importanza e le potenzialità del nostro mare.
Occorre quindi trovare la formula giusta per ridare visibilità alla straordinaria normalità del trasporto marittimo. Non è un caso che, sin dall’inizio della pandemia, il Governo abbia disposto che i servizi di trasporto marittimo non possono assolutamente interrompersi in quanto servizi essenziali per assicurare i rifornimenti indispensabili di cui il nostro Paese ha bisogno e garantire i collegamenti con le isole maggiori e minori.
Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma
Quindi, da dove partire per restituire la giusta visibilità al mare?
La nave è il primo indispensabile anello della catena logistica e della infrastruttura mobile in grado di generare economia grazie alla creazione di nuovi posti di lavoro, sia a terra che in mare.
Se usassimo la nave come un’unità di misura della nostra “marittimità”, l’Italia risulterebbe uno dei principali Paesi marittimi su scala mondiale.
LE SFIDE MARITTIME DEL FUTURO
Il “risveglio della nostra cultura marittima” dovrà affrontare molte sfide nel prossimo futuro. Tra queste c’è sicuramente la ricerca della migliore strategia per contrastare la pirateria marittima e quella per affrontare l’attuale emergenza migratoria.
Altro nodo essenziale è la modalità con la quale colmare il gap logistico del nostro Paese rispetto all’enorme concorrenza dei porti del Sud del Mediterraneo e del North Range.
Non è secondaria la definizione dei nuovi piani d’intervento per le grandi rotte pendulum (che uniscono l’Europa alla Cina e agli Stati Uniti) e lo sviluppo delle ZES (zone economiche speciali).
L’industria del mare potrà affrontare tutte queste sfide solo con le giuste regole comuni e un idoneo piano per la competitività.
AMBITI DI RIFERIMENTO
Attualmente il nostro sistema marittimo nazionale poggia interamente sull’istituzione del Registro Internazionale e l’industria del mare potrebbe incidere positivamente in molti ambiti eterogenei come la blue economy, lo sviluppo tecnologico, la crescita del numero di posti di lavoro, l’ambiente e la sostenibilità.
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