Il mondo sta diventando sempre più instabile: accelerazione tecnologica, incertezza economica, crisi climatiche e conflitti stanno impattando negativamente su miliardi di persone con conseguenze devastanti. Il Global Risk Report 2024, pubblicato recentemente dal World Economic Forum in collaborazione con Marsh McLennan e Zurich Insurance Group, analizza le sfide a breve (2026) e a lungo termine (2034) che dovremmo affrontare a livello globale.
PANORAMA DEI RISCHI ATTUALI
Secondo i risultati dell’ultima survey sulla percezione dei rischi globali (le risposte sono state raccolte dal 4 settembre al 9 ottobre 2023), i rischi che quest’anno hanno maggiori probabilità di causare una crisi sono:
- clima estremo (66%): fino a maggio si prevedono condizioni meteorologiche estreme caratterizzate da ondate di caldo, siccità, incendi e inondazioni.
- Informazioni errate generate dall’intelligenza artificiale e la disinformazione volontaria (53%).
- Polarizzazione sociale e/o politica (46%): molti paesi stanno ancora lottando per recuperare gli anni di progresso persi durante la pandemia, una situazione che permette una maggiore diffusione di disinformazione e polarizzazione di comunità, società e paesi.
- Crisi del costo della vita (42%), soprattutto per le fasce di età più giovani.
- Cyberattacchi (39%).
GLOBAL RISKS REPORT: VERSO IL 2026
La seconda parte del rapporto, invece, si concentra sui possibili rischi che potrebbero avere un impatto significativo nei prossimi due anni. Dal report emerge che le fragilità socioeconomiche si amplificheranno e una forte preoccupazione la causano la recessione economica (n. 9), conflitto armato interstatale (n. 5) e rischi in rapida evoluzione come disinformazione volontaria e no (misinformation e disinformation).
Quest’ultima si trova, infatti, al primo posto. Con l’accesso a tecnologie sempre più avanzate, la diffusione di informazioni manipolate diventa più facile ed efficace, generando un senso di sfiducia nelle istituzioni e nelle informazioni stesse. Occorre, però, prestare molta attenzione. Se da un lato, una risposta tardiva potrebbe causare un’intensificazione di divisioni sociali, violenza ideologica e repressione politica, dall’altro, una risposta eccessivamente aggressiva con applicazione di normative troppo stringenti, si potrebbe violare il diritto alla libertà di espressione.
La disinformazione, volontaria che no, insieme alla polarizzazione sociale (n. 3) rappresenta de tra i maggiori rischi associati alla rete e con un alto potenziale di amplificarsi a vicenda. Le società polarizzate, infatti, tendono a credere alle informazioni che rafforzano le loro convinzioni, a prescindere dalla loro veridicità.
A completare la classifica: eventi meteorologici estremi al 2° posto, seguiti da insicurezza informatica (n. 4), migrazione involontaria (n. 8), inflazione (n. 7) e la mancanza di opportunità economiche (n. 6). L‘inquinamento, invece, si classifica al 10° posto chiudendo la lista delle 10 principali rischi dei prossimi due anni.
GLOBAL RISKS REPORT: VERSO IL 2034
La terza parte del Global Risks Report si focalizza sugli scenari futuri mettendo in risalto i rischi che potrebbero intensificarsi nei prossimi dieci anni. Si prevede che, da qui al 2034, molti cambiamenti drastici metteranno alla prova la nostra capacità di adattamento con un peggioramento – rispetto al breve termine – della situazione globale dei rischi sia per frequenza che per intensità.
Quelli che subiranno un peggioramento e che dominano il panorama dei rischi globali dei prossimi dieci anni, sono quelli ambientali e tecnologici. Quasi tutti i rischi ambientali sono, infatti, nella Top Ten e occupano metà della classifica.
La perdita di biodiversità e il collasso dell’ecosistema sono tra i rischi che preoccupano di più, con un aumento di due punti sulla scala di Likert, passando dal 20° posto nel breve termine al 3° posto nel lungo termine.
Anche i cambiamenti critici ai sistemi terrestri e la carenza di risorse naturali sono tra quelli percepiti come soggetti a peggioramento materiale, contribuendo al loro ingresso nella top 10 della classifica dei rischi al 2034. L’inquinamento invece, anche nel lungo termine, si colloca al decimo posto.
Per quanto riguarda i rischi tecnologici uno dei peggioramenti riguarda gli esiti negativi delle tecnologie di intelligenza artificiale che, dal 29° posto nel biennio sono saliti al sesto posto nel lungo periodo presumibilmente dovuto ai rischi correlati dall’inserimento sempre maggiore di queste tecnologie nei sistemi economici, sociali e politici. La disinformazione, volontaria e no, occupa il 5° posto mentre l’insicurezza informatica si colloca all’all’ottavo posto.
I rischi sociali, sebbene sono scesi, occupano ancora un grado di preoccupazione molto alto negli intervistati: migrazione involontaria sale di una posizione al 7° posto mentre il rischio di polarizzazione sociale scende dal 3° posto nel breve termine al 9° posto nell’orizzonte a lungo termine.
AFFRONTARE I RISCHI GLOBALI
Le grandi trasformazioni strutturali che stiamo vivendo, dall’ascesa dell’intelligenza artificiale, al cambiamento climatico fino alle transizioni demografiche richiedono una preparazione per poter mitigare sia i rischi noti che quelli che ne conseguono.
Strategie localizzate, ricerca e sviluppo innovativi, azioni collettive e coordinamento transfrontaliero sono tutti fattori chiave per poter mitigare i rischi globali. Solo attraverso la collaborazione tra settore pubblico e privato, però, si possano realmente ridurre gli impatti ed estendere i benefici di queste azioni a tutti.
“Il futuro non è fisso. Nel prossimo decennio è possibile immaginare una molteplicità di futuri diversi. Sebbene questo determini incertezza nel breve periodo, lascia anche spazio alla speranza. Accanto ai rischi globali e ai cambiamenti epocali in corso, si celano opportunità uniche per ricostruire la fiducia, l’ottimismo e la resilienza delle nostre istituzioni e società.
Saadia Zahidi, Managing Director WEF
Ci auguriamo che il rapporto serva da invito all’azione per un dialogo aperto e costruttivo tra i leader del governo, delle imprese e della società civile, al fine di agire per ridurre i rischi globali e costruire opportunità e soluzioni a lungo termine”.
Fonte: Global Risks Report 2024