DROMAMED è il nuovo progetto di ricerca, partito pochi giorni fa, grazie alla collaborazione tra il CREA, l’Università di Bologna e dieci gruppi di ricerca internazionali, con il sostegno di AMI e Copagri.
Questo studio punta ad aumentare la resistenza delle coltivazioni di mais contro gli insidiosi e dannosi effetti derivanti dal cambiamento climatico.
IL MAIS IN ITALIA
La coltivazione del mais in Italia rientra tra le grandi produzioni agricole del nostro Paese. Attualmente la distribuzione è concentrata in larga misura nell’area settentrionale grazie al ruolo da protagonista che il mais detiene per l’intero mondo zootecnico e per altre produzioni agroalimentari tipiche del nostro Made in Italy.
Eppure, statisticamente, possiamo notare un calo mondiale che riguarda sia l’offerta che le scorte disponibili. Questa situazione si riallaccia alla diminuzione della superficie coltivabile destinata al mais: in Italia, nel 2021, è scesa sotto i 600mila ettari. Un lieve calo rispetto ai circa 603mila ettari del 2020 e ai quasi 630mila del 2019.
Per quanto riguarda la produzione siamo in attesa dei dati del 2021 ma, nel 2020, sappiamo che l’Italia ha prodotto ben 6,8 milioni di tonnellate. Il dato è in aumento rispetto alle 6,2 milioni di tonnellate del 2019.
IL PROGETTO INTERNAZIONALE
DROMAMED (acronimo di DROught MAize MEDiterranean) ha un ampio respiro internazionale in quanto coinvolge nove nazioni tra Europa e Nord Africa, fra queste c’è anche l’Italia. L’obiettivo principale è la capitalizzazione del germoplasma del mais mediterraneo. Il progetto vuole migliorare la sostenibilità dei sistemi colturali e aumentare la tolleranza della coltura agli stress.
Le finalità dello studio sono coerenti con gli obiettivi comunitari per la sostenibilità ambientale. In linea con la promozione, la valorizzazione e la tutela della biodiversità e delle risorse genetiche.
DROMAMED dovrebbe durare 36 mesi e in Italia prevede un’intensa collaborazione tra il Centro di Ricerca Cerealicoltura e Colture Industriali del CREA e il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna. Questa nuova attività è stata resa possibile anche grazie al supporto dell’Associazione Italiana Maiscoltori-AMI e della Confederazione Produttori Agricoli-Copagri.
LE FASI DI DROMAMED
Il progetto è articolato in tre grandi fasi. Durante la prima è prevista la raccolta di germoplasma di mais in tutti i paesi dei partner coinvolti.
Nella seconda fase, attraverso delle specifiche valutazioni agronomiche e fisiologiche ad alta processività, si identificheranno i tipi di mais più adatti a sostenere l’Innovative Farming System (IFS). Questi tipi selezionati dovranno avere un “input energetico ridotto”.
Nella terza e ultima fase di DROMAMED verrà studiato il controllo genetico dei caratteri di resilienza e gli esperti svilupperanno nuovi metodi di selezione utilizzabili dai breeder dell’area mediterranea.
Sull’importanza di questo progetto, i ricercatori del CREA e dell’Ateneo bolognese hanno affermato:
“Questo è il primo tentativo così largamente condiviso tra numerosi partner di entrambe le sponde del Mediterraneo di impostare il miglioramento genetico del mais per tolleranza alla siccità e agli stress correlati negli areali del Sud Europa e del Nord Africa e, in prospettiva, in aree più ampie di diffusione di questa coltura. Obiettivo generale della ricerca è la capitalizzazione delle risorse genetiche mediterranee, italiane ed europee di mais, per il superamento delle limitazioni attuali nell’adattamento di questa coltura a condizioni agroambientali sub-ottimali, o in aree mediterranee o dovute al climate change”.
PARTECIPAZIONE ATTIVA
DROMAMED prevede un coinvolgimento attivo delle associazioni degli agricoltori e stakeholder, una vera innovazione rispetto ad altri studi condotti finora.
Questi hanno un compito fondamentale: seguire lo svolgimento delle attività progettuali e intervenire per rafforzare l’impatto sociale dei risultati della ricerca. Dovranno, inoltre, trasferire questi esiti ai produttori agricoli.
A loro avviso, è indispensabile lavorare su nuovi trattamenti che siano di facile attuazione e sostenibili per l’ambiente. Insieme a idonee soluzioni agronomiche, si potranno contenere i costi della produzione e proteggere le colture.
A proposito del progetto, AMI e Copagri hanno dichiarato:
“Rappresentare puntualmente e costantemente le istanze della filiera maidicola, andando al contempo a trasferire e riportare agli agricoltori i risultati del progetto è una delle chiavi di volta della ricerca applicata al campo agricolo, che può contribuire alla effettiva riuscita di una ambiziosa iniziativa quale DROMAMED, la cui rilevanza e portata internazionale è perfettamente rappresentata dal consistente numero di Paesi interessati”.
LAVORATORI SINERGICI
La raccolta e le analisi previste con DROMAMED ci faranno apprendere nuove importanti informazioni. Un progetto in cui lavoreranno in sinergia ambiti diversi come quello genetico, biochimico, agricolo, fisiologico e molti altri. Questo nuovo progetto evidenzia un settore lavorativo in fermento, in cui si delineano nuove figure chiave indispensabili per la transizione ecologica e per la sostenibilità ambientale.
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