Un recente studio intitolato “FuelEU Maritime –Avoiding Unintended Consequences” ha sottolineato che l’incentivo a usare biocarburanti può innescare una serie di complesse problematiche poiché implica uno standard al quale si dovranno uniformare tutti i produttori, inclusi quelli fuori dalla UE.
LE IMPLICAZIONI DELLA DECARBONIZZAZIONE
Questo studio, oggetto di grande attenzione da parte dei principali attori coinvolti nel settore, è stato commissionato dall’Associazione armatori della Comunità europea (ECSA) e dalla principale associazione di categoria internazionale per armatori e operatori di navi mercantili (ICS).
La decarbonizzazione è legata indissolubilmente alla transizione ecologica e colpisce enormemente il settore marittimo europeo. Gli armatori europei controllano il 39,5% della flotta commerciale globale, contribuiscono con 149 miliardi al PIL dell’UE e forniscono a 2 milioni di europei carriera sia a bordo che a terra.
Le analisi condotte valutano l’efficacia e le implicazioni che le nuove misure da introdurre dovrebbero causare, con un focus specifico sul tema biocarburanti.
Le nuove norme UE finalizzate alla decarbonizzazione del comparto marittimo generano nuove significative sfide da affrontare. È indispensabile ottenere uno standard per tutti i combustibili acquistati a livello internazionale e, questo, implica una serie di questioni in sospeso come:
- il costo;
- la disponibilità;
- le specifiche dei biocarburanti;
- l’applicazione dei criteri di sostenibilità dell’UE ai sensi della recente direttiva sulle energie rinnovabili.
Claes Berglund, presidente dell’ECSA ha affermato:
“Lo shipping europeo è impegnato a decarbonizzare il trasporto marittimo il più rapidamente possibile. Tuttavia, gli armatori non possono essere ritenuti responsabili della qualità dei combustibili. Questa è l’unica responsabilità dei fornitori di carburante”.
Martin Dorsman, segretario generale dell’ECSA, ha aggiunto:
“Comprendiamo che la Commissione voglia applicare i criteri di sostenibilità dell’UE a tutti i combustibili coperti dalla proposta, ma l’attribuzione della responsabilità legale per gli standard sui combustibili sulle navi non affronta le questioni sostanziali dell’applicazione, in particolare per quanto riguarda i biocarburanti”.
NORME E RESPONSABILITÀ
Dallo studio sono emerse anche altre conclusioni importanti. Tra queste, l’UE dovrebbe garantire che l’obbligo principale per il rispetto di eventuali nuove norme sia una responsabilità dei fornitori di carburante. A questo proposito, Guy Platten, segretario generale dell’International Chamber of Shipping, ha dichiarato:
“Non penalizzeresti un proprietario di un’auto per aver acquistato il carburante sbagliato a una pompa di benzina, ma questo è esattamente ciò che accadrà agli armatori con la proposta marittima FuelEU. Inoltre, vi sono legittime preoccupazioni che FuelEU possa compromettere la riduzione delle emissioni imponendo l’uso di biocarburanti, che hanno problemi reali per la sostenibilità ambientale”.
IL SISTEMA DI CONFORMITÀ
Oltre ai biocarburanti, lo studio ha evidenziato un altro problema relativo all’introduzione di un sistema di conformità estremamente complesso. Secondo questo sistema, le navi che non possono utilizzare o avere accesso ai combustibili che soddisfano gli standard richiesti dall’UE, potrebbero essere obbligate ad acquistare crediti da altre società o dalla stessa Commissione. Ciò comporterebbe la nascita di un sistema di scambio del carbonio sovrapponibile alla proposta di estendere l’EU ETS alla navigazione.
Lo studio condotto evidenzia l’importanza delle attività e degli strumenti indispensabili per una corretta transizione ecologica del settore marittimo, come l’uso di biocarburanti. Ma queste azioni devono essere pianificate con grande attenzione e in modo strategico così da non ostacolare la rivoluzione verde e incentivando, al contempo, nuovi settori di business.
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