Pietrapertosa è una gemma incastonata tra le Dolomiti lucane a 1088 metri di altitudine. Il suo abitato è situato sulle pendici del monte Impiso e alle rocce che la circondano sono stati dati dei nomi che richiamano le loro particolari forme come l’aquila reale, l’incudine, la grande madre e la civetta.
LE DUE ANIME DI PIETRAPERTOSA
Questo luogo incantato vanta un paesaggio unico con i profili delle montagne che circondano il paese come lo scenario di un presepe. Un angolo di paradiso a due vocazioni: la prima naturalistica, che la rende ideale per gli appassionati di sport (trekking, arrampicata, nordic walking) e delle esperienze adrenaliniche come quella del “volo dell’angelo”. La seconda, invece, è storico-paesaggistica quindi è estremamente interessante per tutti coloro che amano scoprire e/o fotografare i borghi autentici lucani.
LA PARTE ANTICA
Pietrapertosa si mostra come un antico borgo che è riuscito a mantenere nel tempo la fisionomia medievale, soprattutto nella parte più antica situata alle pendici del Castello che conserva, ancora oggi, l’antico nome saraceno di “Arabat” caratterizzato da strade strette e vicoli ciechi. Le case tipicamente unifamiliari, disposte a file dall’alto verso il basso, si adattano all’andamento del terreno e diventano parte integrante dell’ambiente circostante tanto che spesso la roccia assume la funzione di parete delle abitazioni.
LA STORIA
Facendo una rapida carrellata storica, il primo insediamento è probabilmente dovuto ai Pelasgi nel VIII sec. a.C. La successiva presenza dei Greci, che dalla costa si spinsero verso l’interno, è testimoniata dalla forma ad anfiteatro dell’abitato. Nel III sec. a.C. viene conquistata dai Romani. Durante i secoli delle invasioni barbariche si accentua la decadenza della regione, occupata dai Goti, dai Longobardi e dai Bizantini, finché un capo bizantino, si convertì all’Islam e chiamò in aiuto gli Arabi, che rimasero padroni del territorio per una ventina d’anni, a partire dall’838.
Arrivarono poi i Normanni, che costruirono il castello, e quindi gli Svevi. Nel 1647, i contadini manifestano contro le gabelle imposte dal feudatario; la repressione dei moti dà origine al fenomeno del banditismo. Nel 1820 il paese partecipa ai moti carbonari contro la restaurazione borbonica e all’insurrezione del 1848 contro Ferdinando II di Borbone. Nel 1857, Pietrapertosa è colpita da un forte terremoto; dopo l’Unità d’Italia esplode il fenomeno del brigantaggio. Nei primi anni del Novecento il paese subisce lo spopolamento causato dall’emigrazione verso gli Stati Uniti.
IL VOLO DELL’ANGELO
Pietrapertosa è anche nota in tutto il mondo per una delle esperienze più adrenaliniche che è possibile fare in Basilicata: il volo dell’angelo. Infatti, si può letteralmente volare da borgo di Pietrapertosa a quello di Castelmezzano e poi rientrare (sempre in volo!) nel borgo da cui si è partiti. Quello che si presenterà agli occhi del visitatore sarà un panorama che di norma è privilegio delle sole creature alate.
L’ARMONIA CON LA ROCCIA
Visitando Pietrapertosa si ha la sensazione che tutto sia regolato in funzione della roccia, come le numerose scale che sono l’esemplificazione della simbiosi tra il paese, i suoi abitanti e la roccia, la manifestazione del vivere il proprio territorio che non può negare la presenza massiccia quasi prorompente della natura rendendola parte integrante della struttura urbanistica.
Questo carattere di fortezza naturale e la possibilità di dominare la valle del Basento, daranno al viaggiatore l’ebbrezza di essere proiettato fra terra e cielo.