Il cambiamento dello stile di vita e delle abitudini di tutti noi a seguito della pandemia ha influito notevolmente anche sul mondo del vino.
Ci siamo trasformati in cittadini quasi costantemente “online” e, anche se stiamo riacquistando piano piano un po’ della fisicità dimenticata, il digitale ha portato dei cambiamenti che non potranno non avere ripercussioni nel futuro. Promozione, vendita ed esperienze enoturistiche si sono spostate ormai sul web e sui social.
Già da qualche anno la possibilità di poter acquistare comodamente da casa i prodotti enologici era abbastanza diffusa. Infatti, dal 2005 questa tendenza ha segnato una crescita costante negli anni che ha visto incrementi annui superiori al 10%.
Complice la pandemia, l’e-commerce, in Italia e nel mondo, ha visto un’impennata del 102% degli acquisti da remoto di prodotti enologici. In Italia i 4 “Big” del settore hanno segnato un +82% nel 2020 rispetto all’anno precedente.
“Gli effetti positivi del digitale, per una cantina o un ristorante, sono moltissimi. Durante il lockdown è stato fondamentale per tenere viva la comunicazione con i clienti ad esempio. E poi ha creato opportunità economiche reali, con il delivery. Il limite, semmai, è la complessità: ci vuole, alla base, un grande lavoro sulla solidità del brand, che rende più semplice la comunicazione.
Il vino corre anche sulle piattaforme generaliste, come Amazon. Facebook deve adattarsi e ispirarsi ai nuovi social, da Snapchat a TikTok, ma anche ClubHouse: nulla è eterno sui social, ci sono sempre nuove risorse e idee”.
Nicoletta Polliotto, esperta di web marketing
Questa tendenza ha portato alla nascita di molte app e startup in questo settore. Vediamone alcune.
APP, IL VINO A PORTATA DI CLICK
WeTaste.Wine è una startup che permette di andare alla scoperta delle piccole cantine italiane e trovare quella giusta per noi. Navigando in rete, infatti, ci si ritrova immersi da tantissime etichette e non si sa bene come orientarsi.
Come? Attraverso la scelta di tre percorsi che contengono ognuna una box con due etichette provenienti da una cantina selezionata, che cambiano ogni mese. Così si possono scoprire di volta in volta piccoli tesori del vino Made in Italy iniziando la propria avventura enologica.
Winelivery nasce nel 2015 dall’idea di Andrea Antinori e Francesco Magro dopo essersi accorti che, nella città di Milano, mancava l’opportunità di avere un servizio di consegna di vino a domicilio in poco tempo.
E proprio da Milano fanno partire questo nuovo servizio, oggi attivo con oltre 60 store in tutta Italia, di consegna in 30 minuti valorizzando così sia i piccoli produttori che le enoteche ed i birrifici artigianali creando, tramite la sua piattaforma tecnologica, un canale diretto di comunicazione tra consumatore e produttore.
CheVino!, infine, è uno shop online eco-compatibile nato a fine 2020 con lo scopo di raccontare e scoprire i produttori che utilizzano esclusivamente tecniche produttive ecosostenibili, dal motto: “non vendiamo solo vini, raccontiamo storie”.
Il consumatore qui potrà trovare più di 40 produttori e più di 850 vini “unici”, esclusivamente Made in Italy, con proposte di abbinamenti con i piatti delle varie regioni.
“Investire sul vino significa raccontare un territorio, una storia. A noi piace relazionarci con le persone, non con le aziende. Che Vino! vuole essere un’occasione per i consumatori, per dare loro nuove chiavi di lettura e di avvicinamento al vino attraverso esperienze emozionali. Vogliamo farli sentire parte di un mondo che possono vivere come proprio”.
Founder di CheVino!
IL SOMMELIER TECH DI CANTINA COLLI DELLA MURGIA
La tecnologia non si limita solo alla vendita, lo sa bene la cantina Colli della Murgia di Gravina in Puglia (BA) che già dal 2019 ha investito nella “bottiglia intelligente”.
Per chi è poco esperto l’etichetta aiuta in minima parte a pregustare il prodotto finale, ma questo concetto è stato portato ben oltre da questa cantina che ha creato un vero e proprio assistente virtuale che si attiva grazie al QR code applicato sull’etichetta.
“Si tratta di un’esperienza interattiva, che sfrutta le più avanzate soluzioni di intelligenza artificiale, per mettere in relazione gli utenti con il brand, rafforzare il rapporto tra l’azienda e il proprio consumatore, offrendo un’esperienza di contatto innovativa, basata sulla conversazione”.
Saverio Pepe, direttore commerciale di Colli della Murgia
Il chatbot Franco fa letteralmente parlare in vino e possiede al suo interno quasi 10mila conversazioni. Il consumatore, attraverso la scansione del QR code sulla retro-etichetta, viene indirizzato al chatbot al quale si possono chiede informazioni sull’aziende e sulla sua storia, gli abbinamenti con quel vino oppure i dettagli specifici sulla agricoltura sostenibile.
Pepe spiega che il timore generale nel proporre un chatbot era quello che potesse “spaventare” il consumatore. Invece afferma che non hanno solo lanciato questa tecnologia ma “abbiamo anche digitalizzato un’azienda tradizionale, introducendo perfino un e-commerce. Tutte le imprese vitivinicole, è inevitabile, pensano che il proprio vino sia il migliore. Ma la differenza sta nel saperlo raccontare sfruttando tutti gli strumenti a disposizione”.
La realizzazione di questo progetto è stata possibile grazie ad un’altra eccellenza pugliese, la società The Digital Box.
Un sito internet non basta più per raccontare un’azienda. C’è bisogno di piattaforme tecnologiche” occorre “acquisire un metodo di lavoro innovativo lavorando su progetti concreti”.
Antonio Perfido, Head of Digital a The Digital Box
ICE, LA STRATEGIA CHE PUNTA AL DIGITALE
In una intervista l’imprenditrice siciliana José Rallo, alla guida di Donnafugata con il fratello Antonio e da ottobre nel cda dell’Ice, Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ha affermato:
“Siamo di fronte a una radicale rivoluzione delle modalità di consumo e delle modalità di acquisto. La gente oggi compra online vuol dire anche senza un intermediario cioè senza il ristoratore che è un ambasciatore dell’azienda. Invece da un giorno all’altro le aziende si sono trovate a doversi relazionare con il consumatore finale senza intermediario”.
E per rispondere a queste nuove esigenze, spiega, “ci vuole fantasia, creatività e intraprendenza”. Ma più importante è creare una rete nella filiera per farla crescere e questo si può fare puntando proprio sul digitale.
“L’Ice sta facendo un lavoro veramente mirato su questa nuova era”, afferma la Rallo. “Un’era fatta di economia sempre più digitale: il nostro presidente Carlo Maria Ferro ha stravolto la carta dei servizi puntando sempre più che vogliono e devono operare sul digitale. Da un lato servizi alle imprese, dall’altro accordi con piattaforme di e-commerce: sono già 48 gli accordi siglati e 500 ammesse in queste vetrine, 400 già online”. Ampliando il palcoscenico si possono trovare tutti i generi di clienti possibile in ogni paese.
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