Quanto impattano gli sprechi alimentari sull’economia globale? Un quesito che, negli ultimi anni, è diventato prioritario sulle agende dei governi a livello internazionale. Gli scarti rappresentano un banco di prova fondamentale sia per i governi che per le aziende che cercano di perseguire una mission green e di sostenibilità. Per questo motivo, di pari passo con le sviluppo di nuove politiche legislative, prendono sempre più piede quelle iniziative che puntano al riutilizzo ed alla valorizzazione degli scarti alimentari.
Un’analisi puntuale sull’argomento è stata effettuata e redatta dall’Osservatorio Food Sustainability della School of Management del Politecnico di Milano. Seguendo l’onda lunga del mantra “Chi misura, raccoglie”, la ricerca ha evidenziato come solo il 43% delle aziende è organizzata per una rendicontazione generale delle eccedenze. Sono 321 le tonnellate di scarti che ogni anno vengono donate o riutilizzate.
Il numero potrebbe cresce in maniera esponenziale se le aziende stesse venissero indotte, in misura maggiore, ad occuparsi della questione con puntualità a 360 gradi.
OBIETTIVO SOSTENIBILITÀ DELL’AGENDA 2030
La produzione e la sua sostenibilità sono alla base degli obiettivi dell’Agenda 2030. Risulta fondamentale avere piena coscienza dei consumi e dell’impatto ambientale delle aziende. Per questo motivo è necessario attuare un piano strategico di valorizzazione delle eccedenze alimentari con conseguente riduzione di residui e scarti.
Come detto in precedenza, dalle ultime analisi, risulta che meno della metà delle aziende alimentari ha un piano ben strutturato di misurazione delle eccedenze. Una dato eclatante che impone una riflessione approfondita sull’argomento. È importante stimolare le aziende sulla questione dal momento che le pratiche di donazione e riuso degli sprechi rappresentano il futuro dell’intero settore alimentare.
A supportare questa linea di pensiero, ci sono dei numeri ben precisi. L’89% delle aziende alimentari che misurano le eccedenze hanno un’organizzazione ben precisa in termini di riuso. Allo stesso tempo, nella gestione degli scarti, il 49% delle aziende riesce anche ad adottare pratiche di riciclo e recupero. Il percorso, quindi, è ben tracciato e delineato ma serve anche la volontà per poter portare a casa determinati obiettivi.
L’APPORTO DELLE STARTUP
Per invogliare, sempre di più, le aziende ad adottare un approccio diverso e sostenibile in tema sprechi, giocano un ruolo cruciale le startup. Sono proprio quest’ultime a portare quell’innovazione che possono sancire il decisivo cambio di passo.
A livello globale, infatti, sono 2270 le startup agrifood che sono nate a cavallo tra il 2019 e il 2023. La mission è quella di perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 concentrandosi sulla sostenibilità ambientale e sul riutilizzo degli sprechi come preziose risorse. Un altro dato significativo riguarda l’intera filiera agroalimentare.
In questo contesto così ampio, le startup si sono ritagliate una fetta pari al 23%. Entrando nello specifico, il miglioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale è un obiettivo concreto alla pari della tutela degli ecosistemi terrestri e d’acqua dolce.
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