A pochi chilometri da Roma, nel comune di Formia, si trova uno dei percorsi più suggestivi e affascinanti del Lazio: quello del “Monte Redentore”. Pur essendo considerato una montagna a sé, in realtà si tratta di una spalla del Monte Altino, parte dei Monti Aurunci.
IL PERCORSO
Per raggiungere la cima del Redentore, a 1252 m, ci sono diversi sentieri. Il più scenografico è quello che, partendo dal rifugio di Pornito sale lungo il versante meridionale di Monte Altino. Il sentiero, conosciuto come “Strada della statua“, è, nella parte più alta, per la maggior parte sovrastato da una parete a strapiombo della Roccia Laolatra dove trovano rifugio numerose specie di falchi. Inoltre, il suo affacciato sul Golfo di Gaeta offre uno spettacolare panorama per tutta la durata del tragitto.
Anche se il percorso è alla portata di tutti, la bassa vegetazione, costituita da tipici cespugli di salvia ed elicriso caratteristici della macchia mediterranea, non crea delle zone d’ombra ed è quindi sconsigliata nelle ore estive più calde.
EREMO DI SAN MICHELE ARCANGELO
Dopo la ripida salita e una breve deviazione a destra, si arriva all’Eremo di San Michele Arcangelo, una piccola chiesa incastonata nella parete rocciosa del Monte Altino, costruita nel 830 e la cui facciata è stata ricostruita, nel 1893, in stile neogotico.
Quest’area è ricca di sorgenti d’acqua, che sgorgano anche dalle pareti interne della chiesa. Per raccoglierla, infatti, sono state realizzate delle vasche di pietra due delle quali sono visibili all’esterno del santuario.
VERSO LA CIMA DEL REDENTORE
Ripreso il sentiero si sale fino alla Sella Sola per poi, proseguendo sulla destra, raggiunge la cima da cui è possibile ammirare un panorama mozzafiato. Qui, sulla vetta, è posta la statua del Redentore, una delle 20 commissionate da Papa Leone XIII che, volendo lasciare alle spalle le sciagure del XIX secolo e per augurare un pacifico e prospetto nuovo inizio, decise di posizionare sulle vette italiane più belle i monumenti al Redentore. Grazie alla sua posizione che offre un affaccio sul Golfo di Gaeta e, alcune volte, persino sul Vesuvio, la candidatura del Monte Altino fu accettata senza problemi.
Portare in cima la statua, costituita da un blocco unico di 21 quintali, e la sua collocazione in cima all’obelisco di dieci metri non fu facile. L’impresa, infatti, richiese 40 giorni e l’aiuto di centinaia di volontari.
Dopo solo alcuni anni, però, un fulmine distrusse l’obelisco e danneggiò la statua che rimase senza testa. La ricostruzione, interrotta a causa dello scoppio della Prima Guerra mondiale, riprese nel dopoguerra ma con un progetto ridimensionato rispetto all’originale. La statua, infatti, fu posta sopra una cupola in muratura, visibile ancora oggi.
INFORMAZIONI UTILI
Il sentiero descritto (CAI 960 Rifugio Pornito-Cima del Redentore – Difficoltà: E) è lungo 4 km e si percorre in circa 1 ora e mezza. Sebbene il percorso sia ben visibile e segnalato, la ripida salita rende difficile l’accesso ai passeggini e alle persone in carrozzina.
Inoltre, nel periodo invernale, la presenza di neve potrebbe creare problemi di percorrenza. Per questo motivo, è consigliabile verificare sempre le condizioni meteorologiche prima di intraprendere l’escursione e informarsi su eventuali chiusure. Come disse l’alpinista Christian Kuntner: “La montagna è come un amore: se sei respinto, è meglio tornare indietro e non insistere“.