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ECONOMIA CIRCOLARE: UN’IMPRESA MONDIALE

La Fondazione Symbola, insieme a Comieco, ha pubblicato un dossier intitolato “L’economia circolare italiana per il Next Generation Eu” in cui emerge che il nostro Paese è leader europeo nell’economia circolare.

L’Italia eccelle sia nel recupero che nel riciclo e può vantarsi di riciclare la più alta percentuale di rifiuti sulla totalità: il 79%. I dati dimostrano che il risultato deriva dai processi adottati dalle imprese e dalle pubbliche amministrazioni, autrici di politiche ambientali per una produttività di qualità.

Il premio è stato conferito tenendo conto di tre importanti indicatori:

  • Il tasso di riciclo dei rifiuti.
  • L’uso di materia seconda in economia.
  • La produttività e il consumo pro-capite di risorse.

L’ECONOMIA CIRCOLARE E L’UNIONE EUROPEA

L’economia circolare è uno strumento importante per attuare cambianti e affrontare la pandemia e la crisi climatica, creando una nuova società “a misura d’uomo”. Questi principi sono fondamentali per l’Unione Europea, che indirizzerà le risorse del Next Generation EU in una sfida mondiale per rilanciare l’economia globale, generare inclusione, concretizzare la transizione verde e digitale e azzerare le emissioni di CO2 entro il 2050.

Un lavoro enorme che necessita della collaborazione di tutti i settori economici e della partecipazione di ogni cittadino. Siamo orgogliosi del nostro primato in Europa ma questo deve trasformarsi in un punto di partenza utile per concretizzare nuovi importanti obiettivi.

L’economia circolare, attualmente, ci permette di risparmiare ogni anno 23 milioni di tonnellate di petrolio e l’emissione di 63 milioni di tonnellate di CO2.

I nostri cicli produttivi hanno introdotto innovazioni indispensabili per raggiungere questo risultato ma c’è ancora molto da fare. Tra le frontiere del futuro abbiamo la bioeconomia, un approccio più green al settore della carta e una pianificazione strategica per i materiali e per il loro recupero.

IL RAPPORTO SULL’ECONOMIA CIRCOLARE IN ITALIA 2021

Il ruolo leader dell’Italia nell’ambito dell’economia circolare è confermato anche dal “Rapporto sull’economia circolare in Italia 2021”. Questo documento analizza l’economia circolare italiana (in confronto con quella delle principali potenze europee) e aggiorna le misure adottate a livello nazionale ed internazionale.

Il documento è stato realizzato dal Circular Economy Network, la rete promossa dalla Fondazione sviluppo sostenibile e da un gruppo di aziende e associazioni, in collaborazione con l’Enea.

Quest’anno il rapporto ha sottolineato il ruolo importantissimo che l’economia circolare ha nella lotta ai cambiamenti climatici. Raddoppiando il tasso di circolarità dall’8,6% al 17%, si riuscirebbe a tagliare il 39% l’anno di emissioni globali di gas serra.

IL RUOLO DELL’ITALIA

Il nostro Paese totalizza ben 26 punti nella produzione circolare e, rispetto al 2020, è stabile al primo posto ma il nostro primato è a rischio. Consideriamo che, attualmente, l’Italia ha 5 punti in più rispetto alla Francia ma, a differenza di quest’ultima, noi non abbiamo apportato miglioramenti significativi.

Il rapporto mostra come, in questo momento, abbiamo un contesto favorevole all’economia circolare. A seguito della pandemia e della crisi sia economica che sociale, l’Unione Europea ha lavorato tanto nella sostenibilità e ha dato vita al Next Generation Eu, piano finalizzato a costruire un’economia sostenibile e un nuovo modello sociale più inclusivo.

Il Next Generation Eu è supportato da un importante impegno finanziario: 750 miliardi di euro, in aggiunta ai 1.100 miliardi di euro del bilancio. Inoltre, l’Unione Europea emetterà nuove obbligazioni (tra cui anche i “green bond”) e delle specifiche misure di finanziamento legate agli obiettivi strategici.

Gli Stati membri dovranno presentare i propri Piani nazionali di ripresa e resilienza, finalizzati a realizzare la transizione ecologica e digitale, a moderare gli impatti della crisi, ad aumentare la resilienza dei sistemi economici e sociali, per promuovere la coesione sociale e territoriale.

STRUMENTI SOSTENIBILI

All’interno del Green Deal, abbiamo un nuovo Piano di azione per l’economia circolare, indispensabile per la progettazione di prodotti sostenibili e per la circolarità dei processi produttivi. I settori analizzati nel documento sono legati “ad alta intensità di risorse e ad alto impatto ambientale” come la plastica, il tessile, le costruzioni, l’elettronica, le produzioni alimentari, le batterie e i veicoli.

Vengono anche segnalate quattro macroaree di interesse su cui aumentare l’impegno che sono:

  • la riduzione dell’utilizzo delle risorse;
  • l’allungamento dell’utilizzo delle risorse;
  • l’utilizzo di materie prime rigenerative;
  • il riutilizzo delle risorse.

All’interno del Rapporto del Circular Economy Network c’è anche un’intera sezione dedicata ad alcuni esempi di economia circolare. Si evidenzia l’abbattimento delle emissioni quando vengono adottate le giuste misure di circolarità per acciaio e alluminio, per la plastica, per le apparecchiature elettriche ed elettroniche e per i prodotti tessili. Molte iniziative dovranno interessare anche il settore dei trasporti, la bioeconomia rigenerativa, il settore delle costruzioni e la gestione dei rifiuti.

L’economia circolare italiana ha le carte in regola per assumersi un ruolo importante nel Recovery Plan e per attuare i suoi obietti. Le giuste iniziative potranno aumentare la competitività della nostra economia, concretizzare nuove possibilità di lavoro e diffondere una maggior sostenibilità in tutti i comparti.

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