Il settore sanitario sta implementando sempre più l’utilizzo nei suoi sistemi di algoritmi di intelligenza artificiale. Anche l’Italia, nonostante i molti dubbi riguardo l’utilizzo di questa tecnologia, ne sta aumentando l’impiego. Si registra, infatti, una crescita rispetto ai due anni precedenti del 27%, secondo quanto riportato dall’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano.
Un esempio viene dalla startup SurgiQ che utilizza l’intelligenza artificiale per la pianificazione e la gestione delle risorse ospedaliere. Attraverso la cooperazione con l’università di Genova si vuole sviluppare una soluzione che permetta di “appaltare” tutta la pianificazione del processo di cura alla tecnologia.
Infatti, quest’ultima, può aiutare gli ospedali nella gestione di quelle “risorse critiche”, quali ad esempio i posti letto, sia per la degenza che per la terapia intensiva. Attraverso l’intelligenza artificiale vengono creati degli slot giornalieri per i pazienti tenendo conto di: urgenza del caso, necessità di intervento, disponibilità delle sale, richiesta di posti letto e relativa disponibilità in reparto.
È possibile, inoltre, mettere tra le valutazioni anche il personale sanitario (equipe chirurgica, anestesisti, infermieri, etc…) creando così una sorta di pianificazione completa dal momento del ricovero alle dimissioni.
ALCUNI DEI CAMPI DI APPLICAZIONE
Nell’ultimo periodo abbiamo visto come l’utilizzo dell’IA ha permesso un’accelerazione nello sviluppo dei vaccini e dei farmaci per contrastare la pandemia. La tecnologia ha permesso si analizzare un numero sempre maggiore di dati favorendo lo sviluppo dei farmaci necessari riducente tempi e costi. Ad esempio, a marzo 2020, col fine di sviluppare farmaco antivirale orale per il trattamento della SARS-CoV-2, è nato il progetto collaborativo “Covid Moonshot” tra università, case farmaceutiche e aziende tecnologiche.
Inoltre, l’intelligenza artificiale è molto importante per quanto riguarda la diagnostica. Riuscire a percepire i primi segni di una malattia può aiutare il personale medico ad intervenire tempestivamente nella cura del paziente, aumentando le sue possibilità di guarigione e, nei casi più gravi, la sua stessa vita.
Anche per quanto riguarda la “medicina di precisione” il contributo che offre l’AI è decisivo. Infatti, è possibile creare, attraverso il machine learning, dei modelli predittivi per personalizzare le cure dei pazienti ed adattarle alle necessità specifiche.
IA A SOSTEGNO DELLA SOSTENIBILITÀ
L’Intelligenza Artificiale può essere anche vista come strumento a sostegno della sostenibilità.
“Oltre € 12 miliardi di sprechi e inefficienze vengono assorbiti da sovra- e sotto-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie e da inadeguato coordinamento dell’assistenza”
Osservatorio GIMBE
Una migliore gestione di tempi e risorse, l’utilizzo della telemedicina o di dispositivi IoT e wearable riducono tutti quegli eccessi che vanno a pesate sulla struttura stessa e anche sulla qualità delle cure del paziente.
Il monitoraggio delle tempistiche, dei processi di cura ed i relativi costi da parte di tecnologie innovative può aiutare a rimodellare quei processi non più funzionanti facendo risparmiare soldi che possono essere invece impiegati in altro modo.
CONNETTIVITÀ E CYBERSECURITY
C’è però da tener presente che una maggior connettività porta ad una possibilità maggiore di esposizione a potenziali rischi e la sicurezza informatica, soprattutto in sanità, rappresenta uno dei maggiori.
Esistono – spiega il Prof. Fabrizio Baiardi, docente di Sicurezza Informatica all’Università di Pisa – “due grandi classi di sistemi informatici nel campo sanitario: quelle per la gestione dei dati clinici delle persone e quelle che controllano i dispositivi medici. La prima classe comprende sistemi standard che gestiscono sostanzialmente dati come le cartelle cliniche. La seconda classe è invece estremamente vasta e va dai pacemaker agli infusori di insulina, fino alle apparecchiature radiologiche, per Tac e per risonanze magnetiche, passando anche per i robot chirurgici”.
Nonostante la seconda classe sia statisticamente di rado “sotto attacco” – soprattutto perché non ci sono particolari margini di guadagno – occorre comunque valutare il rischio di subire attacchi cyber e prendere tutte le misure preventive possibili, soprattutto considerando l’aumento degli attacchi subiti negli ultimi anni dalle strutture sanitarie, sia pubbliche che private.
Per questo motivo, occorre aumentare la consapevolezza su questi rischi ed “educare” strutture e personale in materia di sicurezza informatica.