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ICA - INFEZIONI CORRELATE ALL'ASSISTENZA

Sanità

INFEZIONI CORRELATE ALL’ASSISTENZA (ICA)

IL VERO FLAGELLO DEL SETTORE OSPEDALIERO!

Le cosiddette ICA ossia, Infezioni Correlate all’Assistenza, meglio conosciute nell’ambito clinico come infezioni nosocomiali vengono reputate “il male invisibile” difficile da combattere, prevenire e limitare, e sono, in sostanza, un vero flagello per gli ambienti ospedalieri.

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un incremento di questo genere di infezioni che non sono presenti al momento del ricovero oppure lo sono ma restano silenti, o in incubazione, manifestandosi generalmente nelle 72 ore dopo il ricovero del paziente.

In ambito ospedaliero le infezioni acquisite in ospedale non riguardano soltanto il singolo paziente ma tutta la comunità nosocomiale poiché le stesse sono causate da patogeni molto spesso difficili e resistenti alla maggior parte trattamenti antimicrobici anche più complessi.

La problematica ormai è divenuta di carattere mondiale, così come la sorveglianza, che, al fine di migliorare la sicurezza dei pazienti a livello di internazionale gode del monitoraggio condotto dalla National Healthcare Safety Network del Center for Disease Controland Prevention degli Stati Uniti e dall’omologa europea.

Le infezioni correlate all’assistenza sono così individuabili ed afferiscono:

  • al flusso sanguigno
  • a cateteri, relative al tratto urinario
  • ai siti chirurgici
  • alla polmonite acquisita in ospedale – spesso associata al ventilatore
  • al Clostridium difficile.
MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA

Non vi è nosocomio esente da rischio, pertanto, ogni struttura ospedaliera deve dotarsi di stretti sistemi di monitoraggio e sorveglianza, unitamente a solide strategie di prevenzione per ridurne l’incidenza.

Nonostante le ormai note conoscenze in materia, la sensibile riduzione della durata dei ricoveri, l’individuazione dei pazienti a rischio ed i sistemi di sorveglianza unitamente ai protocolli di prevenzione, negli ultimi 20 anni le ICA non accennano a diminuire costringendo il Servizio Sanitario ad elevati costi sociali e sanitari e che hanno come conseguenza l’elevata morbilità, l’aumento della mortalità, ed un prolungamento delle degenze.

Secondo i dati della letteratura e dell’istituto Superiore di Sanità il 5%- 8% dei pazienti ospedalizzati in Italia contrae un’infezione durante il ricovero. Tale dato è soggetto a variazioni poiché, in Italia, non vi è un sistema di sorveglianza consolidato e, pertanto, non vi sono studi prospettici attendibili, infatti, le variazioni sono dovute a fattori quali: reparto di cura, durata della degenza, dimensioni dell’ospedale, misure di controllo e prevenzione adottata dalle Strutture Sanitarie.

LE ICA E LA LEGGE GELLI-BIANCO

Come noto, in un sistema già “minato” come quello del nostro settore Sanitario, negli ultimi anni assistiamo ad un incremento delle richieste risarcitorie nei confronti delle Strutture Ospedaliere Nazionali relative proprio al fenomeno sin qui descritto delle infezioni nosocomiali ciò anche in virtù di quanto sancito, dalla Legge Gelli-Bianco, ove le strutture sono chiamate a rispondere al terzo danneggiato indipendentemente dall’individuazione del soggetto effettivamente responsabile.

In proposito, vi è stata la recente pronuncia della III Sezione della Cassazione, (Corte di Cassazione Sez III sentenza n. 6386 del 03.03.2023 ) che sul delicato caso delle ICA, ha cercato di chiarire al meglio procedure e responsabilità, descrivendo gli oneri probatori rimessi in capo alla struttura, e le ipotesi di responsabilità dei singoli soggetti operanti all’interno di essa (dal D.G. al primario).

Quanto agli adempimenti probatori rimessi in capo all’Ente, la Cassazione ha stabilito la necessità per la struttura di dimostrare quanto segue:

  1. L’indicazione dei protocolli relativi alla disinfezione, disinfestazione e sterilizzazione di ambienti e materiali;
  2. L’indicazione delle modalità di raccolta, lavaggio e disinfezione della biancheria;
  3. L’indicazione delle forme di smaltimento dei rifiuti solidi e dei liquami;
  4. Le caratteristiche della mensa e degli strumenti di distribuzione di cibi e bevande;
  5. Le modalità di preparazione, conservazione ed uso dei disinfettanti;
  6. La qualità dell’aria e degli impianti di condizionamento;
  7. L’attivazione di un sistema di videosorveglianza e di notifica;
  8. L’indicazione dei criteri di controllo e di limitazione dell’accesso ai visitatori;
  9. Le procedure di controllo degli infortuni e delle malattie del personale e le profilassi vaccinali;
  10. L’indicazione del rapporto numerico tra personale e degenti;
  11. La sorveglianza basata sui dati microbiologici di laboratorio;
  12. La redazione di un report da parte delle direzioni dei reparti da comunicare alle direzioni sanitarie al fine di monitorare i germi patogeni-sentinella;
  13. L’indicazione dell’orario della effettiva esecuzione delle attività di prevenzione del rischio.
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