Anche Gigi Proietti, morto proprio il 2 Novembre si ritrova in attesa per la cremazione.
Dopo lo scandalo estivo sulle finte cremazioni, che ha investito la divisione dei servizi funebri e cimiteriali di Roma, ora da settimane la situazione funeraria e soprattutto crematoria della Capitale è tornata sotto i riflettori. Proprio intorno al 2 Novembre uscivano i primi articoli ufficiali di denuncia contro la questione delle migliaia di salme in attesa di cremazione, che popolano ed esauriscono i posti nelle camere mortuarie dei cimiteri capitolini.
IRONICHE COINCIDENZE
Alcune relazioni relative a questa dipartita ci riescono a strappare un ironico sorriso oltre l’infinita tristezza per la perdita di uno dei più grandi beniamini del popolo romano, italiano e internazionale.
Partiamo dalla più inconsueta: la coincidenza del giorno di nascita e morte, infatti Proietti era nato il 2 Novembre ed è morto nell’anno in cui avrebbe compiuto 80 anni. Poi troviamo quest’altra coincidenza: il desiderio di essere cremati in un momento in cui la pratica della cremazione a Roma vive una paralisi pressoché totale. Qui viene spontaneo pensare che anche dall’aldilà, Gigi, abbia voluto fare qualcosa per l’amato popolo capitolino.
Pur essendo amaro a dirsi, infatti, una salma come quella di Proietti è più ingombrante di mille salme che attendono il loro turno crematorio da settimane. Non a caso, appena divulgata la notizia della lunga attesa che gli sarebbe spettata, sono arrivate moltissime offerte da parte di forni crematori e di alcune agenzie funebri tra cui la Fabozzi. Proprio Valter Fabozzi si era già fatto portavoce dei disagi del settore con una lettera di denuncia a “Il Messaggero” e con una intervista al nostro giornale.
ITER ABBREVIATO
Apprendiamo con gioia che, nonostante tutte le offerte, alla fine il servizio funebre romano è riuscito a velocizzare le pratiche e a breve Proietti potrà essere cremato al Flaminio. Speriamo però che questo suo ultimo atto possa essere utile a risolvere la situazione anche per quelle salme che non possono ambire a “iter abbreviati”.
La situazione di migliaia di salme stipate in attesa, molte delle quali, dato il momento storico, ovviamente implicate con il Covid-19, rappresenta una piaga non solo emotiva ed economica. Non possiamo, infatti , trascurare le implicazioni di rischio connesse alla possibilità di contagio per gli operatori del settore funebre, ai quali dovrebbe essere garantito di lavorare in ambienti sicuri, salubri e igienizzabili, come per tutti gli altri lavoratori.
E questo è un aspetto che speriamo sia stato preso in seria considerazione dagli attori principali di questo “atto” che sa di “teatro dell’assurdo”.