L’acquaponica potrebbe essere il nostro nuovo alleato per migliorare la compatibilità ambientale dei nostri sistemi di produzione alimentare. Questi dovranno inevitabilmente cambiare per far fronte in modo sostenibile alle attuali necessità globali.
Infatti, tra le sfide maggiori che la comunità europea deve affrontare c’è quella di garantire a tutti l’accesso ad alimenti sani e sicuri nonostante le difficoltà derivanti dai cambiamenti climatici, sociali ed economici.
Cos’è l’acquaponica? Quando parliamo di acquaponica facciamo riferimento ad un sistema produttivo sostenibile dato dalla combinazione di acquacoltura (l’allevamento di organismi acquatici) e coltivazione idroponica (la coltivazione delle piante direttamente in acqua, senza terra) in modo tale da creare un ambiente simbiotico. Un sistema “sostenibile” poiché ricircola e riutilizza i propri prodotti di scarto. Esistono fattorie acquaponiche su diverse scale, dai sistemi costruiti per hobby alle fattorie commerciali.
UNA NUOVA TECNICA
L’acquaponica è una tecnica che potrebbe aiutarci ma da alcuni anni non è stata ben usata a causa della mancanza di strumenti innovativi in grado di renderla più produttiva e in linea con le recenti normative.
Il progetto AWARE (Aquaponics from WAstewater Reclamation) – finanziato dal programma di azioni di ricerca e innovazione Horizon Europe per 5,1 milioni di euro – mira a realizzare in tutte le città europee interventi di questo genere, privi di impatti negativi sugli habitat, a chilometro zero, in grado di non gravare sulla disponibilità di acqua in quanto questi sistemi possono usare le acque reflue.
Il progetto AWARE immagina un futuro in cui ogni grande città europea sarà dotata di una fattoria acquaponica dove potrà allevare pesce e coltivare ortaggi in modo efficiente ed integrato nel territorio.
LA PRIMA FATTORIA ACQUAPONICA EUROPEA
La prima fattoria acquaponica europea del progetto Aware nascerà nel 2024, nella comunità di Castellana, Puglia. Il progetto pilota prevede la coltivazione di lattughe e allevamento di tilapie con un impatto zero sull’ambiente. Questo caso di studio riunisce 20 organizzazioni tra cui università, centri di ricerca, aziende, istituzioni governative e organizzazioni non profit di otto paesi (Italia, Spagna, Portogallo, Germania, Regno Unito, Belgio, Grecia e Cile).
Tra le università coinvolte c’è anche l’Università del Salento, con un gruppo multidisciplinare coordinato dal professor Gian Pietro Di Sansebastiano.
Il trattamento dei reflui in Europa è strettamente regolato e porta a ottenere la cosiddetta “acqua reclamata”. La qualità di quest’acqua è molto buona, ma è anche possibile applicare dei passaggi addizionali per portarla a essere indistinguibile dall’acqua potabile. Attualmente in Europa non è possibile utilizzarla se non per l’irrigazione dei campi.
Con AWARE ci proponiamo, invece, di sviluppare una completa filiera produttiva acquaponica, coltivando insalate e allevando pesci per il consumo umano a scarto zero. Il progetto valuterà le problematiche che potrebbero insorgere, dal processo alla percezione dei consumatori. Essenziale, quindi, la partnership stabilita con l’Autorità Idrica Pugliese e il supporto che ci viene dall’Acquedotto Pugliese.
Professor Gian Pietro Di Sansebastiano
