I beni culturali e paesaggistici costituiscono il nostro patrimonio storico e artistico e sono oggetto di tutela e attenzione proprio per il loro intrinseco valore, racchiuso in un involucro spesso fragile e deperibile.
Durante una visita ad un museo o una passeggiata tra le bellezze paesaggistiche è capitato spesso che siano stati commessi degli atti di vandalismo, sia volontariamente che involontariamente.
ALCUNI ATTI VANDALICI
La problematica riguarda anche l’Italia dove non siamo estranei a queste vicende. Particolarmente eclatante fu il caso del 1998 ai Musei Capitolini quando un quindicenne del secondo anno dell’Istituto Tecnico Industriale Vallauri, insieme ad un gruppo di amici, durante una visita guidata sfregiò i dipinti di Henry Matisse.
In quel caso, il vandalo riuscì a bucare con la punta della matita “Pianista e giocatori di dama” e “La giapponese”, inoltre scarabocchiò il vestito verde di “Zorah in piedi”. Con quel gesto voleva vendicarsi della severità dimostrata al museo durante la visita da parte di insegnanti e custodi.
Purtroppo, la lista degli atti vandalici al patrimonio culturale e paesaggistico è piuttosto lunga. Come dimenticare il 21 maggio 1972 quando Laszlo Toth prese a martellate la Pietà di Michelangelo nella basilica di San Pietro a Roma. Oppure il 14 settembre del 1991 quando un vandalo si accanì contro il David a Firenze, il 2016 con il danno alla statua dell’Elefante di Bernini di piazza della Minerva, i danni fatti da tuffi e scalate nelle fontane pubbliche come la Fontana dei Quattro Fiumi di Piazza Navona e così via.
GLI STRUMENTI DI TUTELA
Nel nostro Paese è riconosciuto il “Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale” con l’articolo 733 del Codice Penale.
“Chiunque distrugge, deteriora o comunque danneggia un monumento o un’altra cosa propria di cui gli sia noto il rilevante pregio, è punito, se dal fatto deriva un nocumento al patrimonio archeologico, storico, o artistico nazionale, con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda non inferiore a euro 2.065. Può essere ordinata la confisca della cosa deteriorata o comunque danneggiata”.
Ma ora la pena è stata inasprita. La Camera ha approvato definitivamente la nuova legge relativa ai reati contro il patrimonio culturale che punisce aspramente chi danneggia monumenti, opere d’arte e le bellezze naturali nel nostro Paese.
Questo provvedimento ha inserito nel Codice penale un nuovo titolo composto da 17 articoli dedicati alle severe condanne per i reati di furto, appropriazione indebita, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio e danneggiamento dei beni culturali. Inoltre, vengono punite le condotte di illecito impiego, importazione ed esportazione di beni culturali e la contraffazione. In aggiunta, è prevista un’aggravante da applicare a qualsiasi reato che provochi un danno di rilevante gravità.
Alla luce della nuova legge, è previsto il carcere fino a 5 anni e una multa fino a 15 mila euro per chi imbratta o deturpa beni culturali e paesaggistici. La confisca viene estesa anche a chi ricicla o autoricicla beni artistici. La contraffazione di opere d’arte viene punita con la reclusione da 1 a 5 anni e la multa da 3.000 a 10.000 euro. Un ulteriore inasprimento riguarda le società perché ora è prevista la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche quando i delitti contro il patrimonio culturale siano commessi nel loro interesse o a loro vantaggio.
LA TUTELA DELLA FINE ART
Per far fronte alle tante difficoltà che possono nascere con beni così delicati esistono validi strumenti di tutela come le Fine Art. In questo caso parliamo di specifiche coperture per oggetti d’arte (ma anche antiquariato, design, gioielli ecc…) che vengono confezionati non solo per collezionisti privati ma anche per gallerie, mostre, Enti pubblici e case d’asta.
Questi strumenti coprono i beni per il loro valore reale (accertato attraverso una stima fatta da esperti) e includono i costi di deprezzamento in caso di sinistro. È consolante sapere che queste garanzie sono all risk ossia coprono contro tutti i rischi a cui il bene può essere soggetto ma, senza dubbio, uno strumento di tutela indispensabile è la consapevolezza che deve abitare in ognuno di noi perché il patrimonio artistico e culturale è parte integrante dell’identità del nostro Paese.