Con più di tre mila satelliti inattivi o quasi, la questione dei detriti spaziali diventa sempre più un problema. L’aumentare dell’utilizzo dei dati presi dallo spazio, volti a migliorare la vita dell’uomo, ha fatto crescere negli ultimi anni il numero di satelliti in orbita. Con esso però è aumentato anche il numero di detriti spaziali e conseguentemente il rischio di possibili collisioni con i satelliti in funzione.
La nostra dipendenza dallo spazio è destinata ad aumentare e la space economy tiene salde le moderne economie: telecomunicazioni, servizi di navigazione, monitoraggio del clima, previsioni del tempo sono solo alcune applicazioni dei dati provenienti dallo spazio, ma questo trend è destinato a salire notevolmente. Per ridurre sia l’impatto ambientale che i rischi collegati ai detriti “abbandonati” in orbita è necessario trovare al più presto le soluzioni adatte.
DALL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ARRIVA UN POSSIBILE AIUTO
Per ridurre il problema dei detriti spaziali si sta puntando molto sull’aiuto della tecnologia. Molte startup stanno mettendo in atto le loro idee per trovare le migliori soluzioni.
Tra queste ci sono:
LeoLabs, startup statunitense, che sta progettando un network di sensori che servirà a monitorare e mappare oltre 250.000 oggetti in orbita assistendo gli operatori nella previsione di possibili collisioni.
La startup torinese AIKO, invece, sta realizzando “MiRAGE”, un sistema digitale che, sfruttando algoritmi di intelligenza artificiale permette una “navigazione autonoma“. I satelliti con questa tecnologia potrebbero ridurre al minimo il rischio collisione aumentando il tempo di operatività al massimo.
Attualmente le manovre ed i campi d’assetto sono gestiti da terra da numerosi tecnici che, in alcuni casi, non riescono a fornire le risposte nel tempo utile ad evitare la collisione.
SPACE SUSTAINABILITY RATING, PER UNO SPAZIO SOSTENIBILE
Nel corso del World Economic Forum è stata lanciata la prima iniziativa globale per uno “spazio sostenibile”: lo Space Sustainability Rating (SSR), come già succede per l’efficienza energetica, indicherà le azioni volte alla salvaguardia dell’ambiente per migliorare la “salute oltre la Terra” delle singole aziende.
“L’SSR mira a influenzare il comportamento di tutti gli attori del volo spaziale, in particolare le entità commerciali, e aiuta a portare nell’uso comune le pratiche sostenibili di cui abbiamo disperatamente bisogno”.
Holger Krag, capo del programma di sicurezza spaziale dell’ESA
Questo sistema valuterà il livello di sostenibilità basandosi su: condivisione dei dati, misure anti-collisione, scelta dell’orbita, piani per “disorbitare” i satelliti a fine missione e molto altro. Inoltre, saranno premiati eventuali “dispositivi di presa” che serviranno alla futura eliminazione dei detriti.
Il Forum, insieme all’Esa, un team dello Space Enabled Research Group e del MIT Media Lab con la collaborazione dell’Università del Texas ad Austin e di BryceTech, sta lavorando a questa iniziativa da due anni.
Inoltre l’Esa sta sviluppando anche il programma Clean Space basato su tre pilastri:
- progettazioni delle missioni future adottando canoni di sostenibilità moderi;
- riduzione dell’impatto dei satelliti in orbita;
- progettazione di sistemi di rimozione dei detriti.
Attraverso queste iniziative, secondo l’Osservatorio Space Economy della School of Management del Politecnico di Milano, le aziende emergenti in questo settore potrebbero trovare soluzioni innovative per uno spazio più sostenibile.
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