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CAMBIAMENTO CLIMATICO ED EVENTI CATASTROFALI. IL FOCUS ASSICURATIVO

Il cambiamento climatico ha avuto forti ripercussioni sia in Europa che nel mondo. Per la Commissione europea, occorre, non solo mitigarne gli effetti ma anche prepararci ad affrontarne le conseguenze. Per questo motivo ha delineato, con una nuova strategia, un percorso da intraprendere per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.

Un percorso che coinvolge tutti i settori della società tramite la pianificazione, una corretta valutazione del rischio climatico e rafforzando la resilienza a livello mondiale.

“La pandemia di COVID-19 ci ha ricordato con durezza che una preparazione insufficiente può avere conseguenze disastrose.
Non esiste alcun vaccino contro la crisi climatica, ma possiamo ancora combatterla e prepararci ai suoi effetti inevitabili […].
La nuova strategia di adattamento ai cambiamenti climatici ci consente di accelerare e approfondire i preparativi. Se ci prepariamo oggi, possiamo ancora costruire un domani resiliente ai cambiamenti climatici“.

Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo responsabile per il Green Deal europeo
LE PERDITE DOVUTE AL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Solo in Europa è stata stimata la perdita di una media di 12 miliardi di euro l’anno a seguito di eventi meteorologici estremi. Se il riscaldamento globale aumentasse si esporrebbe l’economia ad una perdita annua di almeno 170 miliardi di euro.

Oltre al fattore economico, il cambiamento climatico coinvolge anche la salute ed il benessere dei cittadini. La catastrofe naturale più letale del 2019 è stata l’ondata di calore che ha colpito l’Europa provocando 2.500 vittime. Per questo è necessario procedere ad azioni di adattamento sistematico a tutti i livelli della società e in tutti i settori dell’economia.

IL SETTORE ASSICURATIVO

Tra le linee d’azione proposte una è volta a colmare il “gap di protezione climatica” determinato dalla parte dei costi derivanti dalle catastrofi naturali non coperta da un’assicurazione.

La Commissione vorrebbe promuovere il più possibile schemi assicurativi nazionali contro i danni catastrofali ed aumentare il monitoraggio ed il coordinamento già in corso a livello UE.

Ad oggi, evidenzia la Commissione, la copertura, a livello europeo, va da un minimo del 5% ad un massimo del 35% del totale dei danni, mentre l’industria assicurativa ha calcolato che ogni punto percentuale in più di copertura potrebbe ridurre i costi globali a carico della fiscalità generale del 22%.

Per avviare questi cambiamenti l’intenzione è quella di aprire un dialogo approfondito con tutte le parti interessate cominciando dalle imprese assicuratrici.

“L’Istituto fornirà informazioni in modo che gli assicuratori possano creare migliori prodotti a un prezzo più equo per i clienti. Il divario nella protezione del clima in Europa è ancora troppo elevato e troppo spesso l’onere finanziario dei disastri naturali ricade su famiglie e imprese non assicurate o sulle finanze pubbliche”.

Frans Timmermans
LA POSIZIONE DELL’ANIA

L’ ANIA, presieduta da Maria Bianca Farina, condivide “le proposte formulate dalla Commissione europea in merito alla lotta ai cambiamenti climatici”. In particolare, per quel che riguarda il rilievo ed il valore assegnato al comparto assicurativo “nella mitigazione degli effetti delle catastrofi naturali”.

“La proposta va nel senso da sempre auspicato da ANIA di perseguire una più efficace resilienza agli eventi catastrofali, con la conseguente riduzione dei costi a carico dello Stato per la copertura dei loro effetti”.

Maria Bianca Farina, Presidente di ANIA

Bisogna realizzare anche in Italia “un sistema gestionale, programmato ex ante ed efficiente del rischio derivante dalle catastrofi naturali. Come? La soluzione, ha dichiarato Maria Bianca Farina, consiste in “una partnership pubblico-privata che preveda uno strumento di assicurazione delle abitazioni private contro i rischi connessi a terremoti, alluvioni ed eventi naturali”.

Facendo leva sulla mutualizzazione assicurativa dei rischi – prosegue il Presidente dell’ANIA -, si possono garantire prezzi contenuti, tempi certi e ragionevoli di risarcimento del danno, trasparenza nelle procedure, con attenzione rigorosa alla prevenzione, opportune modalità di finanziamento della ricostruzione e ottimizzazione della gestione delle emergenze post-evento”.

Per ottenere una partecipazione molto ampia allo schema si dovrebbe utilizzare parte dei fondi del PNRR. Si tratterebbe di un’importante iniziativa di riforma, di un vero e proprio investimento sia da parte pubblica sia da parte privata, per mettere in sicurezza il nostro territorio e rafforzare la protezione dei cittadini”, conclude Farina

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