Dopo i numerosissimi incidenti susseguitisi negli anni nel Canale di Suez, l’ultimo dei quali ha visto coinvolta la EVER GIVEN – la nave container 400×60 mt – i lavori per l’allargamento del Canale, sembrano finalmente prendere il via. Il progetto prevede di aumentare l’efficienza del Canale e ridurre il tempo di transito delle navi, nonché aumentare la sicurezza per la navigazione nella parte meridionale. Successivamente i lavori dovrebbero proseguire per allargarlo di ulteriori 30 chilometri sempre nella zona sud.
Il Canale di Suez è una delle più importanti e strategiche rotte commerciali al mondo, il suo traffico vale più o meno il 12% del commercio mondiale. I transiti attraverso il Canale hanno mostrato una notevole resilienza persino agli effetti della pandemia: nel 2020, infatti, il numero totale di transiti è stato di 18.829 navi.
“ANATOMIA” E BREVE STORIA DEL CANALE DI SUEZ
La sua costruzione è avvenuta attraverso il taglio dell’istmo di Suez. Con questa operazione si poté collegare per la prima volta il Mar Mediterraneo al Mar Rosso, così, le navi commerciali poterono evitare di circumnavigare l’Africa per viaggiare tra Europa e Asia.
Il Canale di Suez, nella sua prima versione, fu inaugurato nel 1869: era profondo appena 8 metri, largo 22 metri sul fondo e da 61 a 91 metri in superficie. Queste dimensioni strette permettevano alle navi di poter passare “a traffico alternato”, utilizzando le baie di “attesa” costruite ogni 8-10 km per poter regolare il traffico nelle due direzioni. Nonostante queste disposizioni, circa 3000 navi nel periodo tra il 1870 e il 1884 furono coinvolte in incidenti e incagliamenti. Perciò, già nel 1876 si procedette con alcuni ampliamenti e miglioramenti.
Dal 1947 fino al 2015 la navigazione nel Canale era organizzata con un sistema di grandi gruppi di navi in fila (c.d. carovane), due dirette verso sud e una diretta verso nord, che procedevano in senso unico alternato, grazie ai passaggi negli slarghi disposti lungo il tragitto.
IL CANALE OGGI
Oggi il Canale di Suez è lungo 190 km e largo fino a 313 metri in superficie e fino a 225 metri a 11 metri di profondità, con un massimo di 24 metri. La seconda corsia parallela lunga 35 km inaugurata nel 2015, permette ormai zone di transito in entrambe le direzioni contemporaneamente. Le partenze da nord e sud avvengono in modo sincronizzato e le carovane si incontrano nella zona a doppia corsia nello stesso momento. La carovana diretta a nord usa la corsia nella parte a est mentre quella diretta a sud quella nella parte a ovest. L’attraversamento del Canale dura in media tra le 11 e le 16 ore ad una velocità di circa 8 nodi (15 km/h).
CHE FINE HA FATTO LA EVER GIVEN?
La “Ever Given” giapponese, battente bandiera panamense si era arenata sul tratto a senso unico del Canale il 23 marzo ed è stata rimessa in traiettoria sei giorni dopo. Tutti gli altri casi di incagliamenti registrati non erano mai durati così a lungo. Il blocco di sei giorni ha causato ingenti danni al commercio mondiale, costringendo alcune navi ad allungare il viaggio tramite la rotta alternativa attorno alla punta meridionale dell’Africa, e lasciando più di 400 navi in attesa sia a nord che a sud del Canale. L’Autorità del Canale di Suez ha chiesto un risarcimento di 916 milioni di dollari (circa 755 milioni di euro) agli armatori della nave per i danni subiti… perciò un mese e mezzo dopo l’incidente, la Ever Given , si trova ancora nel Grande Lago artificiale a causa della disputa economica tra gli armatori e l’Autorità.
RISCHI & CO
Senza dubbio i lavori al Canale di Suez erano necessari già da tempo, il caso Ever Given ne ha solo sottolineato l’urgenza davanti agli occhi di tutto il mondo. Non si può prescindere o rimandare interventi fondamentali per migliorare la navigabilità di una rotta così fondamentale. Accanto ai ragionamenti sulla struttura del Canale, restano, comunque, le preoccupazioni per il tema del gigantismo navale e degli innumerevoli rischi ad esso connessi. Speriamo che anche questi possano trovare risposte e soluzioni o alternative valide in tempi brevi.