Giovedì 8 aprile 2021 si è tenuto il primo convegno annuale della Rivista scientifica “Penale – Diritto e Procedura” edita da Pacini Giuridica dal titolo: “Processo penale telematico”.
L’evento, organizzato in collaborazione con GBSAPRI, e con il contributo di altri partner tra cui l’Ordine degli Avvocati di Roma, Zucchetti software giuridico Fallco ed il Centro Servizi Investigativi, ha riscosso un notevole successo ed una vasta partecipazione di pubblico, attesa la rilevanza e l’attualità del tema trattato.
IL TEMA
Il webinar è stato incentrato sul tema del “Processo penale telematico”, titolo che racchiude diverse problematiche connesse al processo penale latu sensu inteso, che sono state esaminate, infatti, nel corso di tre distinte sessioni.
Come noto, la pandemia da Covid ha portato alla proliferazione di provvedimenti legislativi che si sono sovrapposti nei giorni più duri dell’emergenza, a partire dal marzo del 2020, introducendo norme derogatorie rispetto ai princìpi tradizionali del processo accusatorio e modalità eccezionali di deposito degli atti giudiziari che hanno stravolto le abitudini e le certezze degli avvocati.
LA PRIMA SESSIONE
Nella prima sessione del Convegno, moderata dal sottoscritto, è stato affrontato il tema del processo da remoto, espressione con la quale si fa riferimento alla possibilità di celebrare udienze o altre attività procedimentali in collegamento a distanza, senza che le parti (pubblico ministero, imputato, eventuale parte civile, i difensori) e il giudice si trovino fisicamente all’interno dell’aula di udienza.
Come illustrato dal Prof. Giorgio Spangher nella relazione di apertura, il concetto dell’udienza da remoto era già presente nel codice di procedura penale per regolamentare specifiche situazioni, derogatorie rispetto all’ordinario svolgimento del dibattimento, legate alla peculiarità dei processi per reati di criminalità organizzata o relative alla necessità di collegarsi con soggetti detenuti in carcere.
L’occasione della pandemia ha riportato in auge determinate spinte dirette all’estensione delle attività processuali svolgibili da remoto che, tuttavia, come osservato dal Prof. Spangher, devono essere contenute nei limiti del rispetto delle garanzie difensive e non sfociare in regole permanenti che eludano l’origine di norme emergenziali.
Garanzie difensive che tanto più devono essere rispettate nella fase delle indagini preliminari nella quale – ha ammonito la Professoressa Donatella Curtotti – la tutela dei diritti dell’indagato deve essere rafforzata, tanto da un punto di vista legislativo, con interventi che garantiscano maggiore presenza ed incisività del difensore, quanto dal punto di vista della conoscenza degli aspetti tecnologici e delle strategie difensive da parte degli avvocati che, in difetto, rischiano di veder compromesso l’esito del dibattimento se già orientato dalle lacune degli interventi nella fase primordiale del procedimento.
Il dibattito, teso a pervenire a soluzioni condivise tra i protagonisti del processo penale, è stato arricchito dagli interventi del Dott. Paolo Auriemma e del Dott. Stefano D’arma che hanno illustrato le iniziative poste in essere dalla Procura di Viterbo, tra le prime e più attive d’Italia nel comprendere la portata innovativa delle misure emergenziali e nell’adottare misure utili a consentire il passaggio dai sistemi tradizionali al portale dei depositi telematici.
Molto interessante, anche in chiave comparatistica, è stato l’intervento dell’Avv. Iacopo Benevieri, ormai noto per i suoi studi sulla linguistica giudiziaria, che ha illustrato le possibili distorsioni che possono derivare dalla celebrazione delle udienze da remoto, emerse da uno studio effettuato dall’Università di Oxford nei processi con giuria popolare.
LA SECONDA SESSIONE
Il tema più specifico e, al momento più delicato, del fascicolo telematico è stato affrontato nella seconda sessione, moderata dall’Avv. Ottavia Murro.
“Star” della sessione, come è stato simpaticamente etichettato da un altro relatore, il Dott. Edmondo De Gregorio, Coordinatore dell’area penale del DGSIA, “padre” del portale dei depositi telematici, ha illustrato con dovizia di particolari i passaggi che hanno condotto all’introduzione del nuovo sistema che consentirà, quando entrato perfettamente a regime, di effettuare tutti i depositi di atti giudiziari penali e di accedere ai fascicoli di ogni “proprio” procedimento d’Italia dal proprio terminale.
Evidente che, nella fase iniziale, una siffatta rivoluzione ha comportato svariati dubbi interpretativi e applicativi ed ha scatenato diverse polemiche in ordine alla tutela delle garanzie difensive, alla luce di alcune oggettive problematiche tecniche che il sistema ha evidenziato e di estemporanee prese di posizione adottate da singole Procure.
Ne è scaturito un dibattito molto serrato ed interessante che ha visto protagonisti esponenti dell’Ordine degli Avvocati di Roma (in particolare la consigliera Avv. Irma Conti che, nel corso della pandemia, si è prodigata per l’adozione di misure volte allo svolgimento di quante più attività processuali, nel rispetto delle norme sanitarie e dei diritti di imputati e difensori, ma con uno sguardo attento ai lati positivi dell’evoluzione tecnologica) e della Camera penale di Roma (Avvocati Francesco Rotundo, Salvatore Sciullo e Diamante Ceci), come sempre vigorosa nel reclamare la tutela dei diritti dei cittadini, quando gli stessi non vengano pienamente riconosciuti.
Che il processo telematico possa rappresentare un’occasione per tutti l’ha evidenziato l’Avv. Giorgio Leccisi che ha sintetizzato la positiva esperienza del processo amministrativo telematico, dispensando consigli per l’adeguamento del processo penale telematico in fieri.
Va segnalato, peraltro, come l’Unione delle Camere penali italiane aveva proclamato un’astensione dalle udienze penali dal 29 al 31 marzo per protestare contro i malfunzionamenti del portale dei depositi telematici che aveva determinato diverse lesioni delle garanzie difensive.
Ciò a riprova dell’attualità della tematica scelta e, tuttavia, della necessità, dal lato del Ministero, di garantire un perfetto funzionamento del sistema e, dal lato dell’avvocatura, di affinare la conoscenza degli aspetti telematici e di dotarsi di strumenti tecnologici, organizzativi ed assicurativi idonei a prevenire e fronteggiare i possibili rischi connessi alla detenzione di dati personali e sensibili.
LA TERZA SESSIONE
Nella terza sessione del Convegno, moderata dall’Avv. Luana Granozio, ci si è soffermati sulle conseguenze che possono derivare dalla detenzione negli studi degli avvocati di dati “scottanti” perché riguardanti non solo i diretti assistiti del difensore ma anche altri imputati o soggetti terzi.
I rischi di violazione della normativa sulla privacy sono stati enumerati dall’Avv. Mario Valentini, esperto della materia e DPO dello stesso Ordine degli Avvocati di Roma, aprendo il campo all’intervento dell’Avv. Fabrizio Fico, penalista ed anch’egli DPO di diverse società, che ha messo sul tappeto gli ulteriori rischi, questa volta di natura penale, che un difensore deve conoscere e saper evitare.
In tal senso va elogiata la capacità di GBSAPRI, società moderna e lungimirante, che, nel collaborare all’ideazione e realizzazione del Webinar, ha saputo scorgere in anticipo i rischi di varia natura legati alla rivoluzione del processo penale.
La relazione conclusiva dello specialist Simon Morosetti ha saputo porre in luce tutte le problematiche all’esposizioni ai rischi cosiddetti cyber e la necessità di affrontare tutte le questioni telematiche con la massima attenzione ai temi della sicurezza in termini di prevenzione e protezione. L’intervento ha riservato particolare attenzione all’aspetto della formazione, della consulenza e delle soluzioni possibili a livello assicurativo.
CONCLUSIONI
Evidente, conclusivamente, che il processo penale telematico sia in una fase di work in progress e che saranno senz’altro necessarie altre giornate di approfondimento e confronto per condurre a quella modernizzazione della giustizia di cui il nostro Paese ha tremendamente bisogno.
A firma di:
Avvocato Fabrizio Galluzzo Coordinatore Penale DP
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