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Ambiente

ELEMENT-E: L’ALLEATO DELLA BIODIVERSITÀ

Oggi vogliamo festeggiare la Giornata internazionale della biodiversità attraverso il suo nuovo alleato tecnologico: Element-E, la piattaforma di Environmental Engineering di 3Bee, la climate tech company che sviluppa sistemi intelligenti di monitoraggio e diagnostica per la salute delle api. 

Element-E è la prima tecnologia di biomonitoraggio che aiuta le aziende che devono (o vogliono) redigere il proprio bilancio di sostenibilità perché permette di calcolare il proprio indice quantitativo di biodiversità. In questo modo è possibile ottenere una certificazione oggettiva e si possono includere KPI tangibili e misurabili all’interno del proprio report. Attraverso questa nuova tecnologia si potrà contrastare il greenwashing e migliorare la trasparenza

L’INTERVISTA  

Per scoprire di più su questa tecnologia abbiamo intervistato Simone Mazzola, COO di 3Bee.  

Simone, volevamo chiederti, innanzitutto a quali tipologie di aziende si rivolge principalmente Element-E? 

L’offerta, o il servizio, è rivolto a tutte le aziende che hanno un impatto sulla biodiversità quindi a tutte quelle che occupano suolo come, ad esempio, quelle legate al mondo dell’energia – con i loro impianti produttivi- o al mondo del real estate. Quello che facciamo è offrire un servizio che permetta di monitorare il loro impatto sulla biodiversità e programmare interventi per migliorarla. L’ultimo step è la valorizzazione: una volta che si hanno dati oggettivi è, infatti, possibile comunicare quei dati nella reportistica ESG e come certificazione verso l’esterno e verso il cliente. Aiutiamo le aziende a capire nelle loro aree di pertinenza cosa possono fare per migliorare il loro contributo – anche in ottica urbana – e portare, per quanto possibile, la biodiversità anche in aree urbane. 

Ma qual è stata l’idea da cui è nata questa tecnologia, la scintilla che vi ha portato a realizzarla? 

Element-E, in particolare, è nata dal fatto che diversi partner con cui lavoravamo ci chiedevano quale fosse l’impatto positivo generato dai tanti progetti di sostenibilità che portavano avanti. Effettivamente si possono fare tutti i progetti del mondo ma se non si riesce a misurarli risulta difficile capire cosa si sta generando o calcolare quale progetto in corso sta ottenendo risultati migliori. Proprio per rispondere a questa domanda, ci siamo impegnati per tirar fuori una tecnologia che, partendo da dati oggettivi, potesse dare una risposta.  Una risposta importante perché da un lato, questa tecnologia fornisce una panoramica sullo stato di partenza della biodiversità di un territorio e dei dati su cui pianificare azioni migliorative.  

Altro aspetto da non sottovalutare è la valorizzazione dei dati. Molto spesso, infatti, alcune aziende portano avanti progetti e interventi positivi, ma poi hanno il timore di comunicarli per il famoso rischio del “greenwashing”. Se hai dati oggettivi a supporto di quello che stai facendo, questo rischio diminuisce in maniera importante. 

Quanto tempo avete impiegato per realizzare questa tecnologia? O meglio quanto tempo è passato da quando è nata l’idea al suo diciamo alla sua resa concreta. 

3Bee nasce nel 2017 con la prima tecnologia sviluppata per il monitoraggio dello stato di salute delle colonie di api (Hive Tech) quindi con un focus che era principalmente sull’apicoltore. Gradualmente poi abbiamo capito che quello che ci interessava era approfondire il tema della biodiversità a 360° e abbiamo, quindi, esteso la nostra area di interesse agli impollinatori. Da qui è nato dunque Element-E: nel percorso tecnologico è stata importante la partnership con l’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, che ha finanziato parte il progetto e fornito tutta la tecnologia proveniente da satellite (Flora). In parallelo, grazie a diversi progetti, collaborazioni con università e  partner di ricerca, siamo riusciti ad affinare il sensore al suolo (Spectrum). Combinando insieme questi sviluppi tecnologici siamo arrivati a un indice sintetico che li mette insieme e dà la cartina tornasole della biodiversità in una certa area. 

Qual è l’obiettivo che vorreste raggiungere nei prossimi anni? 

Dal punto di vista di ambizione di sviluppo tecnologico sicuramente c’è tanto da lavorare poiché il tema della biodiversità è molto complesso e comprende tantissime specie: dagli insetti impollinatori agli uccelli, fino ad arrivare ai microrganismi. Sicuramente sarà un nostro focus incorporare all’interno dell’indice sempre più dati provenienti da ambiti diversi, come ad esempio il mondo avifauna. Il mondo degli uccelli è sicuramente un ambito che ci interessa e ci piace molto ma ci sono anche altri aspetti come la biodiversità del suolo che stiamo studiando. Diciamo che, da un punto di vista tecnologico, come ambizione sul medio termine, ci piacerebbe che il nostro protocollo arrivasse a coprire almeno 1.000.000 ettari su tutto il territorio europeo. Questo potrebbe essere la leva fondamentale per migliorare la situazione abbastanza critica sul tema della biodiversità in Europa e, in generale, in tutto il mondo. Essere sicuri che stiamo monitorando una quota importante di territorio ci garantisce che le persone che stanno svolgendo quel monitoraggio abbiano tutto l’interesse a migliorarlo nel tempo. 

State lavorando ad altri progetti per aiutare le aziende? 

Sicuramente vorremmo combinare la nostra tecnologia di monitoraggio Element-E con strumenti come crediti di carbonio o di biodiversità. Vale a dire trovare, in qualche modo, risorse finanziarie volte a sostenere le aziende che stanno già lavorano con noi e che hanno a cuore il miglioramento della biodiversità. Questo potrebbe permettere alle aziende che ricevono un incentivo di apportare un miglioramento nella biodiversità portando il progetto su un’altra scala: non è più l’azienda che deve trovare delle risorse internamente ma è la stessa società che le spinge in quella direzione. 

COME FUNZIONA ELEMENT-E 

Il processo inizia con l’individuazione dell’area di intervento per poter installare la tecnologia 3Bee plug and play. Questa è in grado di raccogliere automaticamente i dati della biodiversità locale che verranno adoperati per elaborare l’indice di biodiversità per redigere il report annuale. Sulla base dell’indice, l’azienda potrà ottenere la certificazione Element-E con cui valorizzare i propri prodotti distinguendosi sul mercato e migliorando la propria reputazione.  

LA TECNOLOGIA  

Element-E raccoglie in sé una serie di tecnologie uniche per il monitoraggio scientifico della biodiversità: Hive Tech, Flora e Spectrum. 

  • Hive Tech è un sistema IoT che, applicato a un alveare, raccoglie informazioni biomimetiche sulla colonia e analizza la qualità dell’ambiente.  Il dispositivo raccoglie tutti i dati rilevanti della famiglia come peso, temperatura, umidità, intensità sonora che vengono poi analizzati grazie all’intelligenza artificiale per determinare la salute dell’apiario. “Le api da miele – come sostengono a 3Bee – sono un biomarker della salute degli habitat”.  
  • Flora, sviluppato in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), è un sistema basato su analisi di immagini satellitari multispettrali. Grazie ai dati satellitari si può definire in maniera precisa e continuativa i mutamenti di flora in un’area specifica, con uno storico fino a 4 anni prima dell’inizio del progetto.   
  • Spectrum è un sensore IoT che ascolta l’ambiente e rileva la presenza di impollinatori per poi classificati in base alla loro frequenza. Questo strumento si basa sulla variazione differenziale posizionale (terreni limitrofi) e temporale (con il passare delle stagioni). Un’analisi quantitativa che garantisce trasparenza e oggettività con la semplice installazione di una tecnologia non invasiva che sostituisce i campionamenti effettuati sul campo.  

Ad oggi, 3Bee ha mappato oltre un milione di ettari con la tecnologia Flora e analizzato oltre 100 mila sample sonori tramite Spectrum portando avanti l’obiettivo di estendere il suolo mappato in tutta Europa e poter essere in grado di attuare davvero un cambiamento sinergico e mettere al primo posto la tutela della biodiversità

L’APICOLTURA RAZIONALE 

La Giornata internazionale della biodiversità è stata istituita dalle Nazioni Unite per commemorare l’adozione della Convenzione per la Diversità Biologica, avvenuta il 22 maggio 1992. Questo evento ha lo scopo di aumentare la comprensione e la consapevolezza dei problemi legati alla biodiversità. 

È curioso notare come la Giornata mondiale delle api venga celebrata in tutto il mondo solo due giorni prima (il 20 maggio) quando nacque Anton Janša (1734-1773), un allevatore e apicoltore sloveno che è ricordato principalmente come uno dei precursori dell’apicoltura razionale. 

L’iniziativa è relativamente giovane ma idealmente collegata con l’evento del 22 maggio perché ha l’importante obiettivo di sensibilizzare tutto il mondo sul ruolo chiave che hanno gli impollinatori per la biodiversità e per uno sviluppo sostenibile del nostro Pianeta. 

Se volete sostenere gli impollinatori potete farlo tramite la nostra oasi GBSAPRI, e le nostre gbsAPI guidate dalla Regina Safe bee.

L’IMPORTANZA DELLA BIODIVERSITÀ 

La biodiversità, termine coniato nel 1988 dall’entomologo americano Edward O. Wilson, indica la ricchezza di vita sulla Terra. Si includono tutte le piante, gli animali, i microrganismi e i loro ecosistemi. Questa varietà tiene conto sia della forma e della struttura degli esseri viventi che della quantità, della specifica distribuzione e delle interazioni che esistono all’interno di ogni sistema naturale. 

Da un recente report dell’IPBES (Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services) è emerso che il tasso di biodiversità è in calo. Attualmente ci sono circa un milione di specie vegetali e animali a rischio estinzione a causa principalmente delle attività umane che distruggono e alterano gli ecosistemi. 

Le api e gli altri impollinatori sono ottimi bioindicatori dello stato di salute dell’ambiente. Infatti, aumentano la qualità degli ecosistemi e grazie al loro incessante lavoro incrementano la biodiversità. Non è un caso se quest’ultima è uno dei parametri cardine per redigere il bilancio di sostenibilità di un’azienda, insieme a materiali, energia, acqua e scarichi idrici, rifiuti, emissioni, compliance ambientale e valutazione ambientale dei fornitori. 

La sostenibilità ambientale diventerà fondamentale per tutte le aziende e in molte sono già consapevoli della grande trasformazione in atto. Secondo il recente rapporto del Global Reporting Initiative (GRI), l’80% delle aziende Fortune Global 500 ha pubblicato un report di sostenibilità nel 2021 rispetto al 72% del 2018. Le imprese ora potranno valutare il proprio indice di biodiversità in modo trasparente e tangibile grazie alla piattaforma Element-E sviluppata da 3Bee

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