A quanto pare il 2020, oltre che per la pandemia, sarà ufficialmente l’anno dei “Pirati”. I pirati del web, cosiddetti hackers, che hanno avuto il monopolio quasi assoluto della scena nel settore della criminalità, e i pirati veri, quelli del mare, la cui attività è stata indubbiamente incrementata.
Dal rapporto annuale dell’International Maritime Bureau (IMB) emerge che, nel 2020, gli episodi di pirateria e di rapine a mano armata in mare contro navi in tutto il mondo sono aumentati del 20%. Il risultato in numeri è 195 episodi rispetto ai 162 del 2019. In questi sono inclusi: 3 navi dirottate, 11 navi oggetto di colpi di armi da fuoco, 20 tentativi di attacco e 161 navi abbordate.
Come zona a più alto rischio si riconferma, da anni, il Golfo di Guinea, qui i pirati riescono a portare a segno attacchi sempre più lontano dalla costa. Nel giro di un mese la Maersk Cardiff e la Maersk Cadiz, per esempio, sono state attaccate proprio nel Golfo di Guinea, così, la prima compagnia container al mondo ha chiesto l’intervento dei militari per arginare il rischio dilagante degli attacchi dei pirati al largo della costa dell’Africa occidentale.
“Al giorno d’oggi è inaccettabile che i marittimi non possano svolgere il loro lavoro: quello di garantire una catena di approvvigionamento vitale in questa regione senza doversi preoccupare degli attacchi dei pirati. Il rischio ha raggiunto un livello in cui è necessario dispiegare una capacità militare efficace ”
Aslak Ross, capo della divisione marine standars presso Maersk
SINGAPORE
Anche nello stretto di Singapore l’attività di rapina a mano armata in mare è sensibilmente cresciuta, con 23 incidenti segnalati nel 2020. In questa zona, tuttavia, gli atti di pirateria avvengono perlopiù nottetempo, e sono finalizzati al furto, pertanto sono considerati di basso livello. Ciononostante, anche questi creano non pochi problemi di sicurezza alle navi e agli equipaggi.
EU NAVFOR ATLANTA E LA SOMALIA
In Somalia, altro luogo normalmente molto gettonato dai pirati, nel 2020 non sono stati registrati incidenti ma l’IMB raccomanda ai comandanti e agli equipaggi di non abbassare la guardia rispetto ai pirati somali. A suggello di questa raccomandazione il 22 dicembre il Consiglio dell’Ue ha deciso di prorogare fino al 31 dicembre 2022 il mandato della missione EUNAVFOR Atalanta in Somalia. Lo scopo principale della missione è proprio quello della prevenzione e repressione degli atti di pirateria e rapina a mano armata. Il nuovo mandato introduce ulteriori compiti di monitoraggio del traffico di stupefacenti, armi, traffico di esseri umani, pesca non dichiarata e non regolamentata e commerci illeciti.
EFFETTI…COLLATERALI
I numerosi attacchi subiti, hanno portato con sé parecchi “effetti collaterali” che pesano sui “caricatori” che operano in zone a rischio. Tra questi, ad esempio figurano gli aumenti dei premi assicurativi, e i costi relativi all’assunzione di navi di scorta, spesso con personale armato della Marina Militare.
PROPOSITI E POSSIBILI SOLUZIONI
La tendenza di crescita della pirateria marittima è indubbiamente preoccupante. Nel 2020, complice la pandemia, questa è stata senza dubbio agevolata dalle pratiche anti-contagio, che hanno, tra le altre cose, ridotto le rotazioni degli equipaggi.
L’IMB, dati e analisi alla mano, consiglia alle navi nella regione di rimanere sempre ad almeno 250 miglia dalla costa, o fino a quando non si possa transitare per iniziare le operazioni di carico in un ormeggio o ancoraggio sicuro. Per affrontare nel modo più efficace la situazione, secondo l’IMB serve un maggiore scambio di informazioni e coordinamento tra navi, agenzie di segnalazione e risposta (anche da terra, per esempio nella suddetta regione del Golfo di Guinea).
“I Paesi europei dovrebbero collaborare ad una missione navale congiunta nel Golfo di Guinea in grado di garantire la protezione della navigazione commerciale nella regione.”
Trine Bramsen – Ministro della Difesa Danese
Oltre l’intenzione di cooperazione internazionale, si avvertono numerose difficoltà ed anche qualche resistenza alla soluzione condivisa del problema della sicurezza in mare. Perciò, nonostante tutto, alcune delle ipotesi avanzate riguarda modelli di sicurezza marittima di carattere privato.