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Report LA TRANSIZIONE ECOLOGICA NELLE ISOLE MINORI

Ambiente

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA NELLE ISOLE MINORI

Nel contesto della crescente consapevolezza ambientale, le isole minori si pongono come un banco di prova per la sostenibilità. Le limitazioni sia logistiche che di reperibilità delle risorse, l’approccio differente da adottare per gestione dei rifiuti, la conservazione delle risorse idriche e l’implementazione di energie rinnovabili, rende la sfida alla sostenibilità più ardua. Questo, però, rende anche le isole un vero e proprio “laboratorio” per sperimentare soluzioni innovative e condividere buone pratiche.

Il rapporto “Isole Sostenibili 2024,” redatto da Legambiente e CNR-Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (CNR-IIA), offre una fotografia dei progressi e le sfide affrontate da queste piccole oasi. Da Capri alle Isole Eolie, vediamo come la transizione ecologica sta prendendo forma in questi luoghi unici e preziosi.

ISOLE SOSTENIBILI 2024

Nel VI rapporto “Isole Sostenibili 2024” esplora l’avanzamento della transizione ecologica di 26 isole minori abitate in Italia. Queste isole, amministrate da 33 comuni e con oltre 188.000 abitanti residenti, vedono durante l’estate un notevole aumento di persone in visita.

Il rapporto analizza lo stato complessivo dell’intera isola affrontando le principali tematiche ambientali: gestione dei rifiuti, consumo di suolo, acqua e depurazione, energia e mobilità sostenibile. L’indice medio di performance calcolato si attesta al 46%, un dato che mette in luce il lento progredire della transizione ecologica nelle isole minori. Nonostante questo, però, alcune isole si sono dimostrate più avanti nel percorso verso la sostenibilità:

  • Capri: 62%
  • Isola di Sant’Antioco (Sardegna): 60%
  • Isola del Giglio: 57%
  • Isole Tremiti: 55%
  • Isola di San Pietro (Sardegna): 54%
  • Ustica: 53%.

Nel Report stesso viene precisato che l’indice non serve a stilare una “classifica” tra isole ma serve per offrire una visione dinamica che mostri il percorso ancora necessario da parte delle amministrazioni per conseguire certi obiettivi.

GESTIONE DEI RIFIUTI

La raccolta differenziata e il trattamento dei rifiuti sono complessi nelle isole, soprattutto a causa della mancanza di infrastrutture adeguate e delle difficoltà logistiche.
Sebbene le isole minori italiane abbiano fatto passi da gigante nella gestione dei rifiuti – soprattutto considerando l’aumento del 3% della produzione totale di rifiuti – con una raccolta differenziata media che si attesta al 56%, ancora lontano dall’obiettivo europeo del 65%.
Nonostante questo, però, alcuni comuni non solo hanno raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata ma l’hanno anche superato dimostrando che, una buona gestione e un buon sistema di raccolta, possono portare a risultati eccellenti:

  • Carloforte (isola di San Pietro, Sardegna): 85%;
  • Favignana (isole Egadi) 84%;
  • Sant’Antico (isola nel Sulcis, Sardegna), 83%;
  • Pantelleria (Sicilia) 81%.

CONSUMO DI SUOLO

La gestione sostenibile delle risorse naturali e la lotta contro il consumo di suolo sono temi centrali per la resilienza delle comunità, specialmente in contesti fragili come le isole minori.
Dai dati Ispra al 2022, infatti, emerge un’accelerazione del consumo di suolo nelle Eolie, con +1,35 ettari di terreno coperto artificialmente nel 2022 rispetto al 2021 e La Maddalena, dove nello stesso periodo si è assistito a un incremento di suolo consumato pari a 0,78 ettari.
Per questo è fondamentale rivedere e integrare sistemi di pianificazione e il controllo territoriale volti a promuovere un uso efficiente del suolo e la tutela delle risorse naturali in modo da mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, come l’innalzamento del livello del mare e gli eventi meteo estremi.

ACQUA E DEPURAZIONE

L’acqua è una risorsa preziosa, e la sua gestione è cruciale per la sostenibilità delle isole messe a dura prova soprattutto durante i picchi turistici. È, infatti, fondamentale garantire che tutti abbiano l’acqua, sia i residenti che i visitatori, senza sprecarla. Per questo motivo molte le isole minori italiane stanno implementando sistemi di depurazione e gestione idrica per garantire che l’acqua sia utilizzata in modo efficiente e sostenibile.

ENERGIA

Per quanto riguarda il tema dell’energia sostenibile, le isole stanno investendo in fonti di energia rinnovabile per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e promuovere l’autosufficienza energetica entro il 2030.
Purtroppo, però, gli ostacoli sono molti: dai costi entra per gli impianti alle norme per la protezione del paesaggio. In particolare, sulle perdite di rete, i valori più bassi registrati che emergono dal report si registrano a Capri, Isola del Giglio, Pelagie, Tremiti, Procida e Ustica sotto al 20%. Quelle più elevate, invece, riguardano Ventotene e La Maddalena
Per facilitare la transizione in questi luoghi particolari che sono perlopiù scollegati dal resto dell’Italia, occorre quindi trovare delle soluzioni a livello nazionale.

MOBILITÀ SOSTENIBILE

Un altro tema fondamentale per ridurre l’impatto ambientale è la mobilità sostenibile. Le isole minori italiane stanno esplorando nuove soluzioni incluso l’investimento in veicoli a basso impatto e l’incoraggiamento all’uso di mezzi di trasporto alternativi.

Tra le isole più virtuose ci sono:

  • Capri (con 31 auto ogni 100 abitanti),
  • Procida (46/100).

Invece, quelle più trafficate:

  • Pelagie (94 auto ogni 100 abitanti), 
  • Pantelleria (90/100),
  • Capraia (73/100).

LE 4 AZIONI PROMOSSE DALL’OSSERVATORIO ISOLE SOSTENIBILI DI LEGAMBIENTE E CNR-IIA

L’Osservatorio Isole Sostenibili di Legambiente e CNR-IIA suggerisce quattro azioni per rendere le isole minori più verdi:

  1. Creare di una cabina di regia unica per fornire supporto e “guidare” le amministrazioni locali.
  2. Stilare una road map per rendere le isole 100% rinnovabili entro il 2050.
  3. Stilare un piano di azione per la rigenerazione urbana – senza consumare altro suolo e senza sprecare acqua – per promuovere strategie di adattamento alla crisi climatica.
  4. Istituire un coordinamento unico sui fondi del PNRR che punti soprattutto a ottimizzare e migliorare la gestione dei rifiuti.

LE DICHIARAZIONI

Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente

“Il ‘potenziale’ sostenibile delle isole minori messo in evidenza nella VI edizione del rapporto ha bisogno di una nuova narrazione in grado di trasformare le piccole isole da luoghi di bellezza, di mare pulito e di vacanze estive, in centri culturali, di ricerca e di innovazione, anche in campo ambientale.
I diversi attori coinvolti in questo necessario processo di cambiamento devono mettere al centro le isole minori per farne cantieri di sostenibilità, come sta avvenendo in diverse parti di Europa.
La nuova chiave di lettura dell’Osservatorio Isole Sostenibili suggerisce che anche le criticità rilevate e i ritardi accumulati su vari temi ambientali possono diventare concrete opportunità di sviluppo, partendo innanzitutto dalla condivisione di buone pratiche, su cui puntare per costruire sinergie territoriali che siano riferimento e stimolo al miglioramento”.  

Francesca Battistelli, tecnologa dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr

“Le Isole minori hanno caratteristiche peculiari che non sempre rappresentano un vantaggio nel percorso verso la sostenibilità, come per esempio i picchi turistici stagionali, per cui esistono impianti sovradimensionati per le effettive necessità degli abitanti durante il resto dell’anno.
Nonostante ciò molte piccole isole stanno dimostrando di essere protagoniste della transizione ecologica, implementando buone pratiche in tutti i settori analizzati dal Report ‘Isole Sostenibili’ (acqua, suolo, turismo, rifiuti, energia, mobilità). Sicuramente occorre partire dai dati per poter fare delle scelte che vadano nella giusta direzione, dati che a volte sono lacunosi o mancanti.
Con il lavoro dell’Osservatorio Isole Sostenibili proviamo a raccoglierli e metterli a confronto, ma soprattutto vogliamo dimostrare che le isole minori sono in molti casi laboratori di sostenibilità e rappresentano il territorio (l’humus) ideale per progetti e innovazioni da replicare poi nelle altre isole più grandi e nel continente, anche attraverso strumenti quali fondi e programmi nazionali ed europei di investimento.
Le isole potrebbero sembrare ‘piccole’, ma solo da un punto di vista territoriale. Se inserite in un circuito virtuoso di sostenibilità possono dimostrare, anche unendosi per fare massa critica, di essere ‘grandi’ poli di attrattività e innovazione nella strada verso la transizione ecologica”.  

Francesco Petracchini, Direttore f.f. del Dipartimento sistema Terra e tecnologie per l’ambiente del Cnr

“Le isole minori rappresentano uno dei fulcri della biodiversità nel Mediterraneo –attualmente questi territori sono sotto attacco a causa degli impatti dei cambiamenti climatici e di un utilizzo non virtuoso che ne penalizza le caratteristiche ambientali.
Per districarsi nella complessità della transizione ecologica, percorso non semplice ma l’unico in grado di proteggere i contesti isolani, c’è bisogno di una visione a medio e lungo termine che includa tutti gli attori coinvolti: il mondo delle amministrazioni pubbliche, quello della ricerca e delle istituzioni accademiche, il mondo delle imprese e non per ultimo la popolazione che su quei territori vive e lavora tutto l’anno.
Un approccio olistico che favorisca uno sviluppo sostenibile mantenendo come faro la tutela di contesti ambientali così particolari, attraverso soluzioni integrate e progetti avanzati anche di ricerca. 
Per quanto riguarda il mondo della scienza e della ricerca siamo pronti a fare la nostra parte, mettendo a disposizione delle amministrazioni locali le nostre competenze per supportarle e trovare insieme le soluzioni più adatte per governare questa transizione e affrontare tematiche così importanti quali protezione ambientale e sviluppo sostenibile”. 

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