A poco più di un anno dall’incendio di Notre Dame, adesso anche la Cattedrale di Nantes brucia.
“Qui crolla il tempo delle cattedrali, la Pietra sarà dura come la realtà in mano a questi vandali e pagani che già sono qua, questo è il giorno che verrà: oggi è il giorno che verrà…”.
Così cantava Cocciante come una funesta profezia che oggi sembra sempre più vicina.
…Cinica ironia della sorte lo stile dell’edificio è il mitico Gotico “fiammeggiante”.
BREVE STORIA
Da brava cattedrale millenaria, anche questa, ha trascorsi burrascosi e “focosi” (l’ultimo incendio che la riguarda, in ordine cronologico, risale al 1972). Parlare di eventi lontani e distanti nel tempo è, però, come guardarli attraverso una patina, viverli nel presente, dove per forza di cose sussiste una sorta di “presunzione” di sicurezza è tutt’altra cosa.
In Francia negli ultimi anni si sono registrati migliaia di atti vandalici di matrice colposa, dolosa, criminosa e persino terroristica di varia entità e dimensioni. Parliamo di profanazioni saccheggi o distruzione di oggetti, fino agli incendi – verso luoghi di culto cristiani: cattedrali basiliche e chiese.
Molte delle indagini relative a questi episodi sono ancora in corso e non sembrano di facile soluzione né attribuzione.
CONSIDERAZIONI
Al netto delle ovvie considerazioni religiose, politiche e via discorrendo – in merito all’accaduto – per quelli che hanno divorato le pagine de “i pilastri della terra”, “la cattedrale del mare” e tutti gli altri romanzi simili, la profanazione di una cattedrale è ancor più incredibile.
Una cattedrale non è un fatto semplice: è un edificio epico, tutte le sue pietre e la malta che le unisce raccontano storie di sovrani, governanti, vescovi, genti, paesi, città, nazioni e mondi.
La costruzione di una cattedrale attraversava decine o centinaia di anni nei quali generazioni di maestranze si sono passate il testimone, battaglie e guerre sono state vinte o perdute, confini e cartine sono state modificate, sovrani e governi si sono avvicendati e il futuro è diventato il presente. Il risultato di queste “fabbriche” che trasudano storia, sono opere interamente artigianali talmente sbalorditive, che richiamato tutt’oggi milioni di visitatori ovunque nel mondo.
Questo presente si digitalizza sempre più, tanto da trovare persino nella pandemia il modo di celebrare riti religiosi in remoto. Eppure non riusciamo – e forse speriamo di non riuscire mai – a concepire una cattedrale, come pure un bar o uno stadio virtuali. Certe cose per essere vere devono poter essere “abitate”.