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GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE

Ricorrenze, Sanità

GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE MENTALE

Il 10 ottobre di ogni anno, il mondo si unisce per celebrare la Giornata Mondiale della Salute Mentale. Questa ricorrenza, istituita proprio dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale nel 1992, ha l’obiettivo di aumentare la consapevolezza sui problema e di mobilitare gli sforzi a sostegno della salute mentale in tutto il mondo.

IN ITALIA 2 MILIONI DI PERSONE SENZA CURE

La salute mentale è una componente essenziale del benessere generale. Essa influisce su come pensiamo, sentiamo e agiamo, e determina come gestiamo lo stress, relazioniamo con gli altri e prendiamo decisioni. Nonostante questo, la salute mentale soffre sempre più, tra poche risorse, personale limitato e aumento del disagio psichico. Circa due milioni di italiani, che dovrebbero essere seguiti dai servizi di cura, non ricevono assistenza.

A lanciare l’allarme sono i Dipartimenti di Salute Mentale che chiedono risorse adeguate e un aumento dell’organico per un rinnovato modello organizzativo e dei rapporti con l’Autorità Giudiziaria mentre in Senato è stato avviato, con un ciclo di audizioni, l’esame del disegno di legge Zaffini che ha l’obiettivo di riformare l’assistenza psichiatrica sul territorio.

Secondo Giuseppe Ducci, Vicepresidente del Collegio Nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche dell’ASL Roma 1, almeno il 5% della popolazione, circa 3 milioni di persone, soffre di disturbi psichici. La percentuale sale al 10% se si considerano anche i disturbi più lievi come gli attacchi di panico.

Le persone con disturbi mentali prese in carico nel 2023 dai servizi sanitari pubblici sono state in Italia oltre 770mila, pari all’1,5% della popolazione. Ciò significa che, considerando solamente i disturbi più gravi, c’è un 3,5% di persone, equivalente a oltre due milioni di cittadini, che non ha accesso ai servizi. A pesare è la paura dello stigma, ma anche la difficoltà stessa delle strutture nel prenderli in carico e a pagare il prezzo più alto sono le categorie più fragili. Le fasce sociali più svantaggiate, donne, anziani, ma soprattutto bambini e adolescenti, sempre più vittime delle dipendenze da sostanze, ansia, depressione, e disturbi del neuro-sviluppo che nel 50% dei casi risalgono già alla gravidanza”. 

Giuseppe Ducci

LE AREE DI INTERVENTO PRIORITARIE

A partire dalla legge Basaglia, la salute mentale in Italia ha ha fatto grandi progressi. Tuttavia, Fabrizio Starace, Presidente del Collegio Nazionale dei Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Modena, sottolinea come “i cambiamenti sociali ed epidemiologici degli ultimi decenni e la nascita di nuovi bisogni, come ad esempio il dilagare dell’abuso di sostanze e dei disturbi dello spettro autistico, impongono di rilanciare e ridisegnare i DSM per aggiornare e migliorare la qualità dell’assistenza psichiatrica in tutte le fasce di età a partire da quella neonatale, con un aumento delle risorse e di investimenti sul personale per un nuovo modello organizzativo dei DSM che includa i servizi per l’età evolutiva e per le dipendenze, presenti solo nella metà dei dipartimenti”.

SERVONO RISORSE ECONOMICHE E PROFESSIONALI

Uno dei problemi più urgenti per i servizi di salute mentale in Italia è la scarsità di risorse economiche e professionali. Serve che almeno il 5% del Fondo Sanitario Nazionale e Regionale sia destinato alla salute mentale, con specifici contributi per l’infanzia (2%) e le dipendenze (1,5%). Questo investimento, secondo Ducci, migliorerebbe l’assistenza ed avrebbe un forte impatto sullo sviluppo del Paese, pari al 2% del PIL.

“È indispensabile per la stessa sopravvivenza dei DSM, ridefinire la quota di spesa per l’assistenza psichiatrica, oggi in calo in media al 2,5% del Fondo Sanitario Nazionale e Regionale, pari a poco più di 3 miliardi e mezzo che rendono l’Italia fanalino di coda in Europa tra i Paesi ad alto reddito. Per raggiungere il 5% previsto dalla conferenza unica Stato-Regioni solo per la salute mentale degli adulti, servono almeno 2 miliardi in più, essenziali per garantire l’adeguamento degli organici agli standard ministeriali”.

Giuseppe Ducci

Attualmente, nei DSM ci sono circa 25.000 operatori tra psichiatri, psicologi, infermieri ed educatori, ovvero 55 ogni 100 mila abitanti, oltre il 30% in meno rispetto agli 83 operatori ogni 100 mila abitanti previsti dagli standard AGENAS.

BISOGNA GARANTIRE CONTINUITÀ DELLE CURE

Un altro problema riguarda i modelli organizzativi. Questi, infatti, devono affrontare nuovi bisogni emergenti tra i giovani, come disturbi alimentari, della personalità e dello spettro autistico, nonché dipendenze. È essenziale prevenire tali problemi fin dalla gravidanza, prestando attenzione agli stili di vita e al contesto familiare, con programmi di screening per intercettare precocemente problemi del neuro-sviluppo.

Anche la maggiore età rappresenta, secondo Starace, un passaggio critico per i disturbi mentali in quanto molto spesso non viene garantita la continuità delle cure tra infanzia ed età adulta. 

In Italia, appena il 12% dei giovani passa ai servizi di salute mentale per adulti, dopo aver raggiunto il limite di età massimo per le cure pediatriche”.

Fabrizio Starace

Ducci, poi, sottolinea la necessità di un’integrazione tra salute mentale per adulti, dipendenze e servizi per minori su tutto il territorio nazionale. Questo per facilitare la transizione tra i servizi per minori e adulti, modello attualmente applicato solo in alcune regioni, che andrebbe esteso a livello nazionale.

PSICHIATRIA STRUMENTO DI CURA, NON DI CUSTODIA

Un terzo aspetto critico è il rapporto tra disturbi psichici e il sistema della giustizia. La priorità è evitare l’uso della psichiatria come strumento di controllo sociale, invece che di cura.

Il sistema rischia di usare le nuove residenze, che hanno preso il posto dei manicomi giudiziari, come “svuotacarceri”. Molti detenuti sono assegnati alle REMS per disturbi di personalità antisociali, dipendenza da sostanze, marginalità sociale, che non vanno confuse con le malattie psichiatriche che possono giovarsi di percorsi residenziali nelle strutture di cura“. 

Giuseppe Ducci

Per ovviare a questo problema, afferma Starace, si potrebbero creare sezioni sanitarie specialistiche psichiatriche all’interno delle carceri dove poter effettuare trattamenti sanitari obbligatori (TSO) e attuare le riforme legislative necessarie.

“La salute mentale richiede interventi urgenti e mirati e investimenti adeguati. Il coinvolgimento delle istituzioni in questa battaglia è essenziale”.  

Ducci e Starace 

150 EVENTI IN TUTTA ITALIA PER COINVOLGERE I CITTADINI

Per discutere di questi argomenti con i cittadini, i Dipartimenti di Salute Mentale apriranno nella giornata odierna le porte al pubblico con oltre 150 eventi programmati in tutta Italia e un collegamento in streaming tra tutte le “piazze”.

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare agli incontri che coinvolgeranno operatori, utenti, familiari e associazioni per confrontarsi sui temi del benessere psichico. Gli eventi si terranno in spazi aperti dei DSM, ma anche nelle scuole e in altri luoghi istituzionali.

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