Tra la protezione del made in Italy e la tutela dei consumatori, si sta provvedendo a chiarire e disciplinare ulteriormente i cosiddetti reati agroalimentari.
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale nr. 72 del 24 marzo, il Decreto-legge n. 42/2021 (decreto Cartabia), recante: “Misure urgenti sulla disciplina sanzionatoria in materia di sicurezza alimentare“.
Il provvedimento, approvato in extremis dal Governo, è volto a rimediare all’abrogazione di gran parte dei reati previsti dalla Legge nr. 283/62, che sarebbe avvenuta lo scorso 26 marzo con l’entrata in vigore del Decreto legislativo n. 27/2021 di adeguamento della normativa nazionale al Regolamento Europeo 625/2017.
L’art. 18 del nuovo Decreto legislativo prevedendo l’abrogazione di numerose disposizioni della Legge n. 283/1962, dalle contravvenzioni igienico-sanitarie agli illeciti amministrativi, appariva in controtendenza rispetto alle crescenti esigenze del settore alimentare, che mirano al perfezionamento del sistema sanzionatorio delle frodi alimentari, con la previsione di una specifica aggravante in caso di “falso bio”, alla creazione della figura di “disastro sanitario”, fino all’inclusione di tali reati nel novero di quelli rilevanti ai fini della responsabilità da reato delle persone giuridiche.
Il fine è quello di garantire da un lato la tutela del “Made in Italy” e dall’altro, ovviamente, la tutela del consumatore, che pur ponendo sempre più attenzione nella selezione, acquisto ed utilizzo dei prodotti agroalimentari, difficilmente riesce a destreggiarsi dal dominio del settore delle multinazionali soggette alla globalizzazione e a continue aggregazioni societarie.
IL PROGETTO DI RIFORMA CASTELLI SUI REATI AGROALIMENTARI
Il 25 febbraio 2020, il Consiglio dei Ministri ha approvato il Ddl n. 283 rubricato “Nuove norme in materia di reati agroalimentari”, che riprende i contenuti del precedente Ddl S n. 2231 del 2016, con il quale era stato recepito il progetto di riforma dei reati in materia agroalimentare elaborato dalla Commissione Castelli nel 2015.
Il provvedimento interviene sul Codice penale e sulla legislazione speciale del settore agroalimentare, nonché su leggi complementari, che negli anni si sono sovrapposte in materia.
Gli obiettivi principali del Disegno di legge sono:
- contrastare le agromafie;
- ostacolare le frodi agroalimentari;
- garantire il diritto alla salute e alla sicurezza dei cittadini.
Sulle frodi alimentari in particolare, la ministra Bellanova ha fatto presente che il falso Made in Italy costa al nostro Paese 100 miliardi di euro all’anno, “un vero e proprio furto di identità” che mina la reputazione del nostro Paese, inganna i consumatori minandone la salute e danneggia soprattutto i produttori italiani del settore.
LE PRINCIPALI NOVITÀ DEL DDL NR. 283
Reato di “agropirateria”. Il reato di agropirateria presuppone un reato associativo in cui un’organizzazione si inserisce nella filiera commerciale di alimenti che, per origine, provenienza, ecc. sono diversi da quelli indicati o dichiarati o utilizza marchi di qualità (DOP e OGP) contraffatti, o indicazioni false, tali cioè da trarre in inganno i consumatori sull’origine o identità o qualità del prodotto.
Reato di “disastro sanitario”. Il reato di disastro sanitario punisce chi provoca colposamente la lesione grave o la morte di 3 o più soggetti e il pericolo grave e diffuso di eventi simili in danno di altre persone. Questo nuovo reato prevede pene severissime con la reclusione dai 6 ai 18 anni.
Per la prima volta vengono introdotte sanzioni mirate nei confronti di coloro che producono e commercializzano alimenti che manifestano pericolosità nel medio e lungo periodo, anche in via eventuale.
Inoltre, sono previste sanzioni per l’omesso ritiro di alimenti pericolosi per la salute.
L’Italia propone così un modello nuovo di contrasto al crimine in uno dei settori strategici per il nostro Paese, rafforzando la tutela della salute dei consumatori.
IL SETTORE ASSICURATIVO PER LE AZIENDE
Sul mercato sono presenti coperture che permettono alle aziende di tutelarsi dal rischio di produrre, importare o vendere prodotti difettosi e di proteggere il proprio business e, in nome dei principi di trasparenza e diligenza che la pandemia sembra aver rispolverato, speriamo che le aziende del settore sappiano farne buon uso ricorrendo all’ausilio di consulenti ad hoc.