Il progetto Connessioni digitali, promosso da Save the Children con la collaborazione del Gruppo Crédit Agricole ed il sostegno del ministero dell’Istruzione, vuole contrastare, attraverso il coinvolgimento di cento scuole italiane, il problema della povertà educativa digitale.
LA POVERTÀ EDUCATIVA DIGITALE IN ITALIA
La didattica a distanza ha messo in luce l’importanza che hanno e continueranno ad avere le competenze digitali nel prossimo futuro. La società di oggi, tutta orientata verso il digitale, genera un numero infinito di possibilità non solo per gli adulti ma anche per i più piccoli diventando un vero e proprio strumento di crescita educativa.
Purtroppo, però, ci siamo scontrati con una realtà che non collima con gli ideali futuri di crescita creando un divario sempre più grande tra chi può accedere alle nuove tecnologie e chi non può cogliere invece l’opportunità per apprendere e crescere attraverso l’uso di strumenti digitali.
Questa impossibilità di acquisire le competenze necessarie ad orientarsi in questo mondo sempre più digitale ha aumentato le diseguaglianze e creato “nuove esclusioni”.
La “privazione digitale”, infatti, come sottolinea Save The Children, non riguarda soltanto l’apprendimento, “ma anche altre dimensioni fondamentali per la crescita dei bambini e degli adolescenti, quali la consapevolezza e lo sviluppo, in questo caso nel mondo virtuale, di sé stessi, della relazione con gli altri, la cooperazione, la cittadinanza e la comprensione del mondo”.
Questa tendenza, destinata purtroppo a crescere, grava su quella parte della popolazione – adolescenti e bambini provenienti maggiormente da regioni del Sud, da famiglie più povere e con genitori meno scolarizzati – che già soffre una situazione di svantaggio educativo.
“Le risorse dell’educazione digitale sono un’opportunità preziosa per accelerare il recupero e mettere in moto la resilienza creativa per costruire il futuro”.
Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia
ALCUNI DATI
Da una rilevazione fatta da Save The Children, emerge che molti studenti presi in esame, presenta ancora oggi evidenti mancanze nella conoscenza e l’utilizzo di strumenti tecnologici.
Un quinto dei ragazzi, infatti, non sa eseguire semplici operazioni utilizzando gli strumenti informatici come, ad esempio, l’11% non sa condividere lo schermo durante una chiamata con Zoom oppure il 29,3% non sa scaricare un documento condiviso da un insegnante sulla piattaforma della scuola.
Anche sul tema della sicurezza i dati non sono migliori: uno studente su 10 non è in grado di riconoscere una password di sicurezza media o elevata, il 56,8% invece non conosce le regole relative alla cessione ai social della propria immagine ed il suo utilizzo da parte degli stessi, il 30,3% non sa rendere un profilo Instagram accessibile soltanto ai propri amici e non pubblico.
Inoltre, tra i partecipanti allo studio risulta che il 30,4% ha dichiarato che non ha a disposizione nessun tablet a casa, mentre il 14,2% non ha un personal computer.
Oltre la metà, il 54%, vive in abitazioni dove ciascun membro della famiglia ha a disposizione meno di un dispositivo.
IL PROGETTO CONNESSIONI DIGITALI
“Connessioni Digitali” nasce proprio per rispondere alla sfida della povertà educativa digitale e mira, nell’arco di 3 anni, a coinvolgere 250 docenti e 6mila studenti tra i 12 e i 14 anni.
Questa fascia di età, infatti, è quella in cui si osservano le maggiori criticità: “nel passaggio dalla scuola di primo grado delle medie alle superiori – spiega Cristiana de Paoli, Quality & Innovation manager di Save the Children – dispersione e abbandono scolastico iniziano ad avere una certa sostanza”.
Il progetto punta a dotare i ragazzi di un bagaglio su cui possano contare per orientarsi nelle future scelte e gestire al meglio questa fase di studio e di crescita attraverso l’acquisizione e certificazione di competenze digitali.
L’AUTOVALUTAZIONE DI BASE DELLE COMPETENZE DIGITALI
AbCd, Autovalutazione di base delle Competenze digitali, è lo strumento che Save the Children ha messo a punto insieme al Centro di ricerca sull’Educazione ai media, all’innovazione e alla tecnologia dell’Università Cattolica di Milano e di Monica Pratesi, docente del dipartimento di Economia e Management dell’Università di Pisa, per identificare la povertà educativa digitale.
L’obiettivo – spiega Save The Children – è quello di “misurare l’assenza, da parte dei minori, delle competenze di base per ciascuna delle quattro dimensioni della povertà educativa digitale”:
- apprendere per comprendere: afferente cioè alla conoscenza degli strumenti e delle applicazioni, le loro caratteristiche e funzionalità,
- apprendere per essere: relativa alla capacità di costruirsi un’identità digitale, del limite che c’è tra spazio pubblico e privato e delle conseguenze delle proprie azioni digitali nei confronti di se stessi e del proprio benessere,
- per vivere assieme: cioè di comprendere, accettare e rispettare la diversità delle identità, degli stili di vita, delle culture altrui nel mondo digitale e prevenire discriminazioni, intolleranza e cyberbullismo,
- per vivere una vita attiva e autonoma: legata all’accesso ad una conoscenza vasta e globale e alle opportunità di partecipazione attiva nel mondo digitale).
Occorre colpare al più presto il gap di arretratezza dell’Italia. “La competenza digitale non è una questione solo tecnica”, si tratta anche di apprendere come si sta in Rete e di conoscere e rendersi conto delle criticità del mondo online per formare i cittadini digitali di domani.