La transizione digitale ha messo in luce come le competenze STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) serviranno a formare le professioni del domani.
Il mondo del lavoro, infatti, ha modificato in tal senso le proprie richieste e continua ad evolversi nel tempo in relazione all’aumento degli investimenti in tema di ricerca scientifica e sviluppo tecnologico.
“Si stima che nei prossimi 5 anni il 15-30% delle attuali mansioni sarà processato interamente dalla tecnologia. Artificial Intelligence, Machine Learning e Robotics potranno svolgere in autonomia i task maggiormente ripetitivi e automatizzabili, consentendo agli individui di focalizzarsi sui processi decisionali a maggior valore aggiunto, caratterizzati dalla valorizzazione di abilità cognitive che richiedono una costante capacità di adattarsi al cambiamento”.
Osservatorio dedicato a educazione e formazione STEM, Deloitte
Il cambiamento è già cominciato alcuni anni fa ma negli ultimi tempi ha subito una forte accelerazione: si stima che, ogni 18 mesi, il numero di dati elaborati raddoppiano e che in due anni vengono generati più dati di tutti quelli prodotti in precedenza.
I PROFILI EMERGENTI
In questo contesto sono emersi, tra i profili emergenti, tutte le professioni legate alle competenze STEM: analisi dati, intelligenza artificiale, sviluppo software e trasformazione digitale. Ma quali saranno le professioni che si prevede avranno una richiesta sempre maggiore? Eccone alcune.
Data Scientist
Con l’aumentare della quantità di dati, la figura del Data Scientist acquisisce una importanza sempre maggiore tanto che la Harvard Business Review l’ha definita la professione più sexy del 21° secolo.
Ma chi è esattamente? Possiamo considerare il Data Scientist come quella figura professionale che si occupa di Big Data e che da questi ne trae delle importanti informazioni in base alle necessità dell’azienda, aiutando ad impostare la migliore strategia di business.
Saper “utilizzare” i dati acquisiti o già posseduti aiuta ad essere maggiormente competitivi sul mercato e sviluppare nuovi processi lavorativi e soluzioni. Infatti, oltre a saper analizzare i dati le competenze del Data Scientist devono comprendere anche la conoscenza del business e avere buone doti di comunicazione per presentare al meglio i propri risultati.
Robotic Engineer
La figura del Robotics Engineer, da quanto riportato dall’indagine “Jobs of The Future” di Hays, sarà tra le professioni maggiormente richieste. Con lo sviluppo dei sistemi di automazione e dell’Industria 4.0 sarà uno dei lavori del futuro. Non è una nuova professione ma negli ultimi anni, con l’aumento della richiesta nel mercato della robotica, questa figura professionale che si occupa di progettare, realizzare e testare macchine robotiche sarà sempre più richiesta.
Cloud Architect
Altra figura che spiccherà nei prossimi anni è quella del Cloud Architect: quella figura professionale che ha il compito di progettare e costruire ambienti cloud che rispondano alle necessità specifiche di business di un’impresa.
Ethical Hacker
La figura dell’Ethical Hacker è sempre più ricercata. Il tema della sicurezza informatica, mai come in quest’ultimo periodo, è al centro dell’attenzione di molte aziende. Il suo compito principale è quello di scovare le vulnerabilità di un sistema, simulando attacchi informatici, per poi migliorarlo.
STEM E GENDER GAP
Per incoraggiare sempre più giovani a scegliere una formazione in ambito STEM è stata istituita, qualche anno fa, la manifestazione STEMintheCity. Oltre ad incoraggiare la scelta di questi percorsi di studio il suo obiettivo è anche quello di eliminare gli stereotipi culturali che allontanano dal campo tecnico e scientifico le giovani donne.
Il divario, infatti, tra i due generi è ancora troppo elevato. Dal report 2021 di Talents Venture solo il 18% delle donne iscritte all’università ha scelto corsi di laurea STEM.
Infatti, nonostante tra il 2010 e il 2015 il numero di donne iscritte all’università aveva registrato una contrazione, il dato è ripreso a crescere. Tuttavia, le iscrizioni ai corsi STEM sono rimaste invariate: per ogni 100.000 ragazze iscritte all’università, solo 17.327 sono iscritte a corsi di laurea STEM.
I dati evidenziano che le laureate, anche se tendenzialmente finiscono gli studi prima dei ragazzi e con valutazioni migliori, incontrano molte difficoltà all’inizio del percorso professionale. Secondo il report, infatti, i laureandi maschi nei corsi STEM hanno un tasso di occupazione più elevato (91,8%) rispetto alle colleghe donne (89,3%). Il divario poi non si ferma e si estende anche a livello salariale: i laureati STEM uomini percepiscono mensilmente una retribuzione netta di circa € 1.510 contro i € 1.428 delle donne.
“Il mercato del lavoro non riconosce la professionalità delle laureate in discipline STEM. A parità di mansioni le ragazze guadagnano fin da subito meno dei ragazzi”.
Paolo Alberico Laddomada, Co-founder di Talents Venture