340 metri di struttura metallica per una larghezza di 55 metri, caricabile fino a 400 mila tonnellate. Queste le misure che fanno di questa nave affondata in Brasile, la Stellar Banner, una V.L.O.C. (very large ore carrier) la più grande classificazione di navi portainfuse al mondo.
LA STORIA
Nata solo nel 2016, giovanissima, viene noleggiata dal colosso minerario brasiliano di Vale. A Febbraio è partita alla volta della Cina, per quella che sarebbe stata la sua ultima avventura. Durante le operazioni di uscita dal canale di navigazione, infatti, si è verificato uno squarcio di 25 metri vicino alla prua di dritta.
Nel tentativo di salvarla e ripararla, l’equipaggio ha provocato un incagliamento a largo delle coste di Sao Luis, che in realtà è stata un’agonia lunga quattro mesi. Non ci è voluto molto perché le squadre intervenute nelle operazioni di soccorso si rendessero conto dell’impossibilità di riparare l’enorme danno. Più complessa ed articolata è stata l’organizzazione del recupero dell’ingente carico (300 mila tonnellate di ferro) e del combustibile (circa 4000 metri cubi).
Una volta ultimate queste operazioni, il 12 giugno la Stellar Banner, in pochissimi minuti, sprofonda definitivamente negli abissi marini, lasciando dietro sé pochi attimi di un VIDEO piuttosto scioccante che in breve ha fatto il giro del mondo.
LO SCUTTLING
Abbiamo appreso con un certo stupore, che l’affondamento è stato volontario, secondo la pratica dello “scuttling” (dall’inglese “to scuttle” che vuol dire proprio affondare), una tecnica molto in voga durante la Seconda Guerra Mondiale. Vi si ricorreva per ostacolare il nemico, per evitare di consegnargli risorse o segreti militari e strategici, o più semplicemente per questioni di “onore”, per la serie: meglio affondare che arrendersi.
Oggi tutto ciò lascia trasparire una certa controversa interpretazione su varie tematiche relative all’ambiente. Ciononostante in alcuni casi quella dello scuttling è considerata una pratica “virtuosa” e proprio a basso impatto ambientale. In America si contano circa 700 scafi affondati per la realizzazione di barriere artificiali per proteggere ed incentivare il ripopolamento ittico o il turismo subacqueo di determinati siti.
I MOTIVI E LA SCELTA
Certamente il caso della Stellar Banner non rientra tra queste operazioni virtuose, perciò abbiamo approfondito il tema per capire meglio le scelte di questa operazione eutanasica coinvolgendo Poliass.
Analizzando gli ipotetici risvolti assicurativi inseriti nel contesto specifico, l’affondamento volontario è una tipologia di “perdita totale” che rientra in una casistica piuttosto ristretta. L’approvazione di questa procedura richiede valutazioni molto attente da parte di tutti gli stakeholders coinvolti: assicurato, tecnici, periti, broker e assicuratori. Per effettuare scuttling ciascuna delle parti chiamate in causa dovrà, infatti, considerare questa pratica, come la decisione più sicura ed economicamente più vantaggiosa.
Una volta presa la decisione, la prima azione da fare riguarda la riduzione al minimo dell’impatto ambientale (e le responsabilità ad esso conseguenti), e ottenere il consenso delle autorità marittime (e non solo) di riferimento, senza il quale, nessun affondamento volontario può essere effettuato.
Nel caso di specie la marina brasiliana ha dichiarato che quanto non è stato possibile recuperare dalla V.L.O.C. non costituisce minaccia per l’ambiente, così l’enorme Stellar Banner è stata affondata. Ci auguriamo di poterla rincontrare in tutta la sua maestosità, protagonista di uno dei romanzi d’avventure marine sullo stile di Clive Cussler.