Si è svolto nei giorni scorsi la tavola rotonda “Gli effetti psicologici della pandemia. Quali risposte assicurative possibili?” – dimostratasi di grande interesse come per altro il titolo ed il prestigio dei relatori poteva far presumere – sul delicato rapporto tra assicurazioni e psicologia.
LUIGI VIGANOTTI
Merito del dott. Luigi Viganotti, presidente di ACB, che ha saputo abilmente, con l’aiuto di Milano Finanza, far sedere intorno ad un tavolo virtuale una serie di personaggi di rilievo nell’Area pubblica, politica, professionale e dell’industria assicurativa.
Il presidente Viganotti ha dato inizio ai lavori illustrando le motivazioni che hanno suggerito l’iniziativa, in considerazione del modesto impegno degli Assicuratori nella copertura delle cure delle malattie psichiatriche. Il presidente ha rappresentato sinteticamente ma incisivamente lo stato della situazione che correttamente egli considera un fenomeno sociale di massa che ha coinvolto ogni strato della popolazione. Egli ha proposto e quindi invitato le Imprese di assicurazioni ad includere nelle polizze sanitarie una minima copertura riguardante il rimborso dei trattamenti di psicoterapia (2 o 4 sedute). La sua istanza si basa sul convincimento che le assicurazioni fanno poco per la cura delle malattie psichiatriche e che quindi dovrebbero mostrare un maggior impegno in questa area.
ROBERTA BRUZZONE
Particolarmente interessante è stato l’intervento della dottoressa Roberta Bruzzone, nota psicologa forense e criminologa, la quale ha tratteggiato un quadro, abbastanza sconfortante, dell’attuale situazione del nostro paese in tema di disagio psicologico o malattie psichiatriche. Secondo quanto la stessa riferisce il sopraggiungere della pandemia ha soltanto contribuito ad aggravare una realtà già compromessa. Prima della pandemia erano circa 17 milioni i cittadini che assumevano antidepressivi o psicofarmaci a fronte del loro disagio. Il numero a seguito della pandemia è salito a 20 milioni, una cifra imponente che fa ritenere che almeno il 15% della popolazione soffra di disturbi della depressione, di quel “ male oscuro” evocato da Giuseppe Berto. E’ stata inoltre registrata una escalation della aggressività individuale e collettiva, effetto del disagio che ha colto soprattutto le giovani generazioni, incapaci di affrontare la socialità in maniera “normale” a seguito della costrizione nella quale sono vissuti per due anni.
L’intervento della Bruzzone, quindi, ha fedelmente rappresentato la criticità dell’attuale scenario in un contesto ove la salute mentale è ancora considerata un sottoprodotto della salute fisica. Da una altra prospettiva la situazione patologica ha assunto rilevanza ed interesse nazionale e non individuale. La salute mentale dei cittadini, infatti, costituisce un elemento fondante non soltanto del benessere collettivo ma ancor prima della qualità delle relazioni sociali.
FABRIZIO PREMUTI
Il dottor Fabrizio Premuti, presidente della Konsumer Italia, ha completato il quadro ricordando che le strutture della sua associazione, in precedenza impegnate nella lotta alla ludopatia, sono state coinvolte in questa nuova causa di disagio dovuta alla sofferta forzata convivenza spesso motivo della emersione di astiose incomprensioni cha ha portato ad un incremento delle separazioni coniugali. Il dott. Premuti ha aggiunto che questo stato di frustrazione, di ansia e paura è inoltre alimentato dalla insicurezza e quindi dalla sfiducia circa l’efficacia degli interventi delle Autorità.
TITTI DE SPIRT
La dottoressa Titti De Spirt ha sottolineato che a livello europeo l’impatto economico del disagio psichico può essere quantificato in 600 miliardi di euro con un’incidenza sulla spesa del welfare più che raddoppiata; cifre che impongono interventi tempestivi da parte delle istituzioni europee.
I SENATORI: ANNAMARIA PARENTE E LUCIANO D’ALFONSO
Il problema, quindi, non è un’altra suggestione dei media ma esiste realmente. Complimenti dunque ad ACB per aver suscitato il tema e presentato una proposta che arriva quando anche il Governo, consapevole e quindi sensibile a questa attuale critica situazione, ha disposto per un bonus di euro 600,00. Lo ha ricordato la senatrice Annamaria Parente, presidente della commissione Igiene e sanità del Senato. Essa ha correttamente sottolineato che questo intervento non ha la presunzione di risolvere il problema ma soltanto di rappresentare un segno di attenzione del governo a questa particolare situazione, tracciando la strada per interventi più strutturati e massivi nel tempo e negli investimenti. Interessante anche la sua riflessione sul fatto che il disagio psichico costituisce la scaturigine di ulteriori patologie quali l’alcolismo o altre gravi malattie dovute al disordine alimentare (per esempio il diabete, le malattie epatiche etc.). All’intervento della senatrice Parente ha fatto seguito quello del senatore Luciano D’Alfonso il quale ha equiparato la Pandemia alla Guerra presagendo che quest’ultima comporterà un inasprimento della attuale situazione socio/economica.
ROBERTO NOVELLI
Interessante anche lo spunto fornito dal dottor Roberto Novelli che ha auspicato una maggiore cooperazione tra pubblico e provato nella gestione del tema dei costi delle malattie psichiatriche.
UMBERTO GUIDONI
A questo punto la parola è passata al rappresentante dell’ANIA, il dottor Umberto Guidoni, al quale – quale rappresentante degli Assicuratori – in verità era stata rivolta la proposta iniziale del dottor Viganotti. Nel suo intervento egli ha esordito rammentando che l’ANIA ha in progetto un intervento assistenziale specifico strutturato sulla base della esperienza maturata nel piano di supporto psicologico (8 sedute psichiatriche) destinato ai parenti di persone decedute ovvero con postumi gravi procuratisi in incidenti stradali, poi ampliato agli operatori sanitari Covid. Precisato che questo intervento si colloca nell’area assistenziale e non assicurativa, il dott. Guidoni ha condiviso il fatto che si debba guardare e prendere spunto da altri Paesi ove la questione è stata affrontata da tempo sulla base della equiparazione della malattia mentale a qualsiasi altra patologia fisica. Peccato che il paese leader in questo, USA, non possa essere preso come modello di riferimento in funzione della struttura tipicamente privatistica della sua assistenza sanitaria. Il dott. Guidoni, pur avendo condiviso la necessità del coinvolgimento degli Assicuratori privati nella copertura degli interventi sanitari psichiatrici, ha precisato che questo coinvolgimento non può realizzarsi in tempi brevi; il motivo sta proprio nei fondamenti tecnico/imprenditoriali dell’Industria delle Assicurazioni. Egli ha ricordato che il mestiere dell’assicuratore prevede un percorso logico ma non breve nel quale la determinazione del premio dovuto dall’assicurato è il risultato di un’analisi del rischio finalizzata a definirne i suoi caratteri ed il suo valore in termini economici. Il dott. Guidoni ha informato che questo processo dovrà riguardare anche il rischio delle malattie psichiatriche tramite la collazione delle informazioni storico statistico oggi non disponibili e quindi da costruire nel tempo.
Pur non eccependo nulla sul contenuto delle motivazioni del dott. Guidoni facciamo nostro l’auspicio del dott. Viganotti per il quale la fase della Assistenza si possa tramutare nel breve tempo nella fase della Assicurazione, fondata sulle informazioni che un adeguato periodo di Assistenza potrà mettere a disposizione.