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FUNERALI “LIVE”

In questo anno la vita virtuale ci ha parzialmente salvato dall’isolamento totale e dalla morte sociale. Non vi sono dubbi su questo. Strumenti, programmi, app e connessioni ci hanno permesso videochiamate con amici e familiari che sono diventati anche video-aperitivi e cene condivise tramite smartphone e pc; videocorsi di formazione ma anche di training, yoga, pilates, ginnastica; videocall e riunioni di lavoro che hanno aiutato a colmare il divario con i colleghi; e molte altre situazioni hanno trovato un loro surrogato virtuale. Non è un caso, quindi, che anche per i funerali si sia trovata una versione “da remoto”.

FUNERALI SOCIAL

In altri tempi ci avrebbe scosso e sconcertato l’idea di condividere in rete i dolori e cordogli privati. Oggi invece non possiamo non renderci conto che, con i blocchi degli spostamenti tra comuni e regioni, con le limitazioni degli assembramenti e tutte le altre disposizioni anti-contagio, l’idea di poter partecipare ad un funerale tramite i social, sembra una cosa accettabile ed anche incentivabile.

NASCITA E SVILUPPO DELL’IDEA

Le prime proposte in tal senso si sono sviluppate tra aprile e marzo 2020, durante il primo lockdown “pesante”. All’epoca migliaia di morti non hanno potuto avere degne celebrazioni di commiato. Non scorderemo mai la fila di camion militari recanti feretri per le strade di Bergamo nel silenzio spettrale della notte nel lockdown. E nei mesi successivi la situazione non è stata troppo diversa, fatto salvo per il periodo estivo in cui si è allentata la guardia – forse erroneamente ma sicuramente in modo naturale, per un bisogno collettivo di socialità. Matrimoni, battesimi e funerali hanno dovuto subire un arresto nel loro svolgimento “classico”, il che, se per i primi due concede l’opportunità di un “rimando a tempi migliori”, per i terzi non concede appelli.

Ci siamo confrontati con Valter Fabozzi, titolare dell’omonima impresa funebre capitolina. Abbiamo scoperto che l’idea di poter realizzare i funerali in diretta live sui social, nata appunto a marzo, all’inizio è stata recepita con una certa difficoltà, un po’ per via di quel “pudore dei sentimenti” che appartiene al nostro lato umano più profondo. Piano piano, però, sta prendendo sempre più piede l’integrazione della cerimonia reale con la sua versione live virtuale.

COME FUNZIONA LA FUNZIONE LIVE

Una volta deciso di effettuare il funerale anche in modalità live social, l’agenzia consegna un link ai familiari. A questo punto si può decidere se inviare il link personalmente ad una cerchia più o meno ristretta di parenti e amici o pubblicare lo stesso link sui propri account social in modo da renderli accessibili a chiunque (in base alle impostazioni privacy degli account stessi).

LA MEMORIA DEI SOCIAL

Da diverso tempo i social sono diventati il luogo virtuale della nostra esistenza. Condividiamo vita quotidiana, dolori, nuovi progetti, cose buffe, cose tristi, cose allegre. I nostri account sono diventati una sorta di diario, alcuni scritti fitti e puntuali, altri più saltuari, ma comunque tutti raccontano di noi e portano la nostra memoria oltre quella delle nostre spoglie mortali e persino oltre quelle della generazione che ci ha conosciuto di persona.

La questione della memoria è vitale. Vivere in chi ci ricorda, con i social diventa molto più reale. Non è un caso che proprio Facebook abbia deciso di trasformare le pagine di utenti deceduti in pagine commemorative. Le generazioni future avranno un archivio tangibile dei loro affetti scomparsi. Milioni di foto, video, scritti, post, condivisioni e via dicendo da poter riguardare ogni volta che ne avranno voglia, ovunque nel mondo…

E’ un potere immenso, che fa pensare di aver raggiunto una sorta di immortalità potenziale, seppur immobile.

LE DIRETTE LIVE PER CELEBRARE

Se l’immortalità della memoria appartiene al mondo dei social, diventa ancora più accettabile l’idea che proprio sui social passi anche la pratica del funerale. Perciò benvengano le dirette live e persino interi siti dedicati ai funerali (del resto già esistono quelli per i matrimoni e altre cerimonie affini), come strumenti per condividere il dolore, trasmettere messaggi di affetto ed essere spettatori attivi anche a distanza.

Così in quella che continueremo a lungo a definire “Era della digitalizzazione” stiamo raggiungendo il 360esimo grado, digitalizzando anche il momento del commiato, senza rinunciare alla commozione, al senso di comunione e di comunità, alla partecipazione e alla vicinanza affettiva che sono caratteristiche imprescindibili di questi riti.

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22 Giugno 2022 13:10

[…] Mentre riflettevo sul tema del difficile bilanciamento tra il senso del pudore scopro, grazie a un collega, che i funerali social non sono poi neanche tanto una novità. In era Covid, complice la prima fase di lockdown duro, alcune agenzie di pompe funebri hanno lanciato l’idea del funerale social che – dopo una iniziale ritrosia – pare aver incontrato i favori del pubblico (come è spiegato in questo articolo). […]

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