Il 15 ottobre è stata la Giornata Internazionale delle donne rurali. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di istituirla nel 2007 per sottolineare l’importanza di queste donne nella promozione del settore agricolo, nella lotta contro la povertà rurale e per il loro impegno nella sicurezza alimentare.
Un tema molto caro all’Agenda 2030 che dovrebbe rappresentare una priorità non solo per gli Enti istituzionali preposti ma anche per ognuno di noi.
LE DONNE RURALI NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO
Il direttore generale della Copagri, Maria Cristina Solfizi, in occasione della Giornata internazionale delle donne rurali ha affermato che questo evento è:
“Una imperdibile occasione per celebrare l’insostituibile e imprescindibile apporto fornito al comparto primario dalle tantissime donne che con coraggio contribuiscono allo sviluppo rurale, economico e sociale di tante aree difficili del mondo”.
Infatti, le donne rurali nei paesi in via di sviluppo costituiscono il 43% della forza lavoro. Vivono in condizioni durissime, tra discriminazioni e violenze. A loro è interdetto il diritto all’istruzione, all’assistenza sanitaria e alla politica.
Supportare le donne rurali di questi paesi potrebbe contribuire a migliorare lo sviluppo delle loro società e a sostenere la parità di genere. Bisognerà investire nelle infrastrutture, nella formazione e nell’ambiente in quanto proprio i cambiamenti climatici sono causa di enormi problemi per questo settore.
La strada è lunga e i nodi da sciogliere sono molti. Per comprendere quanto sia grande il gender gap da colmare occorre sottolineare che, nonostante i numeri di cui sopra, meno del 13% dei proprietari di terreni agricoli è donna.
LE DONNE RURALI IN ITALIA
Il direttore generale Solfizi spiega che:
“In Italia l’agricoltura è uno dei settori con il più alto tasso di femminilizzazione, grazie a circa 1 impresa su 3 a conduzione femminile, con percentuali addirittura più alte nel mondo degli agriturismi, dove le strutture gestite da donne sono quasi novemila”.
Occorre precisare che molte di queste donne sono under 35. Investire in un settore così strategico e giovane potrebbe costituire un investimento vantaggioso in grado di generare virtuosi effetti a catena su tutto il territorio.
AZIONI CONCRETE
Gli eventi come questa Giornata per le donne rurali non devono restare all’interno di una sfera meramente simbolica. Queste sono degli utili promemoria per incentivare azioni concrete (fatte tutto l’anno) necessarie per organizzare interventi e soluzioni strutturali, per lavorare ad una crescita delle aziende “rosa” e per consentire a tutte le donne di ottenere il giusto riconoscimento produttivo, economico, sociale e umano.