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A SCUOLA NEL BOSCO

La situazione di incertezza e disagio attraversata da tutte le isituzioni e soprattutto da quelle scolastiche statali a seguito della pandemia Covid-19 ha spinto moltissime famiglie a percorrere la strada della “scuole parentali”, piccole comunità educative di iniziativa genitoriale, che si dotano di uno o più educatori per condurre esperienze educative autonome rispetto alla scuola statale.

In Italia sono sorte negli ultimi anni, con un trend che ha avuto un’accelerazione particolarmente eccezionale, numerosissime realtà educative parentali, di varia ispirazione pedagogica e con forme organizzative delle più disparate, oltre che con dimensioni e location differenti. Allo stato attuale non esiste un vero e proprio censimento attivo riguardante queste realtà alternative, pertanto, risulta molto difficile quantificarle sul territorio nazionale: a occhio possiamo intuire che si tratta di centinaia e centinaia di realtà che coprono con diverse ampiezze, tutte le regioni.

L’ESEMPIO DELL’ALTO ADIGE

L’Alto Adige, ad esempio, ha fatto registrare un boom di scuole “clandestine” no vax dove distanziamento, vaccinazioni e mascherine sono banditi. La magistratura ha individuato finora almeno 10 “scuole nel bosco”: bambini, sottratti all’insegnamento pubblico dalle famiglie, frequentano le lezioni nei boschi della val Aurina, alta val Venosta e Passiria. Secondo l’indagine sono in tutto sono 629 gli alunni attualmente in home shooling, contro i 30 del periodo pre-pandemico. La procura ha chiesto di segnalare i casi in cui c’è il rischio di una “lesione allo studio”, così sono state avviate ispezioni mirate nei confronti delle famiglie che hanno ritirato i figli dal sistema scolastico. Tra gli elementi presi in esame ci sarebbe anche un video girato da un insegnante no vax sospeso relativo alla sua classe durante le lezioni all’aria aperta.

DUBBI E SICUREZZA

La situazione, che trova in quest’indagine altoatesina il picco dell’iceberg, desta notevoli preoccupazioni e dubbi: Queste scelte fatte in questo periodo storico sociologico post-pandemico così straordinario e rivoluzionario sembrano più dettate dalla sfiducia nelle istituzioni che non da reali progetti pedagogici alternativi. Non è chiaramente nostra intenzione di far “di tutt’un’erba un fascio” ma la preoccupazione sugli aspetti sociali che queste soluzioni alternative potranno creare, nel breve e nel lungo periodo è tutt’altro che banale.

Per non parlare delle situazioni di rischio che si aprono in merito a questioni di sicurezza e responsabilità quando si parla di strutture “alternative”. E oltre ai rischi socio culturali, che analizzeremo più avanti, intendiamo riflettere anche sui rischi fisici: animali che possano avvicinare o aggredire bambini, strutture non a norma, disturbi dell’attenzione derivanti da ambienti inadeguati, infortuni, danni etc etc.

Cerchiamo quindi di capire meglio di cosa parliamo.  

COS’È LA SCUOLA PARENTALE

Con il termine scuola parentale (alias “homeschooling” o “istruzione parentale”) si indica la scelta di una famiglia, o di un gruppo di famiglie, di provvedere autonomamente all’istruzione dei propri figli. In questi casi l’insegnamento può essere impartito dai genitori, oppure da un educatore privato.

Questa possibilità è garantita dall’Art. 33 della costituzione:

Articolo 33
“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato”.

Il testo di questo articolo spiega con chiarezza che qualsiasi privato ha la possibilità di costituire una scuola o un istituto educativo, a patto che gli studenti espletino gli esami di Stato alla fine di ogni anno scolastico per proseguire con il successivo.

LE INDICAZIONI DEL MIUR E GLI ESAMI DI FINE ANNO

Il Miur preso atto della possibilità di un’istruzione parentale, ha determinato alcune semplici regole per disciplinarlo. In sostanza, gli adempimenti per i genitori che intendono avviare una scuola parentale sono:

  • La comunicazione di tale volontà al dirigente scolastico della scuola più vicina alla famiglia.
  • La dimostrazione a tale dirigente scolastico che la famiglia ha le competenze tecniche (o le possibilità economiche) per sostenere tale scelta
  • Il sostenimento, ogni anno, di un esame di idoneità alla classe successiva

Il sito ufficiale del Miur mette a disposizione il testo con le indicazioni generali:

“I genitori o gli esercenti la potestà parentale, che intendono provvedere in proprio all’istruzione di minori soggetti all’obbligo di istruzione, devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola viciniore un’apposita dichiarazione, da rinnovare anno per anno, circa il possesso della “capacita tecnica o economica“ per provvedervi. Il dirigente scolastico ha il dovere di accertarne la fondatezza.
A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore e tenuto a sostenere un esame di idoneità all’anno scolastico successivo”.

Persino al MIUR sembrano quindi sfuggire tutti gli aspetti di sicurezza e gli scenari di rischio reali e potenziali, giacchè non se ne fa menzione.

PREGI E DIFETTI DI UN’ISTRUZIONE PARENTALE

Secondo molti psicologi dell’evoluzione, la scelta di una scuola parentale garantisce alcune libertà in più rispetto all’educazione scolastica “canonica” ma allo stesso tempo solleva dubbi e criticità di varia ampiezza ed entità, in particolare:

L’istruzione parentale permette di:

  • Vigilare in modo costante e attento sull’apprendimento del figlio
  • Progettare un percorso didattico in autonomia, personalizzandolo sulle esigenze del proprio figlio
  • Evitare il caos di una classe pollaio con esigenze profondamente diverse (stranieri, studenti con DSA, studenti con problemi familiari, culturali o socioeconomici)
  • Stabilire da sé le attività didattiche e le loro modalità di svolgimento

Di contro

  • Esclude il bambino dal gruppo dei pari
  • Evita il confronto con autorità diverse da quella dei genitori o di altre persone scelte comunque dai genitori stessi
  • Rende la socializzazione più difficoltosa
  • Rende il distacco dai genitori più difficoltoso
  • Esclude il bambino dal confronto con la diversità
LA NUOVA GENITORIALITÀ

È fuori di dubbio che la genitorialità degli ultimi decenni sia anni luce da quella che ha cresciuto le nostre generazioni. I figli, sempre meno numerosi a causa di moltissimi fattori sociali che non staremo ad affrontare qui, hanno assunto una posizione assolutamente centrale nelle decisioni familiari, e l’importanza di “preservarli e tutelarli da qualunque male” è diventato il nuovo “mito” dei genitori moderni.

Se l’inferno è davvero costellato di buone intenzioni – come soleva dire mia nonna – l’homeschooling sembra proprio una di queste: libertà di studio, di luogo, di docente, e di tante altre cose, ma un’elevatissima probabilità di contribuire a creare disagi sociali e divari culturali a vari livelli.

FAMIGLIA E SOCIETÀ

La famiglia, è certamente il primo nucleo sociale con cui il bambino si relaziona, e come tale dovrebbe agevolare l’inserimento del bambino stesso nella società in senso sempre più allargato: dalla famiglia dove tutto è sicuro si dovrebbe partire verso lidi sempre più lontani e meno conosciuti con un bagaglio di valori tale da potersi orientare ed integrare più o meno in qualunque situazione. Il risultato di una “scuola fatta dai genitori” potrebbe non agevolare la crescita dei bambini proprio dal punto di vista sociale…potrebbe non aiutarlo a diventare un uomo della sua società.

La generazione di individui socialmente abili è strettamente collegata all’alleanza famiglia-società, l’indebolirsi di tale alleanza non riesce a promettere nulla di buono.

Questi concetti, applicati alla “nuova normalità” rischiano di creare bambini che crescendo non riusciranno ad integrarsi nelle regole sociali. Seppure tutti noi siamo tristi al pensiero di costringere i bambini ad indossare le mascherine, il compito di tutti gli appartenenti ad una detta società dovrebbe essere anche quello di trasmettere il valore del “bene sociale”, in modo da rendere sempre più consapevoli i bambini delle norme che regolano la vita della società. Il nostro punto di vista poi, non potrebbe essere più distorto, poiché siamo ovviamente cresciuti senza mascherine fino a poco tempo fa, ed è per noi impossibile immaginare davvero come ci sarebbe sembrato dover indossare mascherine da piccoli, ma…per ora è questa la normalità a cui noi tutti, bambini inclusi, dobbiamo adattarci

CONCENTRAZIONE E SPAZI

Si parla spesso di scuole all’aperto come di soluzione a tutti i mali della scuola, forse perche nell’immaginario di noi adulti è davvero possibile concentrarsi e studiare su un prato, in mezzo agli animali etc etc. ma la capacità di concentrazione dei bambini va spesso aiutata e guidata a meno di rischiare di incorrere nei molti e variegati disturbi dell’attenzione. Inoltre, dopo anni passati senza aule, come si potrebbe affrontare l’ipotesi di un lavoro che contempli un ufficio con 4 mura e una scrivania?

DUBBI E RESPONSABILITÀ

I dubbi sono molti e di varia natura, e potremmo dissertare a lungo su molte implicazioni per cui non basterebbe un’antologia, figuriamoci un solo articolo. Ciò che però deve destare attenzione è la profondità della sfiducia nelle istituzioni che poi genera scelte radicali come queste, ed è certamente compito proprio delle istituzioni di attuare scelte e progetti che possano contribuire a ridurre questo senso di sfiducia.

Ad ogni modo forse le decisioni prese dalle istituzioni durante i picchi di emergenza mondiale, anche le più infauste, non possono essere l’unico né il principale metro di giudizio per demonizzare l’intero sistema che sia scolastico, sanitario o economico nazionale.

E poi, parlando chiaramente: con tutte le responsabilità dei genitori incluse quelle che verranno portate alla luce dopo anni, dagli psicologi dei propri figli, siamo sicuri di non voler avere almeno un corresponsabile parziale con cui prendersela, nella loro educazione e crescita socio-culturale?

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