La pandemia ha evidenziato il ruolo cardine che la telemedicina può ricoprire per la sanità e per la gestione del paziente.
Un fenomeno che faticava a partire a causa di molteplici fattori, tra cui una forte diffidenza, ma che ha permesso a molti pazienti (anche cronici) di ricevere servizi sanitari importanti.
Per la sanità del futuro sarà indispensabile poter trasformare la casa nel primo luogo di cura al posto dell’ospedale ed effettuare capillarmente servizi sanitari a domicilio.
PROGETTI PER IL FUTURO
Le potenzialità della telemedicina non sono passate inosservate: nel Recovery plan, la prima voce di spesa, pari a 7 miliardi di euro, è proprio dedicata a “Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale”.
Questa rivoluzione tecnologica potrebbe costruire un nuovo modello sanitario utile per la presa in carico e la gestione dei pazienti. Il Servizio sanitario nazionale riscontra difficoltà nella cura dei pazienti fuori dall’ospedale. Questo a causa di molti fattori, tra i quali i ben noti problemi di organico e le varie questioni organizzative.
Una rete integrata e altamente tecnologica potrebbe trasformare l’ospedale nel luogo dedicato solo alla cura in caso di condizioni acute. I casi meno gravi, il monitoraggio e il follow-up potrebbero essere risolti con telemedicina, teleconsulto e televisita.
GLI STEP DEL RECOVERY PLAN
Per la creazione di questo nuovo mondo sanitario, il Recovery plan prevede:
- il potenziamento del Ssn attraverso l’eliminazione delle lacune emerse durante la pandemia e la realizzazione di servizi per soddisfare i bisogni della comunità;
- la creazione e il rafforzamento di strutture, servizi sanitari di prossimità e servizi domiciliari;
- lo sviluppo della telemedicina avanzata per offrire la migliore assistenza domiciliare, necessaria a superare la frammentazione e l’eterogeneità dei servizi sanitari presenti sul territorio.
Per il momento, l’investimento consentirebbe, entro metà del 2026, la presa in carico a domicilio del 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni.
Il Pnrr, infatti, promuove un coordinamento tra i servizi sanitari e sociali così da consentire alle persone anziane o disabili una reale e piena autonomia presso la propria abitazione.
FORMAZIONE E COMPETENZE
La digitalizzazione della sanità consentirà di risolvere molti problemi pratici. Contemporaneamente, la “messa in rete” della cartella clinica può facilitare la condivisione delle informazioni tra i professionisti della salute e offrire nuovi servizi ai pazienti mediante un approccio pluridisciplinare.
Un’evoluzione importantissima che investirà sia l’aspetto organizzativo che culturale e che richiederà nuove competenze e una migliore formazione digitale. In questo nuovo scenario si profilano tante opportunità e nuovi rischi a cui si dovrà far fronte con tempestività e professionalità.
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