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QUESTIONI DI VACCINI

In questo difficilissimo anno di pandemia le questioni dei vaccini sembrano sempre più la luce in fondo al tunnel. Eppure anche questa luce non sembra ancora molto chiara.

I principali vaccini attualmente giunti alla fase di approvazione sono 3, sviluppati da:

  • Pfizer Biontech
  • AstraZeneca
  • Moderna
DUBBI E PUNTI CRITICI

Ovviamente sono moltissime le questioni aperte in questa “fase finale” dell’arrivo al “momento vaccino”. Alcune scaturiscono dai dubbi sulla loro efficacia, sull’iter abbreviato e la relativa “sicurezza”, sull’adeguatezza di tutti i passaggi dallo studio alla realizzazione alle casistiche. Su questi aspetti Guido Rasi esprime una certa rassicurazione:

“In Ema è stata costituita una task force che lavora solo sul Covid, composta da esperti indicati dalla rete delle autorità regolatorie nazionali. A loro spetta la valutazione dei dati prodotti per lo sviluppo di farmaci e vaccini anti Covid. Le aziende sono state autorizzate a mandare i dati man mano che ne avevano e la task force li ha esaminati volta per volta senza dover attendere la conclusione dell’intero dossier per l’autorizzazione. In questo modo i tempi di valutazione si accorciano: da 1 anno a 3 mesi. L’Ema sta lavorando da 3 mesi su sui vaccini di Astrazeneca, Moderna e Pfizer/Biontech.

I dati ufficiali dell’Agenzia del farmaco vengono pubblicati sul sito dell’Ema e chiunque li potrà consultare, compresa la metodologia e i passaggi che hanno portato all’approvazione dei singoli prodotti”.

Guido Rasi – ex direttore dell’Agenzia europea del farmaco

Altre questioni sorgono dai “piani di distribuzione”. Questi saranno infatti fondamentali per assicurare un rapido e ottimale servizio di vaccinazione a livello nazionale (ed anche globale).

UNA SFIDA SENZA PRECEDENTI

La sfida della logistica, che per il numero delle dosi da trasportare è già di per sé piuttosto impegnativa, viene a complicarsi per le condizioni necessarie al trasporto stesso. In alcuni casi si parla infatti di vaccini che dovranno conservare temperature costanti di -75°.

Salvo fatto per medicinali o dispositivi speciali che nella normalità rappresentano casi “eccezionali” non all’ordine del giorno, le temperature dei trasporti ordinari legati ai farmaci non varia rispetto a quella dell’alimentare fresco +2°/+8° o surgelato -18°/+3°.

Il mantenimento della cosiddetta “catena del freddo”, soprattutto se si parla di -75° potrà richiedere, ad esempio, l’utilizzo di ingenti quantitativi di CO2 allo stato solido (ossia ghiaccio secco). E già questo potrebbe rappresentare un ostacolo sia per la sommaria scarsità di CO2 (derivato secondario dei prodotti di ammoniaca) – che già nel 2018 aveva causato problemi alle industrie delle bibite gassate – e sia per i rischi connessi al trasporto di grandi quantità di questa materia.

Dai problemi del trasporto si passa poi a quelli dello stoccaggio, negli hangar o nei magazzini, e nelle strutture che saranno deputate alla vaccinazione. A questo proposito la Desmon – ramo del gruppo americano The Middleby Corp – con sede a Nusco, (AV), ha messo a punto dei supercongelatori specifici con caratteristiche e dimensioni, idonee all’uopo, per i quali speriamo che le certificazioni arrivino presto.

RISCHI E SOLUZIONI

Recentemente la Pfizer-Biontech, il cui vaccino è proprio quello che richiede i -75°, ha individuato 300 punti di distribuzione del vaccino e sarà la stessa azienda farmaceutica ad occuparsi della consegna in questi punti.

Le multinazionali della logistica saranno chiaramente in prima linea nell’operazione, anche se non sono mancati riferimenti a possibili coinvolgimenti di realtà militari.

Quali che saranno le realtà coinvolte in ogni delicato passaggio, questa operazione per il mondo attuale è senza precedenti. Ci auguriamo che al di là delle critiche e delle discussioni politiche si riesca al più presto a concretizzare i piani vaccinali nazionali (e mondiali), e che si mantengano sempre alti i livelli di attenzione sull’intera operazione, che, seppur caratterizzata dalla massima urgenza, non generi ulteriori danni e perdite in un periodo già così critico.

Come spesso accade, in questa pandemia, tutto il mondo e tutti i settori stanno dimostrando un altissimo grado di resilienza. Lo stesso settore assicurativo, che troppo spesso appare statico o lento nelle reazioni, dimostra, invece, ancora una volta la sua capacità di accompagnare l’evoluzione dei tempi. Di fronte ai nuovi rischi le compagnie, i broker, i risk manager e tutti gli esperti del settore si sono adoperati e stanno tutt’ora adoperandosi per offrire servizi per la mitigazione dei rischi e coperture più complete possibili, per accompagnare il mondo nell’uscita più rapida dalla pandemia.

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