“Abbiamo speso 100 anni della nostra esistenza per onorare l’arte che fin da bambini abbiamo scelto di praticare, cioè la medicina”
Prof. Delfo Galileo Faroni
Delfo Galileo Faroni ha attraversato e superato un secolo, spegnendosi all’età di 101 anni. Illuminato, sorridente, filantropo, curioso, di animo umile e coraggioso durante la sua lunga vita ha lasciato davvero “il segno”, con il sostegno della moglie Nadia e dei figli Cristopher, direttore generale del Gruppo INI e Jessica alla guida del Gruppo e al vertice dell’AIOP Lazio, la maggiore associazione della sanità privata regionale.
Con il suo sorriso, la passione e la dedizione per il lavoro, un grande senso di altruismo, la curiosità, la modestia e il coraggio, possiamo dire che ha dedicato la sua vita al servizio dell’uomo, nella delicata pratica della “Cura”, sempre sostenuto dalla famiglia, come testimonia la creazione – oltre 70 anni fa – del Gruppo INI, Istituto Neurotraumatologico Italiano.
Delfo Galileo Faroni è nato a Roma, l’8 agosto 1920, si è laureato in Medicina, divenendo reumatologo per seguire lo zio, Tommaso Lucherini. È divenuto poi l’allievo prediletto del professor Nicola Pende avventurandosi nella scienza dell’endocrinologia.
LA TECNOLOGIA E L’UOMO UN PROGETTO ALL’AVANGUARDIA
Nella creazione delle sue strutture sanitarie è sempre stato molto fiducioso nella tecnologia, realizzando centri d’eccellenza all’avanguardia, a Roma, Grottaferrata, Tivoli, Canistro, Veroli, Guidonia, Fonte Nuova. Nei suoi centri, anticipando i tempi sono state introdotte tecnologie mediche come: la Roentgenterapia, il litotritore per la calcolosi renale e la prima RMN. Il tutto ponendo l’uomo al centro dell’intero progetto, attraverso un innovativo concetto: “la struttura aperta”. Nei Centri INI, infatti, il paziente viene concepito come un soggetto attivo e non come un “numero”.
Approfittiamo di questo piccolo spazio memoriale per ricordare e condividere con voi anche le azioni intraprese durante l’occupazione tedesca a Roma. Il Professor Faroni, infatti, gioca un ruolo importante a sostegno degli ebrei rischiando in prima persona e creando all’interno del Policlinico un reparto malattie infettive in modo da non permettervi l’ingresso delle SS: i pazienti di questo reparto sono tutti ebrei…nessuno malato.
Oggi si sono tenute le cerimonie di commemorazione nel piazzale della clinica di Grottaferrata. Per chi desiderasse onorarne la memoria, nel rispetto delle ultime volontà del Professore, sono gradite libere donazioni alla “Fondazione Villaggio Don Bosco”.
Noi un po’ romantici e sognatori crediamo che vite come queste non possano davvero finire, e che continuino ad ispirare, guidare ed illuminare come cerchi che si aprono nell’acqua la famiglia, gli amici e tutti noi.