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Ambiente, Lifestyle

MODA SOSTENIBILE E SECOND HAND: LO STUDIO DI IPSOS

Negli ultimi anni, secondo un recente studio condotto da Ipsos, la moda sostenibile e il fenomeno del second hand stanno acquistando sempre più attenzione. I dati evidenziano che il 74% degli intervistati è interessato alla moda sostenibile. Questo dato è significativo poiché dimostra che la sostenibilità è diventata una priorità per una vasta gamma di consumatori, indipendentemente dall’età, passando da “tendenza” a una reale “necessità”.

Purtroppo, però, viene ancora molto sottovalutato l’impatto che il settore ha in termini di inquinamento: solo l’11% lo considera uno dei settori più inquinanti e non è consapevole del fatto che, oltre ad essere responsabile di una percentuale di emissioni di gas serra che oscilla tra il 3% e l’8%, il settore moda è anche la 3ª fonte di degrado delle risorse idriche e di uso del suolo.

IMPORTANZA DELLA MODA SOSTENIBILE

La moda sostenibile è fondamentale per promuovere pratiche che rispettino l’ambiente e migliorino le condizioni sociali ed economiche. Oltre a ridurre l’impatto ambientale attraverso l’uso di materiali ecologici e processi di produzione sostenibili e la promozione del riciclo e il riutilizzo dei materiali, riducendo la quantità di rifiuti prodotti, consente anche di migliorare le condizioni sociali ed economiche attraverso la promozione di lavoro equo e pratiche commerciali etiche.

Per stimolare il cambiamento è fondamentale sensibilizzare i consumatori sull’importanza di fare scelte più consapevoli. In questo senso, il mercato del second hand rappresenta una soluzione sostenibile e conveniente che sta guadagnando sempre più popolarità. In particolare, il 26% degli acquirenti e il 10% dei venditori appartengono alla Generazione Z.

Gli acquisti maggiori riguardano i capi d’abbigliamento (72%) e borse (27%) non di marca, effettuati perlopiù in negozi fisici, mercatini e fiere tra i canali preferiti. A guidare questa scelta è, per il 69% degli intervistati, il risparmio economico, mentre ciò che maggiormente blocca è un pregiudizio sull’igiene (55%).

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