L’attenzione dell’intero Pianeta è ormai focalizzata sulla sostenibilità, a livello di persone, di famiglie e di aziende. Per le persone si tratta di modificare – non senza difficoltà – usi e abitudini quotidiani, per le aziende invece, si tratta di ripensare modelli organizzativi, fornitori, usi, abitudini, sistemi, focus eccetera.
Sicuramente è una sfida impegnativa in grado di mettere in crisi il concetto stesso di sviluppo aziendale, ma è l’unica strada possibile. La nuova misurazione del successo delle aziende e delle loro efficacia ed efficienza, ormai è destinata a non essere più rappresentabile attraverso i dati del “semplice” fatturato. Questi dati devono essere affiancati da quelli relativi all’impegno concreto dell’azienda verso il valore applicato della sostenibilità – in temini di azioni, investimenti, progetti etc. Gli indirizzi e i contenuti delle iniziative sono ben riassunti nei punti dell’Agenda 2030.
CORPORATE SUSTAINABILITY REPORTING DIRECTIVE
Il Parlamento ed il Consiglio Europeo, a Novembre, hanno approvato il Corporate Sustainability Reporting Directive – direttiva sulla comunicazione societaria sulla sostenibilità che obbligherà le grandi imprese dell’Unione a rendere pubblici i dati sugli impatti ambientale e sociale delle loro attività.
La sua applicazione partirà tra il 2024 e il 2028, a seconda della dimensione e della tipologia delle aziende. Le aziende saranno tenute a presentare una dichiarazione sulla sostenibilità e saranno sottoposte ad attività di verifica e monitoraggio.
L’idea è che questo reporting possa fornire dati trasparenti e affidabili sui temi della sostenibilità ambientale, sociale e di governance, in modo da indirizzare i possibili investitori finanziamenti orientati alla transizione green e sociale.
In pratica, si tratta di una riformulazione dell’attuale “Bilancio non finanziario”, ossia di un nuovo modello a cui le aziende dovranno attenersi per rendere pubbliche le politiche messe in atto per il rispetto dei diritti ambientali, sociali e umani.
LE TEMPISTICHE
Questa nuova direttiva coinvolgerà quasi 50.000 aziende, più o meno 5 volte quelle coinvolte dalle attuali normative in materia.
I nuovi obblighi di trasparenza sulla sostenibilità si applicheranno a tutte le grandi imprese, quotate in Borsa o meno, comprese le imprese estere che in Europa fatturano più di 150 milioni di euro.
Nel 2024 cominceranno ad adeguarsi alla direttiva le grandi imprese di interesse pubblico con più di 500 dipendenti, già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025.
Nel 2025 toccherà alle grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali).
Nel 2026 il sistema riguarderà anche le piccole e medie imprese quotate in borsa, con scadenza nel 2027, anche se a queste realtà sarà concessa la possibilità di non partecipare fino al 2028.
Le imprese piccole o non quotate, per il momento restano ancora senza obblighi di legge, ma ci auguriamo che nasca in tutti gli imprenditori la consuetudine di dedicare impegni e progetti dedicati all’ambiente e al sociale perché l’unico sviluppo possibile non può più prescindere dalla sostenibilità.