Nei giorni scorsi, la Copagri Lazio ha dato un nuovo slancio al settore delle agroenergie attraverso un accordo di collaborazione siglato con il Centro Appenninico del Terminillo “Carlo Jucci” dell’Università degli Studi di Perugia.
L’obiettivo di questo accordo consiste nel rilanciare la coltivazione della barbabietola da zucchero nella Piana Reatina per poter estrarre biometano dalla sua lavorazione. Successivamente, se i risultati saranno incoraggianti, si procederà con l’ampliare questo esperimento all’intero territorio della Regione Lazio.
I progetti legati alle agroenergie sono fondamentali in quanto sottolineano il valore della ricerca sia nel settore agricolo che in quello dell’innovazione. Entrambi questi comparti sono importantissimi anche perché sono da sempre legati “a doppio filo” all’occupazione e al territorio.
LE AGROENERGIE ED IL PNRR
Il PNRR è nato con l’obiettivo di rilanciare il Paese attraverso la transizione ecologica e digitale. Questo strumento mira ad una nuova progettazione strutturale della nostra economia, lottando contro tutte le diseguaglianze (sia di genere che territoriali o generazionali).
I tre assi strategici europei del PNRR sono:
- digitalizzazione e innovazione;
- transizione ecologica;
- inclusione sociale.
Dai 4,88 miliardi di euro del PNRR, il Mipaaf ha deciso di destinare 1,5 miliardi a progetti dedicati alle agroenergie (agrisolare e agrivoltaico). Il biogas e il biometano, infatti, sono considerati tra i migliori strumenti su cui investire per il nostro futuro. Questi potrebbero diventare strategici sia per le aziende che per il nostro Paese, aiutandoci a contrastare l’aumento dei prezzi energetici.
Attraverso progetti mirati, le agroenergie potrebbero consentire agli agricoltori una nuova resilienza ed un sostegno economico in grado di contrastare l’attuale crisi dei prezzi. Le agroenergie utilizzano principalmente sottoprodotti agricoli e possono diventare un valido strumento per rendere indipendente il nostro Paese sotto il profilo energetico.
SODDISFAZIONE DALLA COPAGRI
Il presidente della Copagri Lazio, Guido Colasanti, ha spiegato:
“L’intesa, che prevede la compartecipazione nella realizzazione degli interventi finalizzati allo studio dell’introduzione nella Piana Reatina della coltivazione di barbabietola da zucchero finalizzata alla produzione di biometano, mira a rilanciare una delle vocazioni produttive storiche del territorio, favorendo la sostenibilità ambientale del primario e la transizione energetica, in linea con i più recenti orientamenti comunitari in materia.
Il reatino, infatti, ha ospitato il primo zuccherificio del Paese, che è stato impiantato alla fine dell’Ottocento ed è rimasto in attività fino alla metà degli anni Settanta, contribuendo fattivamente all’industrializzazione e allo sviluppo dell’economia reatina. Lo scopo principale dell’accordo con l’Ateneo perugino è quello di favorire la promozione di energia rinnovabile, pulita e sicura, da destinare alle aziende agricole del territorio, andando a innescare un circuito virtuoso e sostenibile”.
LE DICHIARAZIONI DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA
Marco Fornaciari da Passano, direttore del Centro e docente del Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell’Ateneo perugino, ha affermato:
“La nostra stazione sperimentale ha sempre sostenuto e indagato le novità da proporre al territorio e non a caso da oltre dieci anni conduce studi per individuare le specie vegetali più idonee per la produzione di biomassa destinata alle energie rinnovabili; questo accordo con la Copagri, che prevede la realizzazione di un campo sperimentale in cui sono state seminate quattro diverse varietà di barbabietola da zucchero, è il segnale di una rinnovata volontà nel volersi mettere a disposizione per favorire lo sviluppo del reatino, nel solco di una collaborazione che ha portato negli ultimi anni a riscoprire e promuovere insieme la qualità del pomodoro ‘Ovalone’, eccellenza nata nei campi del Centro Appenninico e adottata dagli agricoltori reatini della Copagri”.