La fidelizzazione dei talenti nell’era delle “Grandi Dimissioni” che ha caratterizzato gli ultimi due anni diventa fondamentale per le aziende. Per “trattenere” i lavoratori è necessario comprendere quali sono le motivazioni che potrebbero far presa e, secondo il rapporto Global Workforce of the Future di The Adecco Group, a pesare maggiormente non è lo stipendio ma la felicità.
Questo non vuol dire che l’aspetto economico non è rilevante. Anzi, lo studio evidenzia come il 45% dei lavoratori che nei prossimi 12 mesi lascerà il lavoro lo farà per avere uno stipendio migliore. Inoltre, lo stipendio rappresenta un elemento chiave nella scelta di un nuovo lavoro. Tuttavia, l’aspetto economico non è primario quando si parla di trattenere i propri talenti.
Cosa può quindi essere definire una vita lavorativa di successo?
A definire una vita lavorativa di successo, da quanto emerge dal report, sono la felicità sul lavoro, la flessibilità, l’equilibrio tra lavoro e vita privata, la stabilità del lavoro e le relazioni positive con i colleghi prima dello stipendio.
MOTIVI PRINCIPALI PER RESTARE AL LAVORO
Sebbene la soddisfazione generale dei lavoratori si sia stabilizzata dopo i cambiamenti forzati dalla pandemia (il 69% dei lavoratori afferma di essere soddisfatto del proprio lavoro), un numero significativo di lavoratori sta rivalutando la propria vita lavorativa.
Sono cinque, quindi, i motivi principali che trattengono i “talenti”.
Sono felice nel lavoro attuale.
Il fenomeno del burnout ha pesato su circa il 40% dei lavoratori intervistati ed è stata la causa che li ha portati ad interrompere la propria carriera. Per questo motivo investire nella felicità dei dipendenti con programmi welfare ed iniziative significative può contribuire al benessere del lavoratore aum3entandone la felicità e di conseguenza la produttività.
Il mio ruolo/lavoro mi dà stabilità.
Anche avere una certa stabilità del proprio posto di lavoro prevale sullo stipendio. In uno studio condotto da BCW su 13.488 persone in 15 paesi è risultato che il 52% degli intervistati ha valutato come fattore di maggior rilevanza la sicurezza del lavoro.
Sono felice del mio equilibrio tra lavoro e vita privata.
Un altro fattore importante è l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Per il 35% degli intervistati, infatti, il work life balance è uno dei principali motivi per rimanere in azienda.
Mi piace lavorare con i miei colleghi.
Anche le relazioni con i colleghi hanno il loro peso. Più i dipendenti sono coesi tra loro maggiore sarà il loro coinvolgimento sul lavoro, aumentando la soddisfazione e la produttività. Uno studio ha evidenziato come “legami emotivi più forti con l’organizzazione sono serviti a ridurre significativamente la probabilità che i dipendenti se ne andassero“.
Sono contento della flessibilità del mio lavoro.
Come abbiamo visto l’equilibrio tra lavoro e vita privata è molto importante e questo fattore è influenzato molto dalla “flessibilità”, intesa come la possibilità di lavorare da casa o in ufficio.
IL FENOMENO DEL QUITFLUENCER
Dallo studio è emerso anche come i lavoratori di influenzano tra loro: vedendo i colleghi licenziarsi, infatti, ben il 70% inizia a pensare di fare altrettanto ed il 50% agisce concretamente. Questo fenomeno, denominato “quitfluencer”, è in forte ascesa anche perchè la generazione Z, rispetto alla precedente, ne sembra maggiormente influenzata.
Con queste premesse le aziende dovranno correre ai ripari e pensare a delle strategie per mantenere in sede i propri talenti e, soprattutto, dovranno motivarli. C’è bisogno di una presa di coscienza: il mondo del lavoro ormai è cambiato ed i vecchi schemi non funzioneranno più. Siamo in un’epoca di cambiamenti ed ora è arrivato il momento per gettare le basi per impostare il lavoro del domani.