Quale momento migliore della festa degli innamorati per parlare di fiori? Questo secondo “San Valentino” in pandemia, ci ha portato a riflettere su molti aspetti.
Inutile dire che il settore che più profondamente paga lo scotto della pandemia, anche a San Valentino, è quello della ristorazione. Sin dall’inizio del primo lockdown tutte le realtà legate al food & beverage che sono sopravvissute alle chiusure totali, hanno dovuto cambiare pelle, offerte e modalità. Il c.d. delivery è diventato parte integrante della “nuova normalità” a discapito delle piacevoli cene fuori. Ad ogni modo, augurando a tutti gli innamorati di riuscire a godersi fuori o a casa una piacevole cena romantica, ci concentreremo sulla questione dei fiori.
QUESTIONI DI FIORI
Il settore florovivaistico, in Italia, vive un momento di grande crisi. Il boom dei costi energetici – che ha fatto registrare aumenti fino al 50% – sta avendo pesanti ripercussioni su tutti gli aspetti interessati dalla filiera:
- i costi di riscaldamento delle serre;
- i carburanti per la movimentazione dei macchinari;
- le materie prime;
- i fertilizzanti (con aumenti anche nell’ordine del 143%);
- gli imballaggi (la plastica per i vasetti ha visto incrementi del 72%, i fiori al vetro del 40%, la carta del 31%);
- i tempi di consegna, che si allungano fino ad arrivare, in qualche caso, a quintuplicare.
Secondo dati recenti, il settore florovivaistico vale oltre 2,57 miliardi di euro, generati da 27.000 aziende attive in Italia, con un indotto complessivo di 200.000 occupati. Eppure i fiori Made in Italy stanno progressivamente scomparendo, travolti da quelli di importazione (il cui utilizzo è aumentato, secondo l’ISTAT, già del 20%) – e spesso si tratta di prodotti ottenuti dallo sfruttamento della manodopera, come nel caso delle rose dal Kenya, su cui grava la scure del lavoro sottopagato e senza diritti, e dei fiori dalla Colombia, dove a essere penalizzate sono le donne.
Quindi per sostenere l’economia italiana anche in questo giorno dedicato all’amore l’appello va soprattutto agli innamorati italiani perché preferiscano le produzioni Made in Italy acquistando fiori direttamente dai produttori o dai punti di vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere imprese, occupazione e territorio.