Siete davvero sicuri che un pavimento non possa essere anche un soffitto? Per Maurits Cornelis Escher, maestro olandese dalle geometrie visionarie, tutto diventa possibile. Nato nel 1898 a Leeuwarden è un artista noto in tutto il mondo per le sue opere caratterizzate da illusioni ottiche e prospettive impossibili. Considerato uno dei massimi esponenti della grafica, del disegno e dell’incisione i suoi lavori sono conosciuti e amati in tutto il mondo.
GLI INIZI
Xilografie, litografie e mezzetinte costituiscono la base del lavoro di Escher frutto di applicazioni di diversi campi di studio a cui si dedica fin dalla giovane età. A incoraggiare Escher a diventare grafico fu Samuel Jessurun de Mesquita, noto esponente dell’Art Nouveau olandese e suo insegnante alla Scuola di Architettura e Arti Decorative di Haarlem. La sua influenza si vede molto nelle sue opere inziali caratterizzate da forme sinuose ed eleganti e ornamenti decorativi ispirati alla natura. A questa, infatti, dedica numerose opere raffiguranti fiori e insetti.
ITALIA
Un grande fascino è esercitato dai paesaggi italiani. Durante il suo soggiorno nel Belpaese, dal 1922 al 1935, infatti, Escher è ammaliato dai numerosi capolavori del passato e dagli scenari che gli si prospettano davanti duranti i numerosi viaggi tanto da dedicare quasi tutta la sua produzione e i suoi disegni proprio al nostro Paese.
In Italia incontra la moglie Jetta Umiker che sposa nel 1924 e con la quale vivrà a Roma fino al 1935. In questi anni realizza opere bellissime, molte famose ancora oggi, e scopre la sua passione per la prospettiva e la geometria, tratto evidente in alcune delle sue opere come la litografia Castrovalva.
TASSELLATURE
Durante la sua visita in Spagna nel 1936, Escher si reca nuovamente a visitare l’Alhambra, un maestoso complesso palaziale fortificato situato a Granada. Le celebri e complesse decorazioni degli edifici e le sue geometrie lo spingono ad interessarsi alle tassellature che diventeranno un elemento distintivo della sua arte: un connubio di fantasia, elementi geometrici e soggetti figurativi.
METAMORFOSI
Il trasferimento in Svizzera, nel 1936, segna un altro punto di svolta nella formazione artistica di Escher. In questo periodo abbandona la rappresentazione di paesaggi per immergersi in un mondo caratterizzato da scenari illusori, prospettive invertite e costruzioni geometriche che trascendono dall’esperienza sensoriale per dare forma al “paradossale”.
Escher crea così figure in cui si susseguono una concatenazione di trasformazioni di cui la xilografia Metamorfosi II (1939-1940) ne è la rappresentazione più spettacolare. Un mondo in cui i soggetti subiscono un processo di metamorfosi diventando continuamente qualcos’altro: da lucertola ad alveare, pesce, uccello, quadrato, tetto e così via. Un universo circolare in cui gli opposti si intrecciano all’interno della composizione stessa.
GEOMETRIE IMPOSSIBILI
Escher mostra un’attenzione particolare per l’organizzazione dello spazio compositivo fin dalle sue prime opere. Il suo interesse per la matematica e la geometria lo porta a studiare diversi oggetti che, nelle sue opere, combina creando quelle famose geometrie impossibili che lo hanno reso celebre. Attraverso l’uso di paradossi, distorsioni prospettiche e illusioni ottiche, riesce a creare rappresentazioni all’apparenza plausibili ma che di fatto bloccano l’osservatore in un mondo ambiguo che non può essere risolto.
Se una persona usa la grafica come mezzo espressivo fin dalla giovinezza; se per molti anni crea immagini impiegando invariabilmente strumenti come matrici di legno, lastre di rame e pietre litografiche, oltre al torchio, all’inchiostro e a ogni tipo di carta per la stampa, alla fine questa tecnica diventa la sua seconda natura. Ovviamente, la tecnica stessa doveva essere la cosa più importante per questa persona, almeno all’inizio della sua carriera di artista grafico, altrimenti non avrebbe preso quella direzione.
M.C. Escher, 16 novembre 1953
Nel corso degli anni dovrà continuare a usare il medium prescelto con instancabile entusiasmo e senza dubbio lotterà tutta la vita per acquisire una competenza tecnica che non gli apparterrà mai completamente. Al tempo stesso, tutta questa tecnica è solo un mezzo, non un fine in sé.
L’obiettivo che sta perseguendo è qualcosa di diverso da una stampa perfettamente eseguita. Il suo scopo è raffigurare sogni, idee o problemi in modo tale che altre persone possano osservarli e rifletterci sopra.
L’illusione che l’artista desidera creare è soggettiva e molto più importante dei mezzi fisici oggettivi con cui cerca di crearla.
LA MOSTRA
Per percorrere l’evoluzione dell’artista attraverso i suoi lavori e per celebrare il centenario del suo soggiorno a Roma, Palazzo Bonaparte ospiterà fino al 1° aprile la mostra dedicata a Escher. Il pubblico potrà andare alla scoperta non solo dei suoi più celebri capolavori ma anche di numerose opere inedite.
Un percorso espositivo strutturato su due piani con circa 300 opere esposte nonché la ricostruzione dello studio di Baarn di Escher contenete i vari strumenti originali coi quali il Maestro produceva le sue opere ed il cavalletto portatile che lo ha accompagnato anche nel suo peregrinare per l’Italia.
Questa mostra è interamente dedicata alla tecnica, alla bellezza, alle illusioni e ai sogni di uno tra i più celebri artisti grafici del mondo. Xilografie, xilografie di testa, litografie, linoleografie e mezzetinte: tutto quello che vedrete è stato realizzato a mano dall’artista, poiché all’epoca di Escher i computer non esistevano.
Mark Veldhuysen, Presidente M.C. Escher Foundation
Queste stampe sono la testimonianza della passione di una vita, e ancora oggi procurano immensa gioia a chi le osserva!
IMMERGERSI NELL’ARTE
A Palazzo Bonaparte è anche possibile immergersi, attraverso, l’utilizzo di dispositivi interattivi, nelle opere di Escher. I visitatori potranno vivere in prima persona l’arte illusoria dell’artista olandese e diventare il volto di “Buccia“, sostituirsi a Escher nella “Mano con sfera riflettente” o le coppie possono farsi una foto all’interno del “Vincolo d’unione“.
Non mancano poi stanze della relatività e delle illusioni ottiche che sono il cuore stesso delle sue creazioni. Una mostra, quella di palazzo Bonaparte, che permette ai visitatori di tutte le età di scoprire il fascino senza tempo dell’arte di Escher.
CONTRIBUTI
La mostra è patrocinata dalla Regione Lazio, dal Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e dal Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi e prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits.
A curare la mostra Federico Giudiceandrea, uno dei maggiori esperti di Escher al mondo, e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.
La mostra che viene presentata quest’anno a Palazzo Bonaparte, in occasione dei cento anni dall’inizio del soggiorno romano di Escher, intende essere un punto di arrivo di questo bellissimo viaggio, ma soprattutto una summa di tutto quello che è stato scoperto in questi anni. È sicuramente la mostra più grande e completa mai realizzata sino a oggi, oserei dire definitiva.
Iole Siena, Presidente Gruppo Arthemisia
A dieci anni di distanza dal primo incontro, vogliamo celebrare questo incredibile artista – le cui creazioni rimangono a tutt’oggi uniche – insieme agli esperti, agli amici, agli studiosi, ai collezionisti, ai curiosi e ai visitatori che hanno fatto sì che Escher sia asceso irreversibilmente all’Olimpo degli artisti più amati del mondo.
La mostra rientra nel progetto “L’Arte della solidarietà” realizzato con Komen Italia (charity partner della mostra) con l’obiettivo di unire arte e salute. A tale scopo una parte dei ricavi degli ingressi verrà devoluta da Arthemisia per la realizzazione di specifici progetti di tutela della salute delle donne.